LA RUBRICA DI " KAIROS " - " PROMOSSI O BOCCIATI ? " DELLA DOTT/SSA SARA SOLARINO
Promossi o bocciati?
Tempo di pagelle e voti, ... ma servono davvero?
La fine dell´anno scolastico è arrivata e con essa arrivano le tante sospirate pagelle.
Ma cosa sono le pagelle o schede di valutazione? Le pagelle sono il documento che riepiloga i risultati scolastici per le singole materie di tutti gli allievi, dalla scuola primaria alla scuola secondaria. Sono consegnate alla fine dell´anno con i dati della promozione o della bocciatura.
In Italia la votazione avviene in maniera numerica da 1 a 10, dove 1 corrisponde alla gravissima insufficienza mentre il 10 all´eccellenza e il 6 è la sufficienza per essere promossi. Ma questo tipo di votazione non avviene in ogni Stato allo stesso modo. All´estero i voti si differenziano tra scale numeriche, lettere dall´A alla F e giudizi.
È chiaro a tutti che il voto è la sintesi di un processo didattico, la valutazione, che unitamente all´insegnamento porta lo studente ad apprendere ed essere consapevole di quanto appreso, o di quanto non appreso. Ma non è sempre così.
I voti numerici molte volte non ci fanno comprendere quanto e cosa ha davvero appreso lo studente e spesso quello studente è considerato quel voto, quel 6 in storia o il 4 in matematica. Forse i giudizi che si usavano fino a qualche anno fa potrebbero essere più utili a capire che cosa ha appreso lo studente in questione. Come si è comportato in classe? È stato attento? Si è dimostrato interessato alle lezioni? Ha raggiunto gli obiettivi che erano stati previsti? Un semplice voto può rispondere a tutte queste domande?
Purtroppo gli insegnanti non possono evitare di mettere i voti perché fanno parte del loro lavoro e non possono decidere in che modo valutare gli studenti, se con voti numerici o giudizi. E anche se a volte preferiscono non farlo devono farlo perché la valutazione fa parte della scuola. Molte volte è difficile per un insegnante dare un voto negativo a un bambino, soprattutto quando ancora frequenta la scuola primaria. Perché dare un voto negativo a un bambino che magari si è impegnato, che ha dato il massimo, ma non è riuscito a raggiungere lo stesso i suoi obiettivi fa star male non solo i bambini che lo ricevono, ma anche gli insegnanti che quel voto sono costretti a darlo.
Il "maestro" Manzi riportava, in tutte le schede di valutazione di tutti gli studenti, la stessa formula "Ha fatto quel che può, quel che non può non fa".
Perché in fondo è così, ogni bambino cerca di fare il massimo che può a scuola, ma non tutti riescono ad ottenere gli stessi risultati. Ci sono bambini più bravi in storia, altri in italiano, altri in arte, e così via. Ogni bambino ha piacere di portare a casa un bel voto alla fine dell´anno e spesso ci dimentichiamo che il voto negativo può abbassare l´autostima e la considerazione in se stessi. Questo non significa che a tutti i bambini debbano essere dati voti alti, al contrario ogni bambino è diverso e ha vissuto l´anno scolastico in maniera diversa e nei voti, in quel numero, spesso non sono considerati tanti fattori che rendono unico quel bambino. Perché i bambini non sono solo i loro voti scolastici, ma molto spesso questi voti finiscono per rappresentarli, sia dalla parte degli insegnanti, che da quella degli studenti stessi, e dei loro genitori.
La scuola serve fondamentalmente per imparare, e imparare non vuol dire cercare disperatamente di prendere 6 e poi non ricordare più niente l´anno prossimo, ma molto spesso ce ne dimentichiamo. Quando si studia, lo si fa per il voto, quando si fa un compito, è per il voto, è logico quindi che quando ci consegnano una verifica o scrivono il voto in pagella guardiamo subito quello. Come se dal voto dipendesse tutto, ma non è così. Il voto può essere un forte incentivo a studiare ma bisogna ricordarsi sempre che quel voto non sei tu, il voto non esprime noi stessi. Bisogna ricordarsi sempre di guardare ciò che è stato imparato e gli errori, non il voto.
dott/ssa Sara Solarino
Tempo di pagelle e voti, ... ma servono davvero?
La fine dell´anno scolastico è arrivata e con essa arrivano le tante sospirate pagelle.
Ma cosa sono le pagelle o schede di valutazione? Le pagelle sono il documento che riepiloga i risultati scolastici per le singole materie di tutti gli allievi, dalla scuola primaria alla scuola secondaria. Sono consegnate alla fine dell´anno con i dati della promozione o della bocciatura.
In Italia la votazione avviene in maniera numerica da 1 a 10, dove 1 corrisponde alla gravissima insufficienza mentre il 10 all´eccellenza e il 6 è la sufficienza per essere promossi. Ma questo tipo di votazione non avviene in ogni Stato allo stesso modo. All´estero i voti si differenziano tra scale numeriche, lettere dall´A alla F e giudizi.
È chiaro a tutti che il voto è la sintesi di un processo didattico, la valutazione, che unitamente all´insegnamento porta lo studente ad apprendere ed essere consapevole di quanto appreso, o di quanto non appreso. Ma non è sempre così.
I voti numerici molte volte non ci fanno comprendere quanto e cosa ha davvero appreso lo studente e spesso quello studente è considerato quel voto, quel 6 in storia o il 4 in matematica. Forse i giudizi che si usavano fino a qualche anno fa potrebbero essere più utili a capire che cosa ha appreso lo studente in questione. Come si è comportato in classe? È stato attento? Si è dimostrato interessato alle lezioni? Ha raggiunto gli obiettivi che erano stati previsti? Un semplice voto può rispondere a tutte queste domande?
Purtroppo gli insegnanti non possono evitare di mettere i voti perché fanno parte del loro lavoro e non possono decidere in che modo valutare gli studenti, se con voti numerici o giudizi. E anche se a volte preferiscono non farlo devono farlo perché la valutazione fa parte della scuola. Molte volte è difficile per un insegnante dare un voto negativo a un bambino, soprattutto quando ancora frequenta la scuola primaria. Perché dare un voto negativo a un bambino che magari si è impegnato, che ha dato il massimo, ma non è riuscito a raggiungere lo stesso i suoi obiettivi fa star male non solo i bambini che lo ricevono, ma anche gli insegnanti che quel voto sono costretti a darlo.
Il "maestro" Manzi riportava, in tutte le schede di valutazione di tutti gli studenti, la stessa formula "Ha fatto quel che può, quel che non può non fa".
Perché in fondo è così, ogni bambino cerca di fare il massimo che può a scuola, ma non tutti riescono ad ottenere gli stessi risultati. Ci sono bambini più bravi in storia, altri in italiano, altri in arte, e così via. Ogni bambino ha piacere di portare a casa un bel voto alla fine dell´anno e spesso ci dimentichiamo che il voto negativo può abbassare l´autostima e la considerazione in se stessi. Questo non significa che a tutti i bambini debbano essere dati voti alti, al contrario ogni bambino è diverso e ha vissuto l´anno scolastico in maniera diversa e nei voti, in quel numero, spesso non sono considerati tanti fattori che rendono unico quel bambino. Perché i bambini non sono solo i loro voti scolastici, ma molto spesso questi voti finiscono per rappresentarli, sia dalla parte degli insegnanti, che da quella degli studenti stessi, e dei loro genitori.
La scuola serve fondamentalmente per imparare, e imparare non vuol dire cercare disperatamente di prendere 6 e poi non ricordare più niente l´anno prossimo, ma molto spesso ce ne dimentichiamo. Quando si studia, lo si fa per il voto, quando si fa un compito, è per il voto, è logico quindi che quando ci consegnano una verifica o scrivono il voto in pagella guardiamo subito quello. Come se dal voto dipendesse tutto, ma non è così. Il voto può essere un forte incentivo a studiare ma bisogna ricordarsi sempre che quel voto non sei tu, il voto non esprime noi stessi. Bisogna ricordarsi sempre di guardare ciò che è stato imparato e gli errori, non il voto.
dott/ssa Sara Solarino