LA RUBRICA DI KAIROS - " NON BASTA UN´EMOTICON: LA COMPLESSITA´ DELLA COMUNICAZIONE " DELLA DOTT/SSA MARIALUISA COLOMBO
Comunicare, dal latino, cum e legare, vuol dire mettere in comune, far partecipe; in italiano comunicare ha il significato di far conoscere, rendere noto.
La comunicazione è un processo costituito da un soggetto che ha intenzione di far sì che il ricevente pensi o faccia qualcosa.
Il processo comunicativo si basa su alcuni elementi fondamentali:
Il sistema che trasmette (l´emittente che può essere animale, uomo, macchina); che avvia la comunicazione attraverso un messaggio.
Il ricevente, il destinatario del messaggio comunicato che accoglie il messaggio, lo decodifica, lo interpreta e lo comprende.
Un canale di comunicazione, necessario per trasferire l´informazione, il mezzo di propagazione fisica del codice (onde sonore o elettromagnetiche, scrittura, bit elettronici).
Il contenuto della comunicazione contenuto nel messaggio, l´informazione che si vuole trasmettere.
Un codice formale mediante il quale viene data una forma linguistica all’informazione parola parlata o scritta, immagine, tono impiegato per “formare” il messaggio, il tutto all’interno di un contesto di riferimento.
La comunicazione interpersonale, che coinvolge più persone, è basata su una relazione in cui gli interlocutori si influenzano vicendevolmente come in un circolo vizioso; essa è suddivisa in:
Comunicazione verbale, che avviene attraverso l’uso del linguaggio, sia scritto che orale, e che dipende da precise regole sintattiche e grammaticali.
Comunicazione non verbale, la quale invece avviene senza l’uso delle parole, ma attraverso canali diversificati, quali mimiche facciali, atteggiamento, gestualità, distanza, tono muscolare.
Comunicazione para verbale, che riguarda tono, volume e ritmo della voce di chi parla, pause ed altre espressioni sonore (come lo schiarirsi la voce) e non (come il giocherellare con le mani con qualsiasi cosa capiti a tiro).
Quando queste componenti sono coerenti ed in sintonia tra loro, la comunicazione acquista forza e crea un messaggio univoco. Al contrario, se siamo costretti a dire qualcosa in cui non crediamo, probabilmente si noterà da qualche particolare della nostra comunicazione. Le parole si possono programmare, ma il nostro corpo non sa mentire.
Non sempre, quindi, questi livelli comunicativi sono coerenti tra di loro … quante volte ci è capitato di parlare con delle persone che si mostrano interessate ad un argomento ma poi mettono in atto un comportamento distratto, una postura che tende alla fuga o addirittura prendono lo smartphone, questo sta a dimostrare che il linguaggio del corpo che non è verbale ma implicito, diretto e fatto di piccoli gesti è più veritiero di ogni espressone volontaria.
Un detto americano recita: “È inutile parlare quando il corpo strilla per te”.
Questo tipo di comunicazione è più arcaica, profonda e non l’abbiamo imparata in modo consapevole. È dovuta a secoli di conoscenza ed esperienza fatta a nostre spese, provando in prima persona i benefici o le conseguenze di un certo sorriso, di un gesto, di una smorfia, e non può essere percepita se ci troviamo dall’altra parte di un telefono, smartphone o di un pc.
Il mondo delle telecomunicazioni ha portato grandi innovazioni nella nostra società, ha modificato il modo in cui ci interfacciamo con gli altri. Questi cambiamenti hanno coinvolto soprattutto i giovani che si sono sempre più appassionati ad un tipo di comunicazione basato sulla condivisione e la collaborazione. Con internet, soprattutto con i social network, le nuove generazioni hanno la possibilità di conoscere, esplorare e scoprire altre realtà, altri popoli con culture e tradizioni diverse dalle proprie. Persone di Paesi diversi hanno così la possibilità di conoscersi e instaurare forti legami di amicizia anche se vivono in luoghi molto lontani.
L’introduzione di internet e di uno nuovo modo di “trasmettere” ha portato al cambiamento dei meccanismi attraverso i quali il sapere viene diffuso.
Ma comunichiamo di più? Che cosa comunichiamo? Si tratta di vera comunicazione? Siamo sicuri che il messaggio che mandiamo venga recepito nel modo giusto?
Non c’è dubbio che vi siano più interconnessioni, e che gli individui di tutte le età sperimentano ogni giorno nuovi modi per comunicare; tuttavia, il messaggio che viene trasmesso è un messaggio unidirezionale, che non sempre e non subito, probabilmente, avrà una risposta, e soprattutto manca di quella valenza non solo emotiva, di cui parlavamo poco più sopra a proposito di non verbale e para verbale, che contraddistingue il modo di parlare di ciascuno di noi nel rapportarci con gli altri.
Dott/ssa Marialuisa Colombo
La comunicazione è un processo costituito da un soggetto che ha intenzione di far sì che il ricevente pensi o faccia qualcosa.
Il processo comunicativo si basa su alcuni elementi fondamentali:
Il sistema che trasmette (l´emittente che può essere animale, uomo, macchina); che avvia la comunicazione attraverso un messaggio.
Il ricevente, il destinatario del messaggio comunicato che accoglie il messaggio, lo decodifica, lo interpreta e lo comprende.
Un canale di comunicazione, necessario per trasferire l´informazione, il mezzo di propagazione fisica del codice (onde sonore o elettromagnetiche, scrittura, bit elettronici).
Il contenuto della comunicazione contenuto nel messaggio, l´informazione che si vuole trasmettere.
Un codice formale mediante il quale viene data una forma linguistica all’informazione parola parlata o scritta, immagine, tono impiegato per “formare” il messaggio, il tutto all’interno di un contesto di riferimento.
La comunicazione interpersonale, che coinvolge più persone, è basata su una relazione in cui gli interlocutori si influenzano vicendevolmente come in un circolo vizioso; essa è suddivisa in:
Comunicazione verbale, che avviene attraverso l’uso del linguaggio, sia scritto che orale, e che dipende da precise regole sintattiche e grammaticali.
Comunicazione non verbale, la quale invece avviene senza l’uso delle parole, ma attraverso canali diversificati, quali mimiche facciali, atteggiamento, gestualità, distanza, tono muscolare.
Comunicazione para verbale, che riguarda tono, volume e ritmo della voce di chi parla, pause ed altre espressioni sonore (come lo schiarirsi la voce) e non (come il giocherellare con le mani con qualsiasi cosa capiti a tiro).
Quando queste componenti sono coerenti ed in sintonia tra loro, la comunicazione acquista forza e crea un messaggio univoco. Al contrario, se siamo costretti a dire qualcosa in cui non crediamo, probabilmente si noterà da qualche particolare della nostra comunicazione. Le parole si possono programmare, ma il nostro corpo non sa mentire.
Non sempre, quindi, questi livelli comunicativi sono coerenti tra di loro … quante volte ci è capitato di parlare con delle persone che si mostrano interessate ad un argomento ma poi mettono in atto un comportamento distratto, una postura che tende alla fuga o addirittura prendono lo smartphone, questo sta a dimostrare che il linguaggio del corpo che non è verbale ma implicito, diretto e fatto di piccoli gesti è più veritiero di ogni espressone volontaria.
Un detto americano recita: “È inutile parlare quando il corpo strilla per te”.
Questo tipo di comunicazione è più arcaica, profonda e non l’abbiamo imparata in modo consapevole. È dovuta a secoli di conoscenza ed esperienza fatta a nostre spese, provando in prima persona i benefici o le conseguenze di un certo sorriso, di un gesto, di una smorfia, e non può essere percepita se ci troviamo dall’altra parte di un telefono, smartphone o di un pc.
Il mondo delle telecomunicazioni ha portato grandi innovazioni nella nostra società, ha modificato il modo in cui ci interfacciamo con gli altri. Questi cambiamenti hanno coinvolto soprattutto i giovani che si sono sempre più appassionati ad un tipo di comunicazione basato sulla condivisione e la collaborazione. Con internet, soprattutto con i social network, le nuove generazioni hanno la possibilità di conoscere, esplorare e scoprire altre realtà, altri popoli con culture e tradizioni diverse dalle proprie. Persone di Paesi diversi hanno così la possibilità di conoscersi e instaurare forti legami di amicizia anche se vivono in luoghi molto lontani.
L’introduzione di internet e di uno nuovo modo di “trasmettere” ha portato al cambiamento dei meccanismi attraverso i quali il sapere viene diffuso.
Ma comunichiamo di più? Che cosa comunichiamo? Si tratta di vera comunicazione? Siamo sicuri che il messaggio che mandiamo venga recepito nel modo giusto?
Non c’è dubbio che vi siano più interconnessioni, e che gli individui di tutte le età sperimentano ogni giorno nuovi modi per comunicare; tuttavia, il messaggio che viene trasmesso è un messaggio unidirezionale, che non sempre e non subito, probabilmente, avrà una risposta, e soprattutto manca di quella valenza non solo emotiva, di cui parlavamo poco più sopra a proposito di non verbale e para verbale, che contraddistingue il modo di parlare di ciascuno di noi nel rapportarci con gli altri.
Dott/ssa Marialuisa Colombo