LENTINI - C'E' UN'ABBAZIA CISTERCENSE DEL XIII SECOLO PRESSO AGNONE... MA NON E' VISITABILE.


ENIGMA SICULO: SAREBBE STATA UNA DELLE ABBAZIE PIU’ GRANDI E MAESTOSE DI TUTTA ITALIA.... MA...
Nota di Giuseppe Nuccio Iacono
UNo dei monumenti che potrebbero aprire un capitolo turistico di grande respiro è ad oggi ignorato!!! . Persino troppi Siciliani non ne conoscono l'esistenza!!!! Si tratta di una abbazia, le cui vestigia sono oggi proprietà privata e che andrebbero inserite nel patrimonio pubblico. Continua ad essere una avventura raggiungere quel luogo che peraltro non è accessibile perché chiuso e preclusou
perché privato.
ABBAZIA DEL MURGO
Nella piana del Murgo, non lontano da Lentini, nei pressi di Agnone Bagni esiste l’impronta pietrificata dei CISTERCENSI.
Dai documenti risulta che ai monaci dell’Ordine Cistercense che erano, al tempo, ospitati nel “Cummintazzu” dell’abbazia di Santa Maria di Roccadia, Federico II promise di costruire, in altra località, un nuovo e più grandioso complesso monastico… “in situ Leontinensi proximo, cui hodie lingua vernacula nomen Agnuni est”.
Federico II dunque preso da un “desiderio di rapporti” con il papato aveva deciso di costruire in quel luogo una maestosa basilica per ospitare la comunità cistercense di Roccadia.
La data di inizio dei lavori si può sicuramente situare tra gli anni 1220- 1225.
L’edificio, però, non fu mai portato a termine; i lavori furono sospesi quando ancora l’alzato delle mura perimetrali aveva raggiunto i 3 metri di altezza.
La motivazione di tale interruzione, per alcuni fu dovuta alla morte di Federico, per altri era riconducibile all’insalubrità dell’aria e, per altri ancora era il risultato della lotta tra Federico II e papa Gregorio IX che impose il blocco dei cantieri e fece sì che i frati restassero a Roccadia.
Ad un’attenta ricognizione interna-esterna e perimetrale si coglie subito la grande austerità e l’imponenza del disegno architettonico. Le misure dell’impianto basilicale sono di 83 metri di lunghezza e 28 di larghezza con un transetto di 41 metri per 15. La pianta (a croce latina è a tre navate) si svela per quel tipico connubio tra grandiosità e sobrietà che contraddistingue le chiese cistercensi e le sue forme denunciano pienamente gli influssi e l’origine borgognona dello stile.
Tre Absidi rettangolari la definiscono ad oriente. Il grigio portale con la sua accennata eleganza, con la sua velata bellezza, e con la sua mancata compiutezza, si fa intuire tra le modanature e le basi di colonne mai costruite o mai posizionate. Si notano persino elementi peculiari che ci portano in un volo mentale alle possenti mura di Castello Maniace di Siracusa. Stesse modanature, stesse misure, stesso spessore. Passando all’interno si notano ai lati dei filari di semicolonne, più complete e perfette I resti del Portale e sullo sfondo le costruzioni adossate alla struttura sul lato destro, che rimangono per metà incluse nelle possenti mura (spessore intorno ai 2,50m).
Per quanto riguarda l’abside si nota che erano stati intrapresi i lavori dell’arco trionfale. Agli inizi del ‘700, l’abside fu murata per ricavarci una chiesetta (nell’architrave del portale riporta incisa la data 1707).
Nota di Giuseppe Nuccio Iacono
UNo dei monumenti che potrebbero aprire un capitolo turistico di grande respiro è ad oggi ignorato!!! . Persino troppi Siciliani non ne conoscono l'esistenza!!!! Si tratta di una abbazia, le cui vestigia sono oggi proprietà privata e che andrebbero inserite nel patrimonio pubblico. Continua ad essere una avventura raggiungere quel luogo che peraltro non è accessibile perché chiuso e preclusou
perché privato.
ABBAZIA DEL MURGO
Nella piana del Murgo, non lontano da Lentini, nei pressi di Agnone Bagni esiste l’impronta pietrificata dei CISTERCENSI.
Dai documenti risulta che ai monaci dell’Ordine Cistercense che erano, al tempo, ospitati nel “Cummintazzu” dell’abbazia di Santa Maria di Roccadia, Federico II promise di costruire, in altra località, un nuovo e più grandioso complesso monastico… “in situ Leontinensi proximo, cui hodie lingua vernacula nomen Agnuni est”.
Federico II dunque preso da un “desiderio di rapporti” con il papato aveva deciso di costruire in quel luogo una maestosa basilica per ospitare la comunità cistercense di Roccadia.
La data di inizio dei lavori si può sicuramente situare tra gli anni 1220- 1225.
L’edificio, però, non fu mai portato a termine; i lavori furono sospesi quando ancora l’alzato delle mura perimetrali aveva raggiunto i 3 metri di altezza.
La motivazione di tale interruzione, per alcuni fu dovuta alla morte di Federico, per altri era riconducibile all’insalubrità dell’aria e, per altri ancora era il risultato della lotta tra Federico II e papa Gregorio IX che impose il blocco dei cantieri e fece sì che i frati restassero a Roccadia.
Ad un’attenta ricognizione interna-esterna e perimetrale si coglie subito la grande austerità e l’imponenza del disegno architettonico. Le misure dell’impianto basilicale sono di 83 metri di lunghezza e 28 di larghezza con un transetto di 41 metri per 15. La pianta (a croce latina è a tre navate) si svela per quel tipico connubio tra grandiosità e sobrietà che contraddistingue le chiese cistercensi e le sue forme denunciano pienamente gli influssi e l’origine borgognona dello stile.
Tre Absidi rettangolari la definiscono ad oriente. Il grigio portale con la sua accennata eleganza, con la sua velata bellezza, e con la sua mancata compiutezza, si fa intuire tra le modanature e le basi di colonne mai costruite o mai posizionate. Si notano persino elementi peculiari che ci portano in un volo mentale alle possenti mura di Castello Maniace di Siracusa. Stesse modanature, stesse misure, stesso spessore. Passando all’interno si notano ai lati dei filari di semicolonne, più complete e perfette I resti del Portale e sullo sfondo le costruzioni adossate alla struttura sul lato destro, che rimangono per metà incluse nelle possenti mura (spessore intorno ai 2,50m).
Per quanto riguarda l’abside si nota che erano stati intrapresi i lavori dell’arco trionfale. Agli inizi del ‘700, l’abside fu murata per ricavarci una chiesetta (nell’architrave del portale riporta incisa la data 1707).