" L’AUMENTO DELLA TARI A COMISO " di Antonio Paludi
L’AUMENTO DELLA TARI A COMISO
La città di Comiso non aveva proprio bisogno dell’aumento della TARI, l’altra sera sui social, facendo un giro panoramico, ho toccato con mano la rabbia dei cittadini comisani di fronte a quest’ennesimo balzello che sommato al un sistema fiscale ormai opprimente ha fatto perdere alle Istituzioni, a tutti i livelli, la faccia amicale che dovrebbero avere, anche perché sono l’espressione democratica della volontà dei cittadini.
Le tasse ed il pagamento dei servizi sono un dovere a cui ogni buon cittadino deve ottemperare per il buon andamento d’ogni comunità, ma questo dovere economico, per essere giusto, deve essere commisurato alla capacità contributiva d’ogni singolo cittadino. Ogni connazionale, almeno quelli che hanno un lavoro, annualmente percepiscono fra venti e venticinque mila euro, le tasse devono corrispondere a questo peso economico. Stato Regioni e comuni non possono, fiscalmente, operare senza sapere la massa fiscale che si va a scaricare su una famiglia o un’impresa. Quello che sta succedendo oggi con la miriade di balzelli che provengono da più parti e che tutti pretendono dal “signor Rossi”.
In Italia ci sono tre milioni di connazionali che percepiscono il reddito di cittadinanza, migliaia di anziani con pensioni al minimo, migliaia di giovani lavoratori sottopagati, mi chiedo come si può pretendere di aumentare un servizio o una tassa di fronte a questo disastro sociale? Dopo la pandemia che ha fatto chiudere migliaia d’imprese, adesso con la guerra in Ucraina che ha cambiato la geografia politica del mondo, pensare ad un solo euro d’aggravio del fisco sulle spalle del cittadino è un pensare ingiusto, è un pensare solo a far quadrare i conti e non a dare serenità ad una comunità, serenità di cui c’è bisogno.
Stiamo pagando gli errori fatti da una classe politica (di tutti i colori) che non ha saputo guardare al futuro, che non ha avuto coraggio, che si è accontentata di gestire il quotidiano, senza avere una visione di sviluppo per la Sicilia del terzo millennio. Una classe politica fredda e indifferente di fronte alle migliaia di giovani, le nostre migliori energie, che hanno lasciato l’isola per altri lidi nazionale o internazionali. I comuni essendo l’interfaccia prossimale del cittadino, sono quelli che oggi devono far fronte alle lamentele della cittadinanza, quelli che si devono sobbarcare il peso delle responsabilità che stanno, invece, a monte. È facile governare meglio “Sgovernare” una Regione, deresponsabilizzarsi scaricando su semplici assessori la responsabilità di dover spiegare il perché a Comiso e Vittoria non si ritira il secco, il perché le strade (meno a Comiso, più a Vittoria) sono invasi dalla spazzatura.
La città di Comiso non aveva proprio bisogno dell’aumento della TARI, l’altra sera sui social, facendo un giro panoramico, ho toccato con mano la rabbia dei cittadini comisani di fronte a quest’ennesimo balzello che sommato al un sistema fiscale ormai opprimente ha fatto perdere alle Istituzioni, a tutti i livelli, la faccia amicale che dovrebbero avere, anche perché sono l’espressione democratica della volontà dei cittadini.
Le tasse ed il pagamento dei servizi sono un dovere a cui ogni buon cittadino deve ottemperare per il buon andamento d’ogni comunità, ma questo dovere economico, per essere giusto, deve essere commisurato alla capacità contributiva d’ogni singolo cittadino. Ogni connazionale, almeno quelli che hanno un lavoro, annualmente percepiscono fra venti e venticinque mila euro, le tasse devono corrispondere a questo peso economico. Stato Regioni e comuni non possono, fiscalmente, operare senza sapere la massa fiscale che si va a scaricare su una famiglia o un’impresa. Quello che sta succedendo oggi con la miriade di balzelli che provengono da più parti e che tutti pretendono dal “signor Rossi”.
In Italia ci sono tre milioni di connazionali che percepiscono il reddito di cittadinanza, migliaia di anziani con pensioni al minimo, migliaia di giovani lavoratori sottopagati, mi chiedo come si può pretendere di aumentare un servizio o una tassa di fronte a questo disastro sociale? Dopo la pandemia che ha fatto chiudere migliaia d’imprese, adesso con la guerra in Ucraina che ha cambiato la geografia politica del mondo, pensare ad un solo euro d’aggravio del fisco sulle spalle del cittadino è un pensare ingiusto, è un pensare solo a far quadrare i conti e non a dare serenità ad una comunità, serenità di cui c’è bisogno.
Stiamo pagando gli errori fatti da una classe politica (di tutti i colori) che non ha saputo guardare al futuro, che non ha avuto coraggio, che si è accontentata di gestire il quotidiano, senza avere una visione di sviluppo per la Sicilia del terzo millennio. Una classe politica fredda e indifferente di fronte alle migliaia di giovani, le nostre migliori energie, che hanno lasciato l’isola per altri lidi nazionale o internazionali. I comuni essendo l’interfaccia prossimale del cittadino, sono quelli che oggi devono far fronte alle lamentele della cittadinanza, quelli che si devono sobbarcare il peso delle responsabilità che stanno, invece, a monte. È facile governare meglio “Sgovernare” una Regione, deresponsabilizzarsi scaricando su semplici assessori la responsabilità di dover spiegare il perché a Comiso e Vittoria non si ritira il secco, il perché le strade (meno a Comiso, più a Vittoria) sono invasi dalla spazzatura.
Per ritornare all’aumento della TARI nel nostro comune, ho letto 25 Euro all’anno, bisogna gridare “NO” a quest’altro aumento. L’assessore Pepi, nei suoi comunicati, asserisce che il servizio è tutto a carico dei cittadini al 100 %, è sempre stato così, non esistono supplenti che sostituiscono le tasche dei cittadini, in un modo o nell’altro è sempre la stessa mucca ad essere munta. Per quanto riguarda i maggiori costi per il conferimento in discarica della spazzatura prodotta, mi chiedo se questi maggiori costi siano giustificati o, in questo marasma di aumenti, non siano un ulteriore tentativo speculativo ai danni dei cittadini siciliani. Il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, in una sua audizione davanti alla commissione nazionale antimafia, ha parlato degli interessi delle mafie radicati nel ragusano e, nello specifico, dell’infiltrazione di “Cosa nostra” nel settore delle discariche, non vorrei che questo aumento si configurasse come la richiesta di una forma “pizzo occulto” a tutti i comuni iblei. L’aumento delle tariffe di conferimento nelle discariche, quindi, una forma di estorsione giocando sulle pressioni che i cittadini avrebbero fatto, ai propri comuni, nel vedere la spazzatura per strada aumentare giorno per giorno. Come si dice: tira la pietra e nascondi il braccio, tanto alla fine gli assessori con i loro sindaci gli unici a dover spiegare, mentre i veri responsabili, nell’ombra a godersi i nuovi lauti guadagni.
Antonio Paludi