MODICA - ALLA GALLERIA LO MAGNO LE TELE DELLA MOLDAVA IRINA OJOVAN NELLA CRITICA DI ARIANNA PIERMATTEI

Galleria Lo Magno, lo sconfinato linguaggio delle forme e dei colori nelle tele di Irina Ojovan
Dal 3 maggio al 6 giugno la Galleria Lo Magno (Via Risorgimento 91-93) ospiterà una personale dell´artista moldava Irina Ojovan, a cura di Arianna Piermattei ("Irina Ojovan", vernissage domenica 3 ore 19,00; visite: da martedì al sabato, ore 10.00- 13.00 e 16.00-20.00.)
Irina Ojovan (Chisinau, Moldavia 1988) si è formata artisticamente tra la sua terra natale e l´Italia, dove ha frequentato le Accademie di Belle Arti di Torino e Roma. Diverse le collettive in Russia, Romania, Germania, Francia e Italia cui ha preso parte. La sua prima personale nel nostro Paese è stata allestita a Comiso nel 2010. Attualmente vive e lavora a Monaco di Baviera.
Nelle sue opere (circa venti quelle in mostra, tra oli su tela e serigrafie) la Ojovan costruisce spazi di colore, forme perfette, composizioni astratte, in cui si coglie il folklore stilizzato degli ornamenti della tradizione moldava, ma anche l´origine, il passato, la cultura e il contemporaneo dell´arte.
«Ad osservare le opere della Ojovan - scrive Arianna Piermattei, critica d´arte, a proposito della mostra - non si può non passare per le reminescenze dell´Espressionismo astratto di Rothko o del movimento del Colorfield. La strada inaugurata dalla rivoluzione dell´astrazione e della liberazione dal legame oggetto-sua riconoscibilità [...] si è mossa sulla linfa dilagante di quell´albero di mondrianiana memoria che si trasformava in composizione geometrico-cromatica, passando per il dinamismo potenziale di Malevic e le atmosfere oniriche di Kandisky e Klee».
Se le campiture geometriche delle tele della Ojovan rappresentano uno spazio metafisico, «territori silenziosi o appena mossi da presenze geometriche che galleggiano o si manifestano improvvise sullo spazio in quiete, come a voler richiamare alla comunicazione in un´altra dimensione», c´è in esse, scrive la Piermattei, anche «il tentativo di misurare le sconfinate lande dell´anima, c´è il percorso "a passi tardi e lenti" per i sentieri del pensiero».
Nelle foto due oli su tela: " Pensiero quadrato n. 4 " e " Senza titolo ".
Dal 3 maggio al 6 giugno la Galleria Lo Magno (Via Risorgimento 91-93) ospiterà una personale dell´artista moldava Irina Ojovan, a cura di Arianna Piermattei ("Irina Ojovan", vernissage domenica 3 ore 19,00; visite: da martedì al sabato, ore 10.00- 13.00 e 16.00-20.00.)
Irina Ojovan (Chisinau, Moldavia 1988) si è formata artisticamente tra la sua terra natale e l´Italia, dove ha frequentato le Accademie di Belle Arti di Torino e Roma. Diverse le collettive in Russia, Romania, Germania, Francia e Italia cui ha preso parte. La sua prima personale nel nostro Paese è stata allestita a Comiso nel 2010. Attualmente vive e lavora a Monaco di Baviera.
Nelle sue opere (circa venti quelle in mostra, tra oli su tela e serigrafie) la Ojovan costruisce spazi di colore, forme perfette, composizioni astratte, in cui si coglie il folklore stilizzato degli ornamenti della tradizione moldava, ma anche l´origine, il passato, la cultura e il contemporaneo dell´arte.
«Ad osservare le opere della Ojovan - scrive Arianna Piermattei, critica d´arte, a proposito della mostra - non si può non passare per le reminescenze dell´Espressionismo astratto di Rothko o del movimento del Colorfield. La strada inaugurata dalla rivoluzione dell´astrazione e della liberazione dal legame oggetto-sua riconoscibilità [...] si è mossa sulla linfa dilagante di quell´albero di mondrianiana memoria che si trasformava in composizione geometrico-cromatica, passando per il dinamismo potenziale di Malevic e le atmosfere oniriche di Kandisky e Klee».
Se le campiture geometriche delle tele della Ojovan rappresentano uno spazio metafisico, «territori silenziosi o appena mossi da presenze geometriche che galleggiano o si manifestano improvvise sullo spazio in quiete, come a voler richiamare alla comunicazione in un´altra dimensione», c´è in esse, scrive la Piermattei, anche «il tentativo di misurare le sconfinate lande dell´anima, c´è il percorso "a passi tardi e lenti" per i sentieri del pensiero».
Nelle foto due oli su tela: " Pensiero quadrato n. 4 " e " Senza titolo ".