QUELLA IBLEA E' LA PROVINCIA DEI FALSI ? DOPO LA CASA NATALE DI QUASIMODO A MODICA, DOPO IL " SAN GIOVANNI GIACENTE " DI CARAVAGGIO A RAGUSA, ORA ANCHE LA CASA DI PIETRO FLORIDIA, A MODICA, SAREBBE UN FALSO SECONDO CARMELO CATALDI.
Modica, una città culturalmente irredimibile?
Ovvero, anche la casa natale del M° Pietro Floridia... non è la sua casa natale.
Gli ultimi anni di storia della politica culturale modicana hanno abituato i cittadini a continue sorprese e disillusioni circa l'originarietà e l'autenticità di siti e personaggi storici e della cultura locale assurti volontariamente a miti ed eccellenze che poi alla fine tali non erano.
Ancora oggi si possono notare gli effetti di tale politica autoreferenziale e di comodo ascoltando in giro guide turistiche che illustrano, ad ignari turisti, siti (anche a pagamento) di interesse che poco hanno di interessante e addirittura sono storicamente altro; anche sentire ad esempio che il Palazzo della Città è detto di “San Domenico” perchè prende nome dalla chiesa accanto, quando invece quello era il convento dei Domenicani sin dal 1400, quando fu chiesto il nulla osta per la costruzione al beneficiato della Chiesa Madre di San Giorgio e la chiesa costruita, dopo e accanto, ha il nome della Chiesa di Santa Maria del Rosario, la dice lunga su quali sono oggi gli effetti di una politica culturale superficiale e di comodo.
Questa sensazione è ulteriormente avvalorata quando si va a consultare il totem presente a dx dell'Ufficio Turistico di c.so Umberto I, dove in alcuni passaggi, in alcuni casi anche sgrammaticati e con errori anche di semplice ortografia, si comunicano dati fuorvianti, come ad esempio che il Polittico del Duomo di San Giorgio è dell'Alibrandi, quando ormai sono decenni che il Prof. Paolo Nifosì ha scoperto essere invece proprio di Bernardino Nigro!
Insomma si pensava che si fosse toccato il fondo della parabola discendente della qualità, dell'offerta culturale e turistica a Modica con l'ultima novità sulla non casa natale di Salvatore Quasimodo in via Posterla e su tutta la narrazione enfatica e insussistente sotto il profilo storico e biografico, ma come si suol dire: ...alla irredenzione socio-culturale di Modica non c'è mai termine.
E' di questi giorni un'altra scoperta a dir poco sconcertante, che conferma questo trend pseudo-culturale che arriva anche da lontano e riguarda un personaggio molto noto a Modica e negli Stati Uniti d'America per la sua produzione musicale e cioè il M° Pietro Floridia. Non si stanno qui ad elencare le note biografiche del noto concittadino a cui è stata dedicato anche l'Auditorium, ex-cinema Moderno, ove ai comuni mortali per poter accedere alla realizzazione di attività culturali è chiesto di esborsare un oneroso “obolo”, fatto poco decoroso per una città che si candida perennemente a Capitale della Cultura, ma si sottolinea invece e soltanto che da decenni il suo nome è stato abbinato ad un palazzo stile liberty presente in corso Regina Margherita, n.77.
Ancora oggi le guide turistiche, ed altri soggetti itineranti, lo indicano e lo illustrano anche in diversi programmi mediatici, come la casa natale del M° Pietro Floridia e della sua famiglia, dove lo stesso apprendeva, proprio in quelle stanze, i primi rudimenti di pianoforte dalla madre Anna Maria Napolino. Raffaele Grana Scolari diversamente afferma che lo sentiva suonare dalla finestra di casa sua, che appunto si trovava e si trova tutt'ora in c.so San Giorgio, dirimpetto quasi a quella che era la casa anche di nascita della madre del musicista e dello zio il baronello Orazio Napolino.
Su questi presupposti “storici” in passato si è segnalato alla Provincia di Ragusa di acquisire questo bene culturale per preservarlo da eventuali altre destinazioni che avrebbero fatto scomparire questo bene culturale dal panorama cittadino; una stessa operazione vede in questo momento la probabile acquisizione della erroneamente supposta casa di Salvatore Quasimodo da parte della Regione Siciliana!
Purtroppo come per il poeta Premio Nobel per la Letteratura, anche per il caso del maestro Pietro Floridia, arriva per la città e per la buona fede dei cittadini un'altra doccia fredda e cioè, il maestro Pietro Floridia non nasce in quella casa di c.so Regina Margherita, n.77, bensì in quella di c.so San Giorgio, ove ci vive fino al momento in cui si trasferisce a Palermo, dove si sposa, a Napoli, Torino, Venezia e infine negli Stati Uniti.
Si pensa che questa indicazione sia stata data in passato all'interno di un magnifico lavoro bibliografico di Giovanni Dormiente: Pietro Floridia: musicista senza patria, da ritenere purtroppo, alla luce di nuove risultanze, poco accurato, sotto questo profilo biografico e anagrafico, studio grazie al quale sembra sia accertato inequivocabilmente dunque che quella era la casa natale e della vita modicana del maestro, tanto che l'allora Presidente della Provincia si convinse di farla acquisire per il bene comune della collettività.
Sarebbe stato invece sufficiente estrarre un certificato di nascita del maestro per sapere: ...che lo stesso è nato da Donna Maria Napolino di anni trentanove domiciliata in detto Comune strada S. Giorgio e da don Francesco Floridia di lei marito di anni quarantadue di professione proprietario domiciliato ivi nel giorno cinque di maggio anno corrente alle ore una nella casa di propria abitazione...”; Comune di Modica, Registro dello Stato Civile, volume nati 1860, f. 424 v. .
Insomma un altro svarione che si sarebbe potuto evitare, se si avesse voluto, anche perchè l'abitazione che oggi si indica come quella del maestro Floridia (in c.so Regina Margherita, 77) fu acquisita dal fratello minore Giambattista, con il matrimonio con Ottavia Blandini nella seconda metà degli anni 80 del XIX secolo e ceduta nel 900 dalla figlia alla famiglia Agosta e poi passata infine alla Provincia di Ragusa.
Peraltro la casa dove egli nasce e in cui vive fino alla gioventù, con molta probabilità era dunque di proprietà della famiglia della madre donna Anna Maria Napolino, visto che a sua volta vi era nata anch'essa nel 1821 come anche suo zio il baronello Orazio Napolino che lo adotta negli anni 80 del XIX secolo e la venerazione del M° Pietro Floridia per San Giorgio, sia per il Santo, che per l'area urbana e sociale di sua pertinenza, non potrebbe spiegarsi diversamente se non con il fatto che lo stesso vi sia nato e vissuto almeno fino alla gioventù.
Egli come sappiamo ambienta la sua opera maggiore “La Maruzza” proprio a San Giorgio, provvede alla progettazione e collaudo dell'attuale organo di San Giorgio, la sua famiglia sia materna che paterna erano a pieno titolo nei primi posti all'interno delle due Congregazione “Sangiuggiari” ossia La Cento Messe e quella del Santissimo Sacramento.
Ovvero, anche la casa natale del M° Pietro Floridia... non è la sua casa natale.
Gli ultimi anni di storia della politica culturale modicana hanno abituato i cittadini a continue sorprese e disillusioni circa l'originarietà e l'autenticità di siti e personaggi storici e della cultura locale assurti volontariamente a miti ed eccellenze che poi alla fine tali non erano.
Ancora oggi si possono notare gli effetti di tale politica autoreferenziale e di comodo ascoltando in giro guide turistiche che illustrano, ad ignari turisti, siti (anche a pagamento) di interesse che poco hanno di interessante e addirittura sono storicamente altro; anche sentire ad esempio che il Palazzo della Città è detto di “San Domenico” perchè prende nome dalla chiesa accanto, quando invece quello era il convento dei Domenicani sin dal 1400, quando fu chiesto il nulla osta per la costruzione al beneficiato della Chiesa Madre di San Giorgio e la chiesa costruita, dopo e accanto, ha il nome della Chiesa di Santa Maria del Rosario, la dice lunga su quali sono oggi gli effetti di una politica culturale superficiale e di comodo.
Questa sensazione è ulteriormente avvalorata quando si va a consultare il totem presente a dx dell'Ufficio Turistico di c.so Umberto I, dove in alcuni passaggi, in alcuni casi anche sgrammaticati e con errori anche di semplice ortografia, si comunicano dati fuorvianti, come ad esempio che il Polittico del Duomo di San Giorgio è dell'Alibrandi, quando ormai sono decenni che il Prof. Paolo Nifosì ha scoperto essere invece proprio di Bernardino Nigro!
Insomma si pensava che si fosse toccato il fondo della parabola discendente della qualità, dell'offerta culturale e turistica a Modica con l'ultima novità sulla non casa natale di Salvatore Quasimodo in via Posterla e su tutta la narrazione enfatica e insussistente sotto il profilo storico e biografico, ma come si suol dire: ...alla irredenzione socio-culturale di Modica non c'è mai termine.
E' di questi giorni un'altra scoperta a dir poco sconcertante, che conferma questo trend pseudo-culturale che arriva anche da lontano e riguarda un personaggio molto noto a Modica e negli Stati Uniti d'America per la sua produzione musicale e cioè il M° Pietro Floridia. Non si stanno qui ad elencare le note biografiche del noto concittadino a cui è stata dedicato anche l'Auditorium, ex-cinema Moderno, ove ai comuni mortali per poter accedere alla realizzazione di attività culturali è chiesto di esborsare un oneroso “obolo”, fatto poco decoroso per una città che si candida perennemente a Capitale della Cultura, ma si sottolinea invece e soltanto che da decenni il suo nome è stato abbinato ad un palazzo stile liberty presente in corso Regina Margherita, n.77.
Ancora oggi le guide turistiche, ed altri soggetti itineranti, lo indicano e lo illustrano anche in diversi programmi mediatici, come la casa natale del M° Pietro Floridia e della sua famiglia, dove lo stesso apprendeva, proprio in quelle stanze, i primi rudimenti di pianoforte dalla madre Anna Maria Napolino. Raffaele Grana Scolari diversamente afferma che lo sentiva suonare dalla finestra di casa sua, che appunto si trovava e si trova tutt'ora in c.so San Giorgio, dirimpetto quasi a quella che era la casa anche di nascita della madre del musicista e dello zio il baronello Orazio Napolino.
Su questi presupposti “storici” in passato si è segnalato alla Provincia di Ragusa di acquisire questo bene culturale per preservarlo da eventuali altre destinazioni che avrebbero fatto scomparire questo bene culturale dal panorama cittadino; una stessa operazione vede in questo momento la probabile acquisizione della erroneamente supposta casa di Salvatore Quasimodo da parte della Regione Siciliana!
Purtroppo come per il poeta Premio Nobel per la Letteratura, anche per il caso del maestro Pietro Floridia, arriva per la città e per la buona fede dei cittadini un'altra doccia fredda e cioè, il maestro Pietro Floridia non nasce in quella casa di c.so Regina Margherita, n.77, bensì in quella di c.so San Giorgio, ove ci vive fino al momento in cui si trasferisce a Palermo, dove si sposa, a Napoli, Torino, Venezia e infine negli Stati Uniti.
Si pensa che questa indicazione sia stata data in passato all'interno di un magnifico lavoro bibliografico di Giovanni Dormiente: Pietro Floridia: musicista senza patria, da ritenere purtroppo, alla luce di nuove risultanze, poco accurato, sotto questo profilo biografico e anagrafico, studio grazie al quale sembra sia accertato inequivocabilmente dunque che quella era la casa natale e della vita modicana del maestro, tanto che l'allora Presidente della Provincia si convinse di farla acquisire per il bene comune della collettività.
Sarebbe stato invece sufficiente estrarre un certificato di nascita del maestro per sapere: ...che lo stesso è nato da Donna Maria Napolino di anni trentanove domiciliata in detto Comune strada S. Giorgio e da don Francesco Floridia di lei marito di anni quarantadue di professione proprietario domiciliato ivi nel giorno cinque di maggio anno corrente alle ore una nella casa di propria abitazione...”; Comune di Modica, Registro dello Stato Civile, volume nati 1860, f. 424 v. .
Insomma un altro svarione che si sarebbe potuto evitare, se si avesse voluto, anche perchè l'abitazione che oggi si indica come quella del maestro Floridia (in c.so Regina Margherita, 77) fu acquisita dal fratello minore Giambattista, con il matrimonio con Ottavia Blandini nella seconda metà degli anni 80 del XIX secolo e ceduta nel 900 dalla figlia alla famiglia Agosta e poi passata infine alla Provincia di Ragusa.
Peraltro la casa dove egli nasce e in cui vive fino alla gioventù, con molta probabilità era dunque di proprietà della famiglia della madre donna Anna Maria Napolino, visto che a sua volta vi era nata anch'essa nel 1821 come anche suo zio il baronello Orazio Napolino che lo adotta negli anni 80 del XIX secolo e la venerazione del M° Pietro Floridia per San Giorgio, sia per il Santo, che per l'area urbana e sociale di sua pertinenza, non potrebbe spiegarsi diversamente se non con il fatto che lo stesso vi sia nato e vissuto almeno fino alla gioventù.
Egli come sappiamo ambienta la sua opera maggiore “La Maruzza” proprio a San Giorgio, provvede alla progettazione e collaudo dell'attuale organo di San Giorgio, la sua famiglia sia materna che paterna erano a pieno titolo nei primi posti all'interno delle due Congregazione “Sangiuggiari” ossia La Cento Messe e quella del Santissimo Sacramento.
Urge a questo punto approfondire doverosamente ancora per bene l'intera vicenda e dare quindi un quadro completo, veritiero e aderente alla storia di quella che fino ad oggi è stata riportata come una “fake news” culturale di basso profilo, avallata istituzionalmente, forse inconsapevolmente e ingenuamente, anche da chi sarebbe stato preposto a controllare l'autenticità e la genuinità del “prodotto” culturale, prima di impegnare risorse erariale che sono alla fine di tutti i cittadini, compresi i modicani.
Carmelo Cataldi