LA RUBRICA DI " KAIROS " - " SOCIETA´ ODIERNA E DISTURBI DELLA CONDOTTA ALIMENTARE " DELLA DOTT/SSA MELODY BELVEDERE
SOCIETA´ ODIERNA E DISTURBI DELLA CONDOTTA ALIMENTARE:
quando la ricerca della perfezione sfocia in patologia
Fin dall´antichità la bellezza femminile è stata valutata e misurata sulla base di un modello estetico di riferimento, riconosciuto dalla società in un determinato contesto storico e culturale: maggiore è la somiglianza di una donna rispetto ai parametri definiti, maggiormente essa è considerata bella.
L´ideale estetico rappresenta quindi una costruzione socioculturale che si modifica continuamente e che non è quindi universale. Esso è destinato a mutare in relazione al trasformarsi delle mode, dei costumi e delle consuetudini sociali e culturali. Per tale motivo nel corso dei secoli i modelli estetici di riferimento hanno subito più e più definizioni.
La donna ideale dl XIX secolo era giunonica, piena, con fianchi larghi, seno prosperoso, collo e mani lunghe e sottili, vita flessuosa, simbolo di benessere e ricchezza. Il modello estetico del ´900 ha subito rivoluzioni a cadenza decennale: androgina negli anni ´20, con curve magre e mascoline ispirate ed evocative dell´uguaglianza dei sessi; formosa negli anni ´30 –pensiamo alle dive di Hollywood- , maggiorata con fisico "a clessidra" negli anni ´50 e donna grissino negli anni ´60 e ´70. Prendono posizione poi negli anni 80 fisici atletici dalle misure (perfette?) 90-60-90, che lasceranno poi spazio alla donna ideale degli anni 90-2000 sempre più esile e sottile, quasi eterea.
La velocità di queste rivoluzioni estetiche ha galoppato all´unisono con le rivoluzioni culturali, sociali economiche degli ultimi decenni e, come queste ultime vengono riportate nei dettagli dai mass media. Il bombardamento mediatico, attraverso cui le industrie dell´alta moda dettano legge sui modelli da seguire che subiamo, causa un meccanismo per cui tendiamo a paragonarci all´ideale estetico, con l´obiettivo di voler raggiungere quei canoni . Accade perciò che generazioni di adolescenti – e non - cerchino di imitare tale prototipo "glorificando" così il mito della magrezza e del controllo del peso. La propria immagine corporea viene così frantumata, depersonificata.
Quando si parla di immagine corporea si intende il modo in cui il soggetto sperimenta e considera il proprio corpo, ovvero il quadro mentale che ne facciamo. Al di là delle sensazioni che riceviamo, delle impressioni tattili, termiche, dolorose, ecc.,vi è l´esperienza immediata dell´esistenza di un´unità corporea che è qualcosa, appunto, di più di una percezione. È il risultato delle esperienze di una persona: delle sue percezioni, della percezione che si ha degli altri e dell´ambiente, dei suoi vissuti, delle sue emozioni. Ed è proprio da emozioni negative, quali inadeguatezza, disgusto per se stessi (per non riuscire ad essere come si vorrebbe) e per il proprio corpo, che la persona attinge per creare una forza di volontà - quasi disumana - che le permetta di trattare il proprio corpo come un oggetto senza anima da modellare, una persona il cui unico obiettivo è quello di essere accettata da una società che dice che "o sei così, o sei fuori".
Il risultato sociale di tutto ciò è l´aumento esponenziale del numero di persone che soffrono di Disturbi della Condotta Alimentare (DCA). Sono patologie caratterizzate da un´alterazione delle abitudini alimentari e da una eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo. Come precedentemente detto insorgono per lo più durante l´adolescenza e colpiscono soprattutto il sesso femminile. I principali DCA sono l´Anoressia Nervosa e la Bulimia Nervosa. A questi si aggiungono il Binge Eating Disorder e quelli non Altrimenti Specificati (categoria utilizzata per descrivere persone che soffrono di un disturbo, ma che non raggiungono i criteri per una diagnosi piena).I comportamenti tipici di una persona che soffre di tali disturbi sono: digiuno, restrizione dell´alimentazione, abbuffate (caratterizzate dalla sensazione di perdere il controllo) seguite da condotte eliminatorie (vomito, abuso di lassativi), intensa attività fisica finalizzata alla perdita di peso.
Chi soffre di un disturbo della condotta alimentare viene continuamente sconvolto da pensieri assillanti che ruotano attorno al cibo, alla paura di ingrassare e a come mascherare le condotte autolesive. Questi pensieri sono fonte d´ansia. Eventi banali quali andare in pizzeria con gli amici, partecipare ad una cena ecc. diventano difficili da seguire proprio perché direttamente legati al cibo.
Solo una piccola percentuale di chi vive questo tipo di situazione chiede aiuto, in primo luogo perché una iniziale perdita di peso può portare la persona a sentirsi meglio e ricevere complimenti, in secondo perché la capacità di mantenere il controllo su se stessi rende più sicuri. In genere sono i familiari e le persone più vicine che allarmate da un´eccessiva perdita di peso vanno a smascherare la situazione e chiedono spiegazioni al diretto interessato per poi chiedere aiuto alle strutture e ai professionisti competenti. È importante perciò individuare i campanelli d´allarme per una rapida valutazione e risoluzione del problema.
Nel corso delle settimane nella nostra rubrica, verranno descritte nel dettaglio tutte le caratteristiche, i campanelli d´allarme e le conseguenze di ogni disturbo dell´alimentazione.
dott/ssa Melody Belvedere
quando la ricerca della perfezione sfocia in patologia
Fin dall´antichità la bellezza femminile è stata valutata e misurata sulla base di un modello estetico di riferimento, riconosciuto dalla società in un determinato contesto storico e culturale: maggiore è la somiglianza di una donna rispetto ai parametri definiti, maggiormente essa è considerata bella.
L´ideale estetico rappresenta quindi una costruzione socioculturale che si modifica continuamente e che non è quindi universale. Esso è destinato a mutare in relazione al trasformarsi delle mode, dei costumi e delle consuetudini sociali e culturali. Per tale motivo nel corso dei secoli i modelli estetici di riferimento hanno subito più e più definizioni.
La donna ideale dl XIX secolo era giunonica, piena, con fianchi larghi, seno prosperoso, collo e mani lunghe e sottili, vita flessuosa, simbolo di benessere e ricchezza. Il modello estetico del ´900 ha subito rivoluzioni a cadenza decennale: androgina negli anni ´20, con curve magre e mascoline ispirate ed evocative dell´uguaglianza dei sessi; formosa negli anni ´30 –pensiamo alle dive di Hollywood- , maggiorata con fisico "a clessidra" negli anni ´50 e donna grissino negli anni ´60 e ´70. Prendono posizione poi negli anni 80 fisici atletici dalle misure (perfette?) 90-60-90, che lasceranno poi spazio alla donna ideale degli anni 90-2000 sempre più esile e sottile, quasi eterea.
La velocità di queste rivoluzioni estetiche ha galoppato all´unisono con le rivoluzioni culturali, sociali economiche degli ultimi decenni e, come queste ultime vengono riportate nei dettagli dai mass media. Il bombardamento mediatico, attraverso cui le industrie dell´alta moda dettano legge sui modelli da seguire che subiamo, causa un meccanismo per cui tendiamo a paragonarci all´ideale estetico, con l´obiettivo di voler raggiungere quei canoni . Accade perciò che generazioni di adolescenti – e non - cerchino di imitare tale prototipo "glorificando" così il mito della magrezza e del controllo del peso. La propria immagine corporea viene così frantumata, depersonificata.
Quando si parla di immagine corporea si intende il modo in cui il soggetto sperimenta e considera il proprio corpo, ovvero il quadro mentale che ne facciamo. Al di là delle sensazioni che riceviamo, delle impressioni tattili, termiche, dolorose, ecc.,vi è l´esperienza immediata dell´esistenza di un´unità corporea che è qualcosa, appunto, di più di una percezione. È il risultato delle esperienze di una persona: delle sue percezioni, della percezione che si ha degli altri e dell´ambiente, dei suoi vissuti, delle sue emozioni. Ed è proprio da emozioni negative, quali inadeguatezza, disgusto per se stessi (per non riuscire ad essere come si vorrebbe) e per il proprio corpo, che la persona attinge per creare una forza di volontà - quasi disumana - che le permetta di trattare il proprio corpo come un oggetto senza anima da modellare, una persona il cui unico obiettivo è quello di essere accettata da una società che dice che "o sei così, o sei fuori".
Il risultato sociale di tutto ciò è l´aumento esponenziale del numero di persone che soffrono di Disturbi della Condotta Alimentare (DCA). Sono patologie caratterizzate da un´alterazione delle abitudini alimentari e da una eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo. Come precedentemente detto insorgono per lo più durante l´adolescenza e colpiscono soprattutto il sesso femminile. I principali DCA sono l´Anoressia Nervosa e la Bulimia Nervosa. A questi si aggiungono il Binge Eating Disorder e quelli non Altrimenti Specificati (categoria utilizzata per descrivere persone che soffrono di un disturbo, ma che non raggiungono i criteri per una diagnosi piena).I comportamenti tipici di una persona che soffre di tali disturbi sono: digiuno, restrizione dell´alimentazione, abbuffate (caratterizzate dalla sensazione di perdere il controllo) seguite da condotte eliminatorie (vomito, abuso di lassativi), intensa attività fisica finalizzata alla perdita di peso.
Chi soffre di un disturbo della condotta alimentare viene continuamente sconvolto da pensieri assillanti che ruotano attorno al cibo, alla paura di ingrassare e a come mascherare le condotte autolesive. Questi pensieri sono fonte d´ansia. Eventi banali quali andare in pizzeria con gli amici, partecipare ad una cena ecc. diventano difficili da seguire proprio perché direttamente legati al cibo.
Solo una piccola percentuale di chi vive questo tipo di situazione chiede aiuto, in primo luogo perché una iniziale perdita di peso può portare la persona a sentirsi meglio e ricevere complimenti, in secondo perché la capacità di mantenere il controllo su se stessi rende più sicuri. In genere sono i familiari e le persone più vicine che allarmate da un´eccessiva perdita di peso vanno a smascherare la situazione e chiedono spiegazioni al diretto interessato per poi chiedere aiuto alle strutture e ai professionisti competenti. È importante perciò individuare i campanelli d´allarme per una rapida valutazione e risoluzione del problema.
Nel corso delle settimane nella nostra rubrica, verranno descritte nel dettaglio tutte le caratteristiche, i campanelli d´allarme e le conseguenze di ogni disturbo dell´alimentazione.
dott/ssa Melody Belvedere