LA RUBRICA DI " KAIROS " - " SOCIETA´ ODIERNA E DISTURBI DELLA CONDOTTA ALIMENTARE: La bulimia nervosa " DELLA DOTT/SSA MELODY BELVEDERE
Fame da bue. O meglio: boulimía, composto di (bôus) "bue" e (limós) "fame".
È dal greco che deriva il nome del Disturbo della Condotta Alimentare di cui parleremo nell´articolo della settimana: la bulimia nervosa.
La persona affetta da bulimia nervosa presenta solitamente un peso corporeo normale (o addirittura sovrappeso), ma è attanagliata da un´eccessiva preoccupazione riguardo la dieta e le forme del corpo.
Il rischio di presenza è di circa nove volte superiore nelle donne rispetto agli uomini. Circa l´1% delle giovani donne soffrono di bulimia per un certo periodo di tempo e circa il 2% - 3% hanno sperimentato la condizione in un momento della loro vita.
Una persona viene considerata bulimica se presenta una sintomatologia per cui va incontro a ricorrenti episodi di crisi bulimiche, ovvero l´ introduzione in un definito periodo di tempo (per esempio di due ore), di una quantità di cibo che è decisamente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo e nelle stesse circostanze. Durante queste crisi la persona è affetta da una sensazione di perdita di controllo sulle quantità e sulla qualità di quello che si mangia durante l´episodio .
Questi eventi sono poi seguiti da comportamenti inappropriati finalizzati al controllo del peso: vomito autoindotto, uso improprio di lassativi e/o diuretici, clisteri (bulimia purgativa), digiuno e intensa attività fisica (bulimia non purgativa).
Per una diagnosi accertata, tali episodi devono verificarsi almeno due volte alla settimana per almeno tre mesi.
Emotivamente in una prima fase le abbuffate possono allentare la tensione del dover seguire in modo ferreo una dieta; col passare del tempo determinano però emozioni negative come il senso di colpa, la vergogna, il disgusto e non meno la paura di ingrassare, provocano a loro volta nella persona: bassa autostima, solitudine e rabbia.
Tutto ciò alimenta il circolo vizioso della bulimia: preoccupazione per il peso corporeo → dieta ferrea → abbuffate seguite da condotte eliminatorie → emozioni negative → bassa autostima.
Le conseguenze di queste condotte sull´organismo sono: una cospicua e permanente perdita dello smalto dentale, specialmente a livello delle superfici linguali dei denti incisivi dovuti ai succhi gastrici presenti nel vomito: i denti diventano scheggiati, intaccati, e "tarlati"; un ingrossamento delle ghiandole salivari, in special modo le parotidi, che creano il cosiddetto "effetto rana". Gli angoli della bocca appaiono spesso screpolati a causa del passaggio del vomito; la pelle può, nei casi più gravi, apparire rovinata, secca e squamosa, come pure si può assistere ad un diradamento o alla perdita di capelli. Le mani e le dita spesso sono segnate da piccole ferite o escoriazioni generate dall´autoinduzione del vomito. Queste conseguenze sono accompagnate da disturbi gastrointestinali (ulcere dello stomaco e dell´esofago, diverticoli) e disturbi neurologici dovuti a carenza di vitamine.
Come sempre, riconoscere i campanelli d´allarme è essenziale per la cura tempestiva della patologia mentale. Va sempre richiesto l´aiuto di medici e professionisti che accoglieranno il diretto interessato in una struttura specializzata.
La guarigione, può essere totale, fino al ritorno ad una vita sana e di buona qualità.
dott/ssa Melody Belvedere
È dal greco che deriva il nome del Disturbo della Condotta Alimentare di cui parleremo nell´articolo della settimana: la bulimia nervosa.
La persona affetta da bulimia nervosa presenta solitamente un peso corporeo normale (o addirittura sovrappeso), ma è attanagliata da un´eccessiva preoccupazione riguardo la dieta e le forme del corpo.
Il rischio di presenza è di circa nove volte superiore nelle donne rispetto agli uomini. Circa l´1% delle giovani donne soffrono di bulimia per un certo periodo di tempo e circa il 2% - 3% hanno sperimentato la condizione in un momento della loro vita.
Una persona viene considerata bulimica se presenta una sintomatologia per cui va incontro a ricorrenti episodi di crisi bulimiche, ovvero l´ introduzione in un definito periodo di tempo (per esempio di due ore), di una quantità di cibo che è decisamente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo e nelle stesse circostanze. Durante queste crisi la persona è affetta da una sensazione di perdita di controllo sulle quantità e sulla qualità di quello che si mangia durante l´episodio .
Questi eventi sono poi seguiti da comportamenti inappropriati finalizzati al controllo del peso: vomito autoindotto, uso improprio di lassativi e/o diuretici, clisteri (bulimia purgativa), digiuno e intensa attività fisica (bulimia non purgativa).
Per una diagnosi accertata, tali episodi devono verificarsi almeno due volte alla settimana per almeno tre mesi.
Emotivamente in una prima fase le abbuffate possono allentare la tensione del dover seguire in modo ferreo una dieta; col passare del tempo determinano però emozioni negative come il senso di colpa, la vergogna, il disgusto e non meno la paura di ingrassare, provocano a loro volta nella persona: bassa autostima, solitudine e rabbia.
Tutto ciò alimenta il circolo vizioso della bulimia: preoccupazione per il peso corporeo → dieta ferrea → abbuffate seguite da condotte eliminatorie → emozioni negative → bassa autostima.
Le conseguenze di queste condotte sull´organismo sono: una cospicua e permanente perdita dello smalto dentale, specialmente a livello delle superfici linguali dei denti incisivi dovuti ai succhi gastrici presenti nel vomito: i denti diventano scheggiati, intaccati, e "tarlati"; un ingrossamento delle ghiandole salivari, in special modo le parotidi, che creano il cosiddetto "effetto rana". Gli angoli della bocca appaiono spesso screpolati a causa del passaggio del vomito; la pelle può, nei casi più gravi, apparire rovinata, secca e squamosa, come pure si può assistere ad un diradamento o alla perdita di capelli. Le mani e le dita spesso sono segnate da piccole ferite o escoriazioni generate dall´autoinduzione del vomito. Queste conseguenze sono accompagnate da disturbi gastrointestinali (ulcere dello stomaco e dell´esofago, diverticoli) e disturbi neurologici dovuti a carenza di vitamine.
Come sempre, riconoscere i campanelli d´allarme è essenziale per la cura tempestiva della patologia mentale. Va sempre richiesto l´aiuto di medici e professionisti che accoglieranno il diretto interessato in una struttura specializzata.
La guarigione, può essere totale, fino al ritorno ad una vita sana e di buona qualità.
dott/ssa Melody Belvedere