LA RUBRICA DI KAIROS - " I LOVE SHOPPING " DELLA DOTT/SSA MARIALUISA COLOMBO
I love shopping
I bisogni di conferme che stanno dietro l´acquisto compulsivo
"Quando compri qualcosa hai la sensazione di essertelo realmente meritato. Compra soltanto quello che ti serve e nient´altro. E´ questo il trucco dello shopping ragionato. E´ proprio vero che quando ci si imbatte in un capolavoro non si può fare a meno di notarlo." (Sophie Kinsella)
Oggi, viviamo in una società caratterizzata dalla concezione in cui l´avere coincide con l´essere, in cui si spende più denaro in beni non primari e, addirittura, di avere la possibilità di poter spendere senza possedere materialmente il denaro! Ne sono un esempio carte di credito e finanziamenti.
Da non sottovalutare, in tale contesto, il ruolo della pubblicità che ci assicura di poter comprare quello che vogliamo essere! dando forma commerciale ai nostri desideri più profondi, tanto che un vestito, un profumo, un accessorio riescono a soddisfare desideri di sicurezza, conforto, identità, status sociale e potere, tanto da indurci a credere che lo shopping possa diventare una ragione di vita e permetta di cambiare la propria personalità, se non l´intera esistenza.
Sin dall´inizio della sua scoperta, lo shopping compulsivo è stato individuato come un disturbo del controllo degli impulsi, che caratterizza maggiormente le donne a partire dalla tarda adolescenza, ma anche gli uomini non ne sono esenti.
Mentre per le donne vi è una preferenza per i cosmetici, gli abiti, scarpe e gioielli; gli uomini tendono ad acquistare di più articoli sportivi e strumenti tecnologici.
Lo shopping compulsivo è una vera e propria dipendenza psichica "Sono depresso, quindi devo acquistare per tirami un po´ su!" Si comincia in maniera lieve e sporadica, per rimanere presto chiusi in un circolo vizioso che spinge a comprare e a spendere sempre di più.
Anche se ogni individuo affetto da dipendenza da shopping conduce tale attività in modo personale e del tutto peculiare, ci sono degli elementi che accomunano i compulsive shoppers e che si acuiscono in periodi specifici dell´anno, durante le festività, nei periodi di saldi e di promozioni.
Molto spesso lo shopping compulsivo è il sintomo di un disagio più profondo, che l´individuo vive da tempo: altre manie e ossessioni, disturbi dell´umore, difficoltà ad accettarsi, scarsa autostima, disturbi del comportamento alimentare. C´è inoltre un legame piuttosto complesso tra la compulsione agli acquisti e la depressione: molto spesso, infatti, i compratori coatti soffrono di episodi depressivi, durante i quali l´impulso all´acquisto è più forte e si presenta con maggior frequenza. Il tono dell´umore migliora poi facendo shopping, anche se per un tempo limitato. Illudendosi così, di avere la situazione sotto controllo.
Vi sono persone che più facilmente cadono preda delle varie forme di dipendenza. Talvolta lo stesso individuo ne presenta più d´una (ad esempio bulimia e shopping, gioco patologico e alcool, shopping e droga, ecc.), oppure può accadere che una dipendenza prenda il posto di quella che è stata da poco superata.
I disturbi del controllo degli impulsi sono caratterizzati da un´incapacità di resistere ad un impulso, a un desiderio impellente, o alla tentazione di compiere un´azione pericolosa per sé o per gli altri; prima di compiere l´azione, la persona avverte una sensazione crescente di tensione, di eccitazione o disagio; nel momento in cui commette l´azione stessa, prova piacere, gratificazione o sollievo; tuttavia dopo vi sono ripercussioni come rimorso o sensi di colpa, istaurando un circolo vizioso che riattiva la compulsione all´acquisto.
In casi estremi la perdita di controllo è tale che la persona compra cose che già possiede e da cui successivamente non riesce a distaccarsene sfociando in un´altra patologia ben più problematica la disposofobia che si traduce in accumulo spesso molto preoccupante, di oggetti anche completamente senza valore o, addirittura pericolosi per la salute. Per intenderci meglio mi riferisco a tutti quei casi trattati nel programma Sepolti in casa trasmesso su reti private qualche tempo fa.
Non sempre l´acquirente compulsivo ha grandi disponibilità economiche, spesso si tratta di persone che appartengono al ceto medio, per cui le conseguenze economiche, in termini di debiti con familiari ma anche con le banche, e psicologiche, in termini di bassa autostima e sensi di colpa, non tardano ad arrivare, portando la persona alla vergogna e all´isolamento, allontanandolo paradossalmente dagli altri e dal suo bisogno primario di affetto e riconoscimento da parte degli altri.
Vi sono delle strategie, usate in psicoterapia, che mirano ad aggirare l´ostacolo, a trovare dei modi per togliere la forza a quell´impulso irrefrenabile di comprare e spendere che si basano sull´ evitare di imporsi dei divieti sul proprio comportamento, poiché questo non fa che aumentare la voglia di infrangerli; astenersi dal comprare, o dal comprare almeno dieci oggetti uguali, in questo modo la persona gestisce il suo sintomo e il sintomo perde molta della sua forza coercitiva; girare per negozi senza acquistare niente almeno per la prima ora: la compulsione infatti si allenta se si interrompe la sequenza "sono in ansia-spendo-mi calmo".
dott/ssa Maria Luisa Colombo
I bisogni di conferme che stanno dietro l´acquisto compulsivo
"Quando compri qualcosa hai la sensazione di essertelo realmente meritato. Compra soltanto quello che ti serve e nient´altro. E´ questo il trucco dello shopping ragionato. E´ proprio vero che quando ci si imbatte in un capolavoro non si può fare a meno di notarlo." (Sophie Kinsella)
Oggi, viviamo in una società caratterizzata dalla concezione in cui l´avere coincide con l´essere, in cui si spende più denaro in beni non primari e, addirittura, di avere la possibilità di poter spendere senza possedere materialmente il denaro! Ne sono un esempio carte di credito e finanziamenti.
Da non sottovalutare, in tale contesto, il ruolo della pubblicità che ci assicura di poter comprare quello che vogliamo essere! dando forma commerciale ai nostri desideri più profondi, tanto che un vestito, un profumo, un accessorio riescono a soddisfare desideri di sicurezza, conforto, identità, status sociale e potere, tanto da indurci a credere che lo shopping possa diventare una ragione di vita e permetta di cambiare la propria personalità, se non l´intera esistenza.
Sin dall´inizio della sua scoperta, lo shopping compulsivo è stato individuato come un disturbo del controllo degli impulsi, che caratterizza maggiormente le donne a partire dalla tarda adolescenza, ma anche gli uomini non ne sono esenti.
Mentre per le donne vi è una preferenza per i cosmetici, gli abiti, scarpe e gioielli; gli uomini tendono ad acquistare di più articoli sportivi e strumenti tecnologici.
Lo shopping compulsivo è una vera e propria dipendenza psichica "Sono depresso, quindi devo acquistare per tirami un po´ su!" Si comincia in maniera lieve e sporadica, per rimanere presto chiusi in un circolo vizioso che spinge a comprare e a spendere sempre di più.
Anche se ogni individuo affetto da dipendenza da shopping conduce tale attività in modo personale e del tutto peculiare, ci sono degli elementi che accomunano i compulsive shoppers e che si acuiscono in periodi specifici dell´anno, durante le festività, nei periodi di saldi e di promozioni.
Molto spesso lo shopping compulsivo è il sintomo di un disagio più profondo, che l´individuo vive da tempo: altre manie e ossessioni, disturbi dell´umore, difficoltà ad accettarsi, scarsa autostima, disturbi del comportamento alimentare. C´è inoltre un legame piuttosto complesso tra la compulsione agli acquisti e la depressione: molto spesso, infatti, i compratori coatti soffrono di episodi depressivi, durante i quali l´impulso all´acquisto è più forte e si presenta con maggior frequenza. Il tono dell´umore migliora poi facendo shopping, anche se per un tempo limitato. Illudendosi così, di avere la situazione sotto controllo.
Vi sono persone che più facilmente cadono preda delle varie forme di dipendenza. Talvolta lo stesso individuo ne presenta più d´una (ad esempio bulimia e shopping, gioco patologico e alcool, shopping e droga, ecc.), oppure può accadere che una dipendenza prenda il posto di quella che è stata da poco superata.
I disturbi del controllo degli impulsi sono caratterizzati da un´incapacità di resistere ad un impulso, a un desiderio impellente, o alla tentazione di compiere un´azione pericolosa per sé o per gli altri; prima di compiere l´azione, la persona avverte una sensazione crescente di tensione, di eccitazione o disagio; nel momento in cui commette l´azione stessa, prova piacere, gratificazione o sollievo; tuttavia dopo vi sono ripercussioni come rimorso o sensi di colpa, istaurando un circolo vizioso che riattiva la compulsione all´acquisto.
In casi estremi la perdita di controllo è tale che la persona compra cose che già possiede e da cui successivamente non riesce a distaccarsene sfociando in un´altra patologia ben più problematica la disposofobia che si traduce in accumulo spesso molto preoccupante, di oggetti anche completamente senza valore o, addirittura pericolosi per la salute. Per intenderci meglio mi riferisco a tutti quei casi trattati nel programma Sepolti in casa trasmesso su reti private qualche tempo fa.
Non sempre l´acquirente compulsivo ha grandi disponibilità economiche, spesso si tratta di persone che appartengono al ceto medio, per cui le conseguenze economiche, in termini di debiti con familiari ma anche con le banche, e psicologiche, in termini di bassa autostima e sensi di colpa, non tardano ad arrivare, portando la persona alla vergogna e all´isolamento, allontanandolo paradossalmente dagli altri e dal suo bisogno primario di affetto e riconoscimento da parte degli altri.
Vi sono delle strategie, usate in psicoterapia, che mirano ad aggirare l´ostacolo, a trovare dei modi per togliere la forza a quell´impulso irrefrenabile di comprare e spendere che si basano sull´ evitare di imporsi dei divieti sul proprio comportamento, poiché questo non fa che aumentare la voglia di infrangerli; astenersi dal comprare, o dal comprare almeno dieci oggetti uguali, in questo modo la persona gestisce il suo sintomo e il sintomo perde molta della sua forza coercitiva; girare per negozi senza acquistare niente almeno per la prima ora: la compulsione infatti si allenta se si interrompe la sequenza "sono in ansia-spendo-mi calmo".
dott/ssa Maria Luisa Colombo