LA RUBRICA DI KAIROS - " DECIDERE O NON DECIDERE... QUESTO E´ IL PROBLEMA " DELLA DOTT/SSA MARIA LUISA COLOMBO
“Decidere o non decidere … questo è il problema”
L’importanza delle scelte in un’era in cui si vuole ottenere tutto.
Recentemente spot e pubblicità in televisione fanno riferimento alla possibilità di non scegliere, di poter prendere tutto ciò che si vuole e di poterlo fare in tutta comodità. Fin quando questo messaggio rimane ancorato a certi prodotti commerciali, è pensabile e sta pure bene; il problema si pone quando questo viene generalizzato alla vita reale.
La società contemporanea ci offre molte opzioni di scelta: quante volte vi è capitato di trovarvi di fronte ad una scelta che avrebbe potuto cambiare il vostro futuro senza riuscire a prendere una decisione (cambiare lavoro o abitazione, spostarsi in un’altra città, o ancora chiudere una relazione importante). In questi casi ci si trova a pensare quale possa essere la scelta migliore o quella giusta da fare per non commettere errori, o farne meno, non sempre tutte sono conciliabili tra loro, anzi molte volte sono proprio agli antipodi e ci impongono di attivare delle opzioni piuttosto che altre, anche in modo drastico.
La scelta è un atto volontario, razionale o impulsivo, che avviene nel momento in cui si presentano più alternative possibili, e che ha sempre delle conseguenze.
Scegliere implica sempre un’assunzione di responsabilità e la capacità di affrontare e gestire i cambiamenti che una decisione importante inevitabilmente comporta e, inoltre, scegliere in assoluta autonomia permette di sperimentare, al di là delle conseguenze della scelta (positive o negative), una sensazione di libertà e di non provare nessun genere di rimpianto.
L´individuo non può, del resto, fare a meno di compiere scelte, perché anche non scegliere è in realtà una scelta!
L’incapacità di prendere una decisione può portare a scervellarsi sul problema, giorno e notte, in cerca di una soluzione. Si iniziano a presentare nella mente pensieri o immagini relative a questa o a quell’altra scelta, si cerca inutilmente l’aiuto di amici e parenti che possano scegliere al posto nostro. A volte l’indecisione, si trascina anche per lungo tempo, aspettando e sperando che siano gli eventi esterni a scegliere o vivendo con il terrore di arrivare di fronte bivio e dovere compiere una scelta forzatamente.
Il fatto è che prima o poi nella vita saremo costretti a prendere una posizione, decidere da che parte stare.
Nella peggiore delle ipotesi, cioè decidendo nel modo sbagliato, impariamo a non fare più la stessa scelta, ma ricordando che, tranne pochissimi casi, nessuna decisione è irreversibile, e questo è vero sia per le decisioni sbagliate che per quelle giuste. Una decisione rimandata o mancata può produrre più scrupoli o rimorsi di una decisione sbagliata. Da qui ne consegue che è meglio decidere male che non decidere affatto.
In genere dietro l’indecisione si nasconde la paura di sbagliare e di soffrire, di non poter più tornare indietro. Un po’ come accade nel paradosso de “l’asino di Buridano”, il quale passeggiando ad un certo punto si imbatté in due bei prati di erba, entrambi ugualmente invitanti, e non riuscendo a decidersi su dove pascolare, passarono minuti, ore, giorni… fino a quando l’asino morì di fame.
Il meccanismo decisionale è frutto della combinazione di conoscenza, abilità, esperienza e intuizione individuale; esso richiede elevate capacità di giudizio e di conoscenza sia dei fattori umani, sia da quelli fisici e ambientali. Complessità ed incertezza fanno parte nel processo decisionale possono portare ad errori di giudizio sulla base di informazioni imprecise e che in casi estremi potrebbero condurre gli individui ad un rischio elevato con conseguenze drammatiche. E come dice la legge di Murphy …”se qualche cosa può andare storto lo farà sicuramente nel momento peggiore”
Decidere quindi, non è solo un atto più o meno consapevole, una differenza aritmetica tra pro e contro, è un confronto tra bisogni e desideri che ci impone di schierarci e quindi di perdere inevitabilmente qualcosa.
Occorre essere emotivamente maturi per poter tollerare l’ambiguità e l’incertezza delle situazioni di scelta e sopportare il rischio di una frustrazione conseguente la presa di decisione.
dott/ssa Maria Luisa Colombo
L’importanza delle scelte in un’era in cui si vuole ottenere tutto.
Recentemente spot e pubblicità in televisione fanno riferimento alla possibilità di non scegliere, di poter prendere tutto ciò che si vuole e di poterlo fare in tutta comodità. Fin quando questo messaggio rimane ancorato a certi prodotti commerciali, è pensabile e sta pure bene; il problema si pone quando questo viene generalizzato alla vita reale.
La società contemporanea ci offre molte opzioni di scelta: quante volte vi è capitato di trovarvi di fronte ad una scelta che avrebbe potuto cambiare il vostro futuro senza riuscire a prendere una decisione (cambiare lavoro o abitazione, spostarsi in un’altra città, o ancora chiudere una relazione importante). In questi casi ci si trova a pensare quale possa essere la scelta migliore o quella giusta da fare per non commettere errori, o farne meno, non sempre tutte sono conciliabili tra loro, anzi molte volte sono proprio agli antipodi e ci impongono di attivare delle opzioni piuttosto che altre, anche in modo drastico.
La scelta è un atto volontario, razionale o impulsivo, che avviene nel momento in cui si presentano più alternative possibili, e che ha sempre delle conseguenze.
Scegliere implica sempre un’assunzione di responsabilità e la capacità di affrontare e gestire i cambiamenti che una decisione importante inevitabilmente comporta e, inoltre, scegliere in assoluta autonomia permette di sperimentare, al di là delle conseguenze della scelta (positive o negative), una sensazione di libertà e di non provare nessun genere di rimpianto.
L´individuo non può, del resto, fare a meno di compiere scelte, perché anche non scegliere è in realtà una scelta!
L’incapacità di prendere una decisione può portare a scervellarsi sul problema, giorno e notte, in cerca di una soluzione. Si iniziano a presentare nella mente pensieri o immagini relative a questa o a quell’altra scelta, si cerca inutilmente l’aiuto di amici e parenti che possano scegliere al posto nostro. A volte l’indecisione, si trascina anche per lungo tempo, aspettando e sperando che siano gli eventi esterni a scegliere o vivendo con il terrore di arrivare di fronte bivio e dovere compiere una scelta forzatamente.
Il fatto è che prima o poi nella vita saremo costretti a prendere una posizione, decidere da che parte stare.
Nella peggiore delle ipotesi, cioè decidendo nel modo sbagliato, impariamo a non fare più la stessa scelta, ma ricordando che, tranne pochissimi casi, nessuna decisione è irreversibile, e questo è vero sia per le decisioni sbagliate che per quelle giuste. Una decisione rimandata o mancata può produrre più scrupoli o rimorsi di una decisione sbagliata. Da qui ne consegue che è meglio decidere male che non decidere affatto.
In genere dietro l’indecisione si nasconde la paura di sbagliare e di soffrire, di non poter più tornare indietro. Un po’ come accade nel paradosso de “l’asino di Buridano”, il quale passeggiando ad un certo punto si imbatté in due bei prati di erba, entrambi ugualmente invitanti, e non riuscendo a decidersi su dove pascolare, passarono minuti, ore, giorni… fino a quando l’asino morì di fame.
Il meccanismo decisionale è frutto della combinazione di conoscenza, abilità, esperienza e intuizione individuale; esso richiede elevate capacità di giudizio e di conoscenza sia dei fattori umani, sia da quelli fisici e ambientali. Complessità ed incertezza fanno parte nel processo decisionale possono portare ad errori di giudizio sulla base di informazioni imprecise e che in casi estremi potrebbero condurre gli individui ad un rischio elevato con conseguenze drammatiche. E come dice la legge di Murphy …”se qualche cosa può andare storto lo farà sicuramente nel momento peggiore”
Decidere quindi, non è solo un atto più o meno consapevole, una differenza aritmetica tra pro e contro, è un confronto tra bisogni e desideri che ci impone di schierarci e quindi di perdere inevitabilmente qualcosa.
Occorre essere emotivamente maturi per poter tollerare l’ambiguità e l’incertezza delle situazioni di scelta e sopportare il rischio di una frustrazione conseguente la presa di decisione.
dott/ssa Maria Luisa Colombo