LA RUBRICA DI " KAIROS " - " LA STRAORDINARIETA´ DEL CERVELLO UMANO " DELLA DOTT/SSA MELODY BELVEDERE
LA STRAORDINARIETA´ DEL CERVELLO UMANO:
NON E´ MAI TROPPO TARDI PER MIGLIORARE LE PROPRIE CAPACITA´ COGNITIVE
Per molto tempo si è pensato che il nostro cervello fosse immutabile, rigido, interamente determinato geneticamente. Si pensava che l´ambiente non potesse avere alcuna influenza sul funzionamento del nostro sistema nervoso, e che quest´ultimo fosse destinato inesorabilmente a deteriorarsi con il tempo. Queste convinzioni si basavano sulla visione del cervello come una «macchina» che, pur facendo cose straordinarie, non poteva cambiare o crescere.
Da questo dogma derivava quindi l´impossibilità per le persone che presentano problematiche di tipo neurologico o mentale (ritardo mentale, sindrome di Down, Alzheimer, demenza senile, etc.), o che avevano subìto danni cerebrali, di migliorare le proprie condizioni di vita conseguenti alla loro menomazione o invalidità, ma anche l´improbabilità, per persone con un livello medio d´intelligenza, di migliorare le proprie capacità intellettive.
Attorno agli anni Sessanta, si è scoperto che in realtà il cervello è un organo dinamico, modificabile, plastico, sia dal punto di vista strutturale che funzionale; si è cominciato a parlare di plasticità nervosa.
La neuroplasticità indica la capacità del nostro cervello di modificarsi grazie alle interazioni con l´ambiente esterno. Fu scoperto inoltre che la plasticità è caratteristica presente, seppur in maniera ridotta, anche in un cervello adulto e che non si vada perdendo con l´aumentare dell´età; anche in età avanzata, infatti, il cervello ha la capacità di creare nuove cellule, di riprogrammarsi e di superare danni derivanti da traumi, lesioni o malattie.
In quest´ ottica appare chiaro come, grazie a training di potenziamento che possono essere seguiti da tutte le individualità e a tutte le età, le capacità denominate “cognitive” (ovvero attenzione, concentrazione, capacità di confronto, capacità di programmazione ecc.) possano essere sensibilmente rafforzate. Un programma di potenziamento aiuta quindi non solo a sviluppare nuove abilità, ma anche a utilizzare in modo migliore quelle che già si possiedono, ad ampliare il patrimonio della mente e a spingerlo verso il cambiamento. Si parte appunto da ciò che già si possiede e si iniziano nuovi modelli di azione, così che il processo di potenziamento continui.
dott/ssa Melody Belvedere
NON E´ MAI TROPPO TARDI PER MIGLIORARE LE PROPRIE CAPACITA´ COGNITIVE
Per molto tempo si è pensato che il nostro cervello fosse immutabile, rigido, interamente determinato geneticamente. Si pensava che l´ambiente non potesse avere alcuna influenza sul funzionamento del nostro sistema nervoso, e che quest´ultimo fosse destinato inesorabilmente a deteriorarsi con il tempo. Queste convinzioni si basavano sulla visione del cervello come una «macchina» che, pur facendo cose straordinarie, non poteva cambiare o crescere.
Da questo dogma derivava quindi l´impossibilità per le persone che presentano problematiche di tipo neurologico o mentale (ritardo mentale, sindrome di Down, Alzheimer, demenza senile, etc.), o che avevano subìto danni cerebrali, di migliorare le proprie condizioni di vita conseguenti alla loro menomazione o invalidità, ma anche l´improbabilità, per persone con un livello medio d´intelligenza, di migliorare le proprie capacità intellettive.
Attorno agli anni Sessanta, si è scoperto che in realtà il cervello è un organo dinamico, modificabile, plastico, sia dal punto di vista strutturale che funzionale; si è cominciato a parlare di plasticità nervosa.
La neuroplasticità indica la capacità del nostro cervello di modificarsi grazie alle interazioni con l´ambiente esterno. Fu scoperto inoltre che la plasticità è caratteristica presente, seppur in maniera ridotta, anche in un cervello adulto e che non si vada perdendo con l´aumentare dell´età; anche in età avanzata, infatti, il cervello ha la capacità di creare nuove cellule, di riprogrammarsi e di superare danni derivanti da traumi, lesioni o malattie.
In quest´ ottica appare chiaro come, grazie a training di potenziamento che possono essere seguiti da tutte le individualità e a tutte le età, le capacità denominate “cognitive” (ovvero attenzione, concentrazione, capacità di confronto, capacità di programmazione ecc.) possano essere sensibilmente rafforzate. Un programma di potenziamento aiuta quindi non solo a sviluppare nuove abilità, ma anche a utilizzare in modo migliore quelle che già si possiedono, ad ampliare il patrimonio della mente e a spingerlo verso il cambiamento. Si parte appunto da ciò che già si possiede e si iniziano nuovi modelli di azione, così che il processo di potenziamento continui.
dott/ssa Melody Belvedere