L´ ISTITUTO D´ARTE DI COMISO COME “ GRANDUCATO ARTISTICO “: LUIGI GHENO, SCULTORE E DOCENTE.





Era il 1956 quando Luigi Gheno arrivò a Comiso: quello, che sarebbe diventato uno degli esponenti dell'avanguardia artistica italiana, all'età di 26 anni ( era nato a Nove di Vicenza nel 1930 ) si trasferiva nel sud della Sicilia come docente presso l' Istituto d'Arte della città casmenea.
Dopo avere studiato al Magistero di Venezia ( l'Accademia della città lagunare sarà diretta dal maestro Bruno Saetti, suocero di un grande ceramista comisano, Biagio Frisa ) e all'Accademia di Belle Arti di Roma, Gheno lavorò per un anno scolastico, nel 1956- 1957, presso l'Istituto d'Arte di Comiso come docente di laboratorio di “ Decorazione nell'Arte della Ceramica “: “ insegnante di alto livello etico-formativo e con grande competenza professionale, fu un maestro di vita, estroso e geniale, sapendo inculcare, con generosità e rigore, la voglia di fare”, come ricorda Giuseppe Atanasio Elia, suo alunno finito a dirigere l'Istituto d'Arte di San Cataldo.
L'Istituto d' Arte, in quegli anni una sorta di “ granducato artistico “ ( come abbiamo sottolineato, parafrasando Gesualdo Bufalino ), aveva avuto la fortuna di una sapiente direzione, che lo aveva inserito nell'ambito delle grandi correnti artistiche nazionali, con l'assunzione, come docenti, di artisti di grande fama o di grande futuro.
Abbiamo avuto modo di parlare del futurista siciliano Pippo Rizzo: nella seconda metà degli anni Cinquanta, grazie alla lungimirante direzione di Germano Belletti, a Comiso arrivano la romagnola Wanda Poletti, dal Cilento Rosario Tesauro, il calatino Luigi Pero e l'aretino Ivo Giubbilei. Si tratta di un corpo docenti di grande valore, che favorirà la formazione di studenti divenuti artisti di chiara fama come ceramisti, pittori, scultori.
Gheno, dopo l'esperienza comisana, finì a Brera, come docente, e partecipò a importanti mostre, come le Biennali di Venezia e Roma, la Quadriennale di Roma ( proprio a Roma stabilì il suo studio ), Dokumenta di Kassel.
Non ci possiamo esimere dal ricordare lo scultore e ceramista Luigi Gheno come autore di grandi opere di decoro urbanistico: ad Aprilia ad esempio, nel 1960, in collaborazione con l'architetto Marcello De Rossi eseguì il monumento ai Caduti. L'opera, concepita originariamente in formelle di ceramica smaltata, fu realizzata poi in bronzo e cemento, a causa di atti di vandalismo, e diede tanta notorietà all'autore da attirare l'attenzione dell'on. Gabriele Semeraro, sindaco di Castellaneta e sottosegretario al Turismo nel governo Fanfani. Semeraro si rivolse proprio a Gheno per la realizzazione, nel 1961, del monumento all'illustre concittadino di Castellaneta, Rodolfo Valentino, al secolo Rodolfo Guglielmi. La scultura, alta due metri, in gres greificato, fu lavorata e cotta nello studio romano dell' autore, osannata da stampa e televisioni di mezzo mondo: Valentino venne rappresentato con la figura idealizzata del “ Figlio dello sceicco “.
E non mancano le opere realizzate a Roma, sulla Cristoforo Colombo o, nel 2000, in Piazza dei Navigatori: si tratta, in quest' ultimo caso, di una scultura bidimensionale in bronzo alta 5 metri e mezzo, intitolata “ La vela – sviluppo verticale “.
Dal 1989 Luigi Gheno è membro dell'Accademia Nazionale di San Luca.
Dopo avere studiato al Magistero di Venezia ( l'Accademia della città lagunare sarà diretta dal maestro Bruno Saetti, suocero di un grande ceramista comisano, Biagio Frisa ) e all'Accademia di Belle Arti di Roma, Gheno lavorò per un anno scolastico, nel 1956- 1957, presso l'Istituto d'Arte di Comiso come docente di laboratorio di “ Decorazione nell'Arte della Ceramica “: “ insegnante di alto livello etico-formativo e con grande competenza professionale, fu un maestro di vita, estroso e geniale, sapendo inculcare, con generosità e rigore, la voglia di fare”, come ricorda Giuseppe Atanasio Elia, suo alunno finito a dirigere l'Istituto d'Arte di San Cataldo.
L'Istituto d' Arte, in quegli anni una sorta di “ granducato artistico “ ( come abbiamo sottolineato, parafrasando Gesualdo Bufalino ), aveva avuto la fortuna di una sapiente direzione, che lo aveva inserito nell'ambito delle grandi correnti artistiche nazionali, con l'assunzione, come docenti, di artisti di grande fama o di grande futuro.
Abbiamo avuto modo di parlare del futurista siciliano Pippo Rizzo: nella seconda metà degli anni Cinquanta, grazie alla lungimirante direzione di Germano Belletti, a Comiso arrivano la romagnola Wanda Poletti, dal Cilento Rosario Tesauro, il calatino Luigi Pero e l'aretino Ivo Giubbilei. Si tratta di un corpo docenti di grande valore, che favorirà la formazione di studenti divenuti artisti di chiara fama come ceramisti, pittori, scultori.
Gheno, dopo l'esperienza comisana, finì a Brera, come docente, e partecipò a importanti mostre, come le Biennali di Venezia e Roma, la Quadriennale di Roma ( proprio a Roma stabilì il suo studio ), Dokumenta di Kassel.
Non ci possiamo esimere dal ricordare lo scultore e ceramista Luigi Gheno come autore di grandi opere di decoro urbanistico: ad Aprilia ad esempio, nel 1960, in collaborazione con l'architetto Marcello De Rossi eseguì il monumento ai Caduti. L'opera, concepita originariamente in formelle di ceramica smaltata, fu realizzata poi in bronzo e cemento, a causa di atti di vandalismo, e diede tanta notorietà all'autore da attirare l'attenzione dell'on. Gabriele Semeraro, sindaco di Castellaneta e sottosegretario al Turismo nel governo Fanfani. Semeraro si rivolse proprio a Gheno per la realizzazione, nel 1961, del monumento all'illustre concittadino di Castellaneta, Rodolfo Valentino, al secolo Rodolfo Guglielmi. La scultura, alta due metri, in gres greificato, fu lavorata e cotta nello studio romano dell' autore, osannata da stampa e televisioni di mezzo mondo: Valentino venne rappresentato con la figura idealizzata del “ Figlio dello sceicco “.
E non mancano le opere realizzate a Roma, sulla Cristoforo Colombo o, nel 2000, in Piazza dei Navigatori: si tratta, in quest' ultimo caso, di una scultura bidimensionale in bronzo alta 5 metri e mezzo, intitolata “ La vela – sviluppo verticale “.
Dal 1989 Luigi Gheno è membro dell'Accademia Nazionale di San Luca.
Girolamo Piparo
nell'ultima foto " Sacra famiglia ", pannello con influenze cubiste e picassiane eseguito da Gheno per la casa dell'architetto Mancini a Comiso