L´ OPINIONE - SUL BILANCIO 2015 DELLA SOACO, A POCHI GIORNI DALLE NOMINE NEL CDA, RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO LE OSSERVAZIONI DEL DOTT. GIANNI SCAPELLATO, RESPONSABILE GESTIONALE DI DIVERSI AEROPORTI ITALIANI.
Una allegra e spensierata sconfitta
Leggere i bilanci dell´Aeroporto di Comiso è come leggere "Il Buon Soldato Sc´vèjk" di Jaroslav
Hašek: si marcia allegramente verso la sconfitta! Il bilancio 2015 è impietoso. L´ennesima perdita
di questo esercizio finanziario è di oltre 2 milioni di Euro. E dall´analisi dello stesso non derivano
ragionamenti confortanti. Questa perdita, annuale, si traduce inesorabilmente in un ulteriore
fabbisogno di liquidità per il prossimo bilancio. Cioè quello di quest´anno in corso. Il totale delle
disponibilità liquide al 31 dicembre 2015 è pari ad appena 2 milioni. Vero è che la SOACO SpA non
ha debiti finanziari, ma difficilmente penso possa trovare qualche finanziatore non evidenziando
alcuna capacità di rimborso dell´eventuale debito. Il rapporto con la SAC SpA di Catania, attraverso
il socio di maggioranza INTERSAC SpA, mette in evidenza cospicue dotazioni tecniche in uso,
calcolate chissà come per un valore di circa 40 milioni di euro, con elevati costi sostenuti per
l´utilizzo delle medesime. Di fatto SOACO non ha nel proprio patrimonio né le attrezzature di
rampa, né il personale operativo addestrato e certificato su tali attrezzature, essendo le une e gli
altri in "affitto" da una società in proprietà della SAC SpA. E l´affitto costa parecchio, mediamente 5
milioni di euro l´anno, 4,5 milioni per la precisione nel 2015. E non mi pare che si tratti di
attrezzature nuove o comunque tecnologicamente all´avanguardia. Senza voler suggerire nulla ai
gestori ma, se SOACO SpA avesse optato per l´acquisto mediante leasing finanziario, oggi,
probabilmente, avrebbe dotazioni infrastrutturali prossime al riscatto e soprattutto moderne e
coerenti con gli altri investimenti. Mentre invece i nuovi investimenti pare li abbia fatti SAC SpA,
con i denari di SOACO SpA.
Nei tre anni circa di operatività dello scalo SOACO SpA ha speso oltre 15 milioni di euro per tale
voce. E per non avere, la SOACO SpA, nulla nel proprio patrimonio in quanto ad attrezzature,
personale operativo addestrato e certificato: è tutto in affitto! Ma non è tutto. A pag. 13 della nota
integrativa si leggono i costi legati all´esternalizzazione del servizio Handling. Ebbene, facendo i
conti, poiché la somma di circa 1 milione di euro erogata ad ENAV è un giro conto, sottraendola
alla voce in bilancio rimane fuori la somma, in perdita, di circa 1,5 milioni di euro, che non si sa a
che titolo contribuisca alla perdita. Forse non so far di conto io, provateci voi. Ed ancora, la somma
di oltre €. 650.000 quale "incentivi erogati ai vettori" parrebbe indicare lo sconto che SOACO SpA
applica ai vettori sulle tariffe di Handling, che però sono calcolate al costo di produzione del
servizio. Se così fosse, e parrebbe proprio così, vuol dire che SOACO SpA vende sottocosto i suoi
servizi ai vettori clienti. Non vi è traccia, perché di fatto non esiste, alcuna linea di ricavo attivata
per il cargo. Linea di ricavo che invece faceva parte del bando di gara per l´aggiudicazione della
gestione aeroportuale e su cui INTERSAC SpA, quale appunto aggiudicataria della gara a
evidenza pubblica, si è impegnata. E su cui ricade l´attenzione particolare della figura del
Presidente di SOACO SpA, quale espressione dell´azionista pubblico Comune di Comiso. Il Cargo
è una attività importante e preminente nella visione del modello iniziale dell´aeroporto di Comiso.
Averla abbandonata sottrae ricavi alla gestione e ricchezza al territorio. A nulla serve cospargersi il
capo di cenere e compiangere l´incapacità di distribuire in un vasto mercato le eccellenze
agroalimentari prodotte, se proprio l´aeroporto quale strumento di logistica distributiva pè stato
banalizzato e ignorato. Cargo che attraverso il modello Hub & Spoken progettato allìinizio è in
grado di servire più mercati contemporaneamente e saturare i voli di ritorno con merci ad alta
tecnologia. La considerazione più allarmante è comunque quella data dalla lettura delle "possibilità
di utilizzo e distribuibilità delle voci del patrimonio netto" di cui a pag. 8 della nota integrativa.
SOACO SpA ha iniziato l´attività con €. 4.200.00 di Capitale Sociale Sottoscritto e €. 14.997.660
quale Riserva di Capitale da Sovraprezzo. Fra le voci di utilizzazione, A, B e C, essa risulta elisa
esclusivamente dalla voce B della sottostante nota in *: per copertura perdite! Spaventoso il dato,
costante negli anni, dell´EBITDA, sempre negativa. Quest´anno è -32,9%, come si legge a pag. 12
lettera C della Relazione. L´EBITDA (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and
Amortization) è il coefficiente di valutazione di appetibilità dell´azienda e mostra anche la misura
della buona qualità della gestione aziendale da parte del Management.
Non risultano investimenti strutturali quali ampliamento del Piazzale aeromobili, completamento del
Lay-Out delle vie di rullaggio e nuovo Lay-Out del Terminal Passeggeri. Nè risultano fra gli
investimenti acquisizione di attrezzature di rampa e costi di addestramento e certificazione del
personale.
Non è chiaro su quali basi non sia stato operato nell´anno 2015 il collegamento stagionale estivo
con Kaunas (Lituania), laddove il Load Factor e la redditività dello stesso nel Territorio Ibleo aveva
dato notevoli elementi di continuità. Non pare invero collegata in alcun modo la scelta operativa
delle destinazioni/provenienze di volta in volta mutate con la programmazione territoriale delle
infrastrutture turistiche asservite. Mentre appare del tutto assente l´autonomia di gestione
commerciale di SO.A.CO. SpA. Essa pare asservita e assorbita dalle strategie prioritarie di SAC
SpA.
L´attenzione spasmodica data esclusivamente alla quantità di passeggeri transitati, ovviamente
con alte percentuali poiché la base di partenza è zero, distrae dall´analisi del Business Model, che
appare fallimentare.
In costanza di business model non vedo molte prospettive per SOACO SpA se non:
- ricapitalizzazione periodica da parte di entrambi i Soci esistenti per far fronte ai fabbisogni di
funzionamento, con l´avvertenza che dopo alcuni esercizi con l´attuale business model si ritornerà
allo stato attuale;
- coinvolgimento di stakeholders (... albergatori, taxisti, parcheggiatori, gestori di pullman, enti
pubblici locali ... altri soggetti con ricadute positive legate all´operatività dello scalo che andrebbero
evidenziate nel bilancio sociale...) nella gestione con contributo marketing da addebitare loro per
garantire l´operatività low cost;
- ottimizzare meglio i ricavi non aviation, se ed ove possibile, con nuovo lay-out dell´aerostazione
passeggeri, offrendo il livello superiore, oggi inutilizzato, alle partenze, con ampia capacità di
offerta di spazi commerciali.
Adottando un business model differente che preveda il concorso di altra e allargata operatività
profittevole (cargo, charter, linea, private aviation, ...) rispetto all´operatività low cost con
incremento dei ricavi aviation e non aviation, SOACO SpA potrebbe raggiungere l´equilibrio
economico finanziario in tempi e con investimenti comunque ancora da individuare. La mancanza
di margini è figlia della crisi identitaria dello scalo e di un business model confuso e senza
prospettive. Si può puntare tutto sulle compagnie low cost ma occorre coinvolgere il Territorio con
tutti gli stakeholders dello stesso (albergatori, società di servizi, negozi, tour operators ...). Si può
puntare su un modello più equilibrato, come era stato progettato, in cui ciascuna business unit
concorre a generare una parte di margine. Si può diventare succursale di riprotezione di Catania.
Va tutto bene ma, nell´ultimo caso, i costi vanno sostenuti solo dal riprotetto.
Di fatto non è assolutamente chiaro come oggi si possa definire la data del 2019 quale punto di
pareggio, o se si vuole di breakeven, poiché dal bilancio e dalle risorse finanziarie tale data non è
raggiungibile dalla società.
Ma resta uno scoglio. Il vero scoglio che la politica Iblea e gli azionisti dovranno affrontare in tempi
immediati. La necessità di cassa. A poco vale il dato del circolante esposto in bilancio e sul quale
andrebbe indagato meglio. La soluzione è la ricapitalizzazione. Cui però l´azionista Pubblico
Comune di Comiso non può far fronte. Il rischio è la scomparsa proprio di tale compagine
azionaria, con un unico socio, INTERSAC SpA.
Un rimedio c´è. O meglio, ci sarebbe. Perché presuppone un intervento serio da parte di Regione
Siciliana. Mai tentato prima in Italia nella pur vasta casistica di aeroporti in difficoltà per strategie
operative fallimentari. Il Lodo Regionale, lo chiamerei così, vedrebbe la Regione Siciliana
subentrare, al costo simbolico di un euro, nel 35% del socio Comune di Comiso per assicurare la
ricapitalizzazione del Gestore. Anche in misura cospicua a copertura degli investimenti necessari.
Ma con l´intesa contestuale che una volta assicurata la sopravvivenza di SO.A.CO. SpA, Regione
Siciliana ceda tutta la propria quota al mercato, attraverso una gara ad evidenza pubblica europea.
L´eventuale, e ritengo verosimile, plusvalenza, potrebbe essere destinata a finanziare costi di
marketing mirati.
In tutti i casi occorrerebbe programmare da subito, adesso, un serio Piano Industriale per definire
l´adeguatezza o meno dell´attuale livello infrastrutturale e delle dotazioni tecniche. E degli eventuali
costi del nuovo business model. In prospettiva all´incremento del volume dei passeggeri. Volumi
ormai prossimi alla saturazione dell´aerostazione per capacità. Ma non sono fiducioso. Per niente.
La politica siciliana (comunale, iblea e regionale) non mi pare in grado di unirsi oltre le
appartenenze partitiche per supportare un tale piano. La Sicilia è paragonabile all´Europa. Piena
crisi di identità. Si è messo per anni la polvere sotto il tappeto ma oggi non è più possibile. Prima si
stabilisce cosa fare. Poi come e chi lo deve fare. Se entra la Regione senza sapere cosa fare non
serve a un piffero. Io vorrei tanto essere contraddetto. Ma non da parole, slogan politici e intenzioni
del fare e risolvere. Voglio essere smentito da fatti concreti. Purtroppo non credo che la marcia
dell´aeroporto di Comiso sarà diversa da quella del "Buon Soldato Sc´vèjk". Essa sembra
continuare, allegra e spensierata, verso la sconfitta.
Gianni Scapellato
Leggere i bilanci dell´Aeroporto di Comiso è come leggere "Il Buon Soldato Sc´vèjk" di Jaroslav
Hašek: si marcia allegramente verso la sconfitta! Il bilancio 2015 è impietoso. L´ennesima perdita
di questo esercizio finanziario è di oltre 2 milioni di Euro. E dall´analisi dello stesso non derivano
ragionamenti confortanti. Questa perdita, annuale, si traduce inesorabilmente in un ulteriore
fabbisogno di liquidità per il prossimo bilancio. Cioè quello di quest´anno in corso. Il totale delle
disponibilità liquide al 31 dicembre 2015 è pari ad appena 2 milioni. Vero è che la SOACO SpA non
ha debiti finanziari, ma difficilmente penso possa trovare qualche finanziatore non evidenziando
alcuna capacità di rimborso dell´eventuale debito. Il rapporto con la SAC SpA di Catania, attraverso
il socio di maggioranza INTERSAC SpA, mette in evidenza cospicue dotazioni tecniche in uso,
calcolate chissà come per un valore di circa 40 milioni di euro, con elevati costi sostenuti per
l´utilizzo delle medesime. Di fatto SOACO non ha nel proprio patrimonio né le attrezzature di
rampa, né il personale operativo addestrato e certificato su tali attrezzature, essendo le une e gli
altri in "affitto" da una società in proprietà della SAC SpA. E l´affitto costa parecchio, mediamente 5
milioni di euro l´anno, 4,5 milioni per la precisione nel 2015. E non mi pare che si tratti di
attrezzature nuove o comunque tecnologicamente all´avanguardia. Senza voler suggerire nulla ai
gestori ma, se SOACO SpA avesse optato per l´acquisto mediante leasing finanziario, oggi,
probabilmente, avrebbe dotazioni infrastrutturali prossime al riscatto e soprattutto moderne e
coerenti con gli altri investimenti. Mentre invece i nuovi investimenti pare li abbia fatti SAC SpA,
con i denari di SOACO SpA.
Nei tre anni circa di operatività dello scalo SOACO SpA ha speso oltre 15 milioni di euro per tale
voce. E per non avere, la SOACO SpA, nulla nel proprio patrimonio in quanto ad attrezzature,
personale operativo addestrato e certificato: è tutto in affitto! Ma non è tutto. A pag. 13 della nota
integrativa si leggono i costi legati all´esternalizzazione del servizio Handling. Ebbene, facendo i
conti, poiché la somma di circa 1 milione di euro erogata ad ENAV è un giro conto, sottraendola
alla voce in bilancio rimane fuori la somma, in perdita, di circa 1,5 milioni di euro, che non si sa a
che titolo contribuisca alla perdita. Forse non so far di conto io, provateci voi. Ed ancora, la somma
di oltre €. 650.000 quale "incentivi erogati ai vettori" parrebbe indicare lo sconto che SOACO SpA
applica ai vettori sulle tariffe di Handling, che però sono calcolate al costo di produzione del
servizio. Se così fosse, e parrebbe proprio così, vuol dire che SOACO SpA vende sottocosto i suoi
servizi ai vettori clienti. Non vi è traccia, perché di fatto non esiste, alcuna linea di ricavo attivata
per il cargo. Linea di ricavo che invece faceva parte del bando di gara per l´aggiudicazione della
gestione aeroportuale e su cui INTERSAC SpA, quale appunto aggiudicataria della gara a
evidenza pubblica, si è impegnata. E su cui ricade l´attenzione particolare della figura del
Presidente di SOACO SpA, quale espressione dell´azionista pubblico Comune di Comiso. Il Cargo
è una attività importante e preminente nella visione del modello iniziale dell´aeroporto di Comiso.
Averla abbandonata sottrae ricavi alla gestione e ricchezza al territorio. A nulla serve cospargersi il
capo di cenere e compiangere l´incapacità di distribuire in un vasto mercato le eccellenze
agroalimentari prodotte, se proprio l´aeroporto quale strumento di logistica distributiva pè stato
banalizzato e ignorato. Cargo che attraverso il modello Hub & Spoken progettato allìinizio è in
grado di servire più mercati contemporaneamente e saturare i voli di ritorno con merci ad alta
tecnologia. La considerazione più allarmante è comunque quella data dalla lettura delle "possibilità
di utilizzo e distribuibilità delle voci del patrimonio netto" di cui a pag. 8 della nota integrativa.
SOACO SpA ha iniziato l´attività con €. 4.200.00 di Capitale Sociale Sottoscritto e €. 14.997.660
quale Riserva di Capitale da Sovraprezzo. Fra le voci di utilizzazione, A, B e C, essa risulta elisa
esclusivamente dalla voce B della sottostante nota in *: per copertura perdite! Spaventoso il dato,
costante negli anni, dell´EBITDA, sempre negativa. Quest´anno è -32,9%, come si legge a pag. 12
lettera C della Relazione. L´EBITDA (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and
Amortization) è il coefficiente di valutazione di appetibilità dell´azienda e mostra anche la misura
della buona qualità della gestione aziendale da parte del Management.
Non risultano investimenti strutturali quali ampliamento del Piazzale aeromobili, completamento del
Lay-Out delle vie di rullaggio e nuovo Lay-Out del Terminal Passeggeri. Nè risultano fra gli
investimenti acquisizione di attrezzature di rampa e costi di addestramento e certificazione del
personale.
Non è chiaro su quali basi non sia stato operato nell´anno 2015 il collegamento stagionale estivo
con Kaunas (Lituania), laddove il Load Factor e la redditività dello stesso nel Territorio Ibleo aveva
dato notevoli elementi di continuità. Non pare invero collegata in alcun modo la scelta operativa
delle destinazioni/provenienze di volta in volta mutate con la programmazione territoriale delle
infrastrutture turistiche asservite. Mentre appare del tutto assente l´autonomia di gestione
commerciale di SO.A.CO. SpA. Essa pare asservita e assorbita dalle strategie prioritarie di SAC
SpA.
L´attenzione spasmodica data esclusivamente alla quantità di passeggeri transitati, ovviamente
con alte percentuali poiché la base di partenza è zero, distrae dall´analisi del Business Model, che
appare fallimentare.
In costanza di business model non vedo molte prospettive per SOACO SpA se non:
- ricapitalizzazione periodica da parte di entrambi i Soci esistenti per far fronte ai fabbisogni di
funzionamento, con l´avvertenza che dopo alcuni esercizi con l´attuale business model si ritornerà
allo stato attuale;
- coinvolgimento di stakeholders (... albergatori, taxisti, parcheggiatori, gestori di pullman, enti
pubblici locali ... altri soggetti con ricadute positive legate all´operatività dello scalo che andrebbero
evidenziate nel bilancio sociale...) nella gestione con contributo marketing da addebitare loro per
garantire l´operatività low cost;
- ottimizzare meglio i ricavi non aviation, se ed ove possibile, con nuovo lay-out dell´aerostazione
passeggeri, offrendo il livello superiore, oggi inutilizzato, alle partenze, con ampia capacità di
offerta di spazi commerciali.
Adottando un business model differente che preveda il concorso di altra e allargata operatività
profittevole (cargo, charter, linea, private aviation, ...) rispetto all´operatività low cost con
incremento dei ricavi aviation e non aviation, SOACO SpA potrebbe raggiungere l´equilibrio
economico finanziario in tempi e con investimenti comunque ancora da individuare. La mancanza
di margini è figlia della crisi identitaria dello scalo e di un business model confuso e senza
prospettive. Si può puntare tutto sulle compagnie low cost ma occorre coinvolgere il Territorio con
tutti gli stakeholders dello stesso (albergatori, società di servizi, negozi, tour operators ...). Si può
puntare su un modello più equilibrato, come era stato progettato, in cui ciascuna business unit
concorre a generare una parte di margine. Si può diventare succursale di riprotezione di Catania.
Va tutto bene ma, nell´ultimo caso, i costi vanno sostenuti solo dal riprotetto.
Di fatto non è assolutamente chiaro come oggi si possa definire la data del 2019 quale punto di
pareggio, o se si vuole di breakeven, poiché dal bilancio e dalle risorse finanziarie tale data non è
raggiungibile dalla società.
Ma resta uno scoglio. Il vero scoglio che la politica Iblea e gli azionisti dovranno affrontare in tempi
immediati. La necessità di cassa. A poco vale il dato del circolante esposto in bilancio e sul quale
andrebbe indagato meglio. La soluzione è la ricapitalizzazione. Cui però l´azionista Pubblico
Comune di Comiso non può far fronte. Il rischio è la scomparsa proprio di tale compagine
azionaria, con un unico socio, INTERSAC SpA.
Un rimedio c´è. O meglio, ci sarebbe. Perché presuppone un intervento serio da parte di Regione
Siciliana. Mai tentato prima in Italia nella pur vasta casistica di aeroporti in difficoltà per strategie
operative fallimentari. Il Lodo Regionale, lo chiamerei così, vedrebbe la Regione Siciliana
subentrare, al costo simbolico di un euro, nel 35% del socio Comune di Comiso per assicurare la
ricapitalizzazione del Gestore. Anche in misura cospicua a copertura degli investimenti necessari.
Ma con l´intesa contestuale che una volta assicurata la sopravvivenza di SO.A.CO. SpA, Regione
Siciliana ceda tutta la propria quota al mercato, attraverso una gara ad evidenza pubblica europea.
L´eventuale, e ritengo verosimile, plusvalenza, potrebbe essere destinata a finanziare costi di
marketing mirati.
In tutti i casi occorrerebbe programmare da subito, adesso, un serio Piano Industriale per definire
l´adeguatezza o meno dell´attuale livello infrastrutturale e delle dotazioni tecniche. E degli eventuali
costi del nuovo business model. In prospettiva all´incremento del volume dei passeggeri. Volumi
ormai prossimi alla saturazione dell´aerostazione per capacità. Ma non sono fiducioso. Per niente.
La politica siciliana (comunale, iblea e regionale) non mi pare in grado di unirsi oltre le
appartenenze partitiche per supportare un tale piano. La Sicilia è paragonabile all´Europa. Piena
crisi di identità. Si è messo per anni la polvere sotto il tappeto ma oggi non è più possibile. Prima si
stabilisce cosa fare. Poi come e chi lo deve fare. Se entra la Regione senza sapere cosa fare non
serve a un piffero. Io vorrei tanto essere contraddetto. Ma non da parole, slogan politici e intenzioni
del fare e risolvere. Voglio essere smentito da fatti concreti. Purtroppo non credo che la marcia
dell´aeroporto di Comiso sarà diversa da quella del "Buon Soldato Sc´vèjk". Essa sembra
continuare, allegra e spensierata, verso la sconfitta.
Gianni Scapellato