LA RUBRICA DI " KAIROS " - " SOCIETA´ ODIERNA E DISTURBI DELLA CONDOTTA ALIMENTARE: Il Binge Eating Disorder " DELLA DOTT/SSA MELODY BELVEDERE
SOCIETA´ ODIERNA E DISTURBI DELLA CONDOTTA ALIMENTARE:
Il Binge Eating Disorder.
Nei precedenti articoli abbiamo affrontato i più noti Disturbi della Condotta Alimentare (DCA): l´anoressia nervosa e la bulimia nervosa. Per chiudere il cerchio, oggi parleremo del terzo e ultimo tra i disturbi classificati tra i DCA: il Binge Eating Disorder.
IL BED, che in italiano è l´equivalente di "crisi dell´alimentazione incontrollata", è un disturbo della condotta alimentare caratterizzato da grandi e incontrollate abbuffate -analoghe a quelle delle bulimia nervosa- che non sono seguite da alcuna pratica eliminatoria o compensatoria.
In genere il disturbo interessa soggetti adulti e quasi sempre chi ne è affetto è in sovrappeso o obeso (bisogna sottolineare però che il peso non è un criterio diagnostico). Queste persone pur detestando il loro peso e le loro rotondità e nonostante desiderino dimagrire, mangiano in maniera illogica, assalite da desiderio incontrollabile di cibo senza essere particolarmente affamate. Elemento centrale del quadro è, quindi, la perdita di controllo alimentare, durante la quale il soggetto dimentica tutte le buone intenzioni e mangia compulsivamente, spinto da emozioni e sentimenti negativi (bassa autostima, nervosismo, insoddisfazione e frustrazione per non riuscire a perdere peso etc.). I Binge Eater raccontano che durante le abbuffate dimenticano il loro stato emotivo, provocando così il cosiddetto "blocco delle emozioni". Questo è il motivo per cui si rifugiano nel cibo, concentrandosi nell´ "immediato" e mai sul "dopo". Così come abbiamo visto per la bulimia nervosa, si crea un circolo vizioso che parte ed arriva alle emozioni negative, passando per la perdita di controllo e le conseguenti abbuffate.
Chi è affetto da questo disturbo soffre psicologicamente per questa condizione molto più di persone obese che mangiano in modo non compulsivo. Si stima infatti che circa la metà delle persone affette dal disturbo soffre anche di depressione (insorta precedentemente o successivamente allo sviluppo del disturbo alimentare).
Come sempre, le conseguenze psicologiche ed emotive del disturbo sono accompagnate da disturbi fisiologici. I binge eater oltre ai comuni problemi legati al peso (disturbi cardiovascolari, gastrointestinali etc.) soffrono spessissimo di problemi metabolici.
La riabilitazione del disturbo da Binge Eating non è semplice da affrontare. Essa va sostenuta sia dal punto di vista psicologico sia da quello fisiologico a causa della complessità delle implicazioni organiche. In alcuni casi particolarmente gravi, in cui vi è la necessità di un rapido calo di peso, si può ricorrere all´uso di farmaci o alle svariate tecniche, permanenti e non, di chirurgia bariatrica. A livello psicologico si mira a correggere la "dissonanza cognitiva" che caratterizza la patologia, ovvero il non riuscire a controllare l´alimentazione pur volendo controllare il peso corporeo.
Come sempre quindi il miglior approccio è quello multidisciplinare, che va a toccare e riabilitare tutte le sfaccettature di una situazione che coinvolge e affligge non solo chi ne soffre direttamente, ma tutte le persone vicine a quest´ultimo.
Dott.ssa Melody Belvedere
Il Binge Eating Disorder.
Nei precedenti articoli abbiamo affrontato i più noti Disturbi della Condotta Alimentare (DCA): l´anoressia nervosa e la bulimia nervosa. Per chiudere il cerchio, oggi parleremo del terzo e ultimo tra i disturbi classificati tra i DCA: il Binge Eating Disorder.
IL BED, che in italiano è l´equivalente di "crisi dell´alimentazione incontrollata", è un disturbo della condotta alimentare caratterizzato da grandi e incontrollate abbuffate -analoghe a quelle delle bulimia nervosa- che non sono seguite da alcuna pratica eliminatoria o compensatoria.
In genere il disturbo interessa soggetti adulti e quasi sempre chi ne è affetto è in sovrappeso o obeso (bisogna sottolineare però che il peso non è un criterio diagnostico). Queste persone pur detestando il loro peso e le loro rotondità e nonostante desiderino dimagrire, mangiano in maniera illogica, assalite da desiderio incontrollabile di cibo senza essere particolarmente affamate. Elemento centrale del quadro è, quindi, la perdita di controllo alimentare, durante la quale il soggetto dimentica tutte le buone intenzioni e mangia compulsivamente, spinto da emozioni e sentimenti negativi (bassa autostima, nervosismo, insoddisfazione e frustrazione per non riuscire a perdere peso etc.). I Binge Eater raccontano che durante le abbuffate dimenticano il loro stato emotivo, provocando così il cosiddetto "blocco delle emozioni". Questo è il motivo per cui si rifugiano nel cibo, concentrandosi nell´ "immediato" e mai sul "dopo". Così come abbiamo visto per la bulimia nervosa, si crea un circolo vizioso che parte ed arriva alle emozioni negative, passando per la perdita di controllo e le conseguenti abbuffate.
Chi è affetto da questo disturbo soffre psicologicamente per questa condizione molto più di persone obese che mangiano in modo non compulsivo. Si stima infatti che circa la metà delle persone affette dal disturbo soffre anche di depressione (insorta precedentemente o successivamente allo sviluppo del disturbo alimentare).
Come sempre, le conseguenze psicologiche ed emotive del disturbo sono accompagnate da disturbi fisiologici. I binge eater oltre ai comuni problemi legati al peso (disturbi cardiovascolari, gastrointestinali etc.) soffrono spessissimo di problemi metabolici.
La riabilitazione del disturbo da Binge Eating non è semplice da affrontare. Essa va sostenuta sia dal punto di vista psicologico sia da quello fisiologico a causa della complessità delle implicazioni organiche. In alcuni casi particolarmente gravi, in cui vi è la necessità di un rapido calo di peso, si può ricorrere all´uso di farmaci o alle svariate tecniche, permanenti e non, di chirurgia bariatrica. A livello psicologico si mira a correggere la "dissonanza cognitiva" che caratterizza la patologia, ovvero il non riuscire a controllare l´alimentazione pur volendo controllare il peso corporeo.
Come sempre quindi il miglior approccio è quello multidisciplinare, che va a toccare e riabilitare tutte le sfaccettature di una situazione che coinvolge e affligge non solo chi ne soffre direttamente, ma tutte le persone vicine a quest´ultimo.
Dott.ssa Melody Belvedere