MODICA - CHIESA DI SANTA VENERANDA IN DEGRADO: LA DENUNCIA DELLA SOCIETA' DI STORIA PATRIA

La Società Modicana per la Storia Patria segnala alla Regione e alla Soprintendenza di Ragusa il pericolo e il degrado della Chiesa rupestre di Santa Veneranda (Santa Venera) a Modica
La Chiesa rupestre di Santa Veneranda o santa Venera a Modica è forse, insieme a quella di Santa Alessandra (in ipogeo) e San Nicolò inferiore (rupestre), una fra le più antiche chiese presenti sul territorio modicano. Le sue origini, considerato l'evidente culto basiliano si fanno risalire tra il VI e VII sec. d.C. .
La stessa fu attenzionata, studiata e descritta negli anni novanta del secolo scorso dalla dr.ssa Annamaria Sammito, la quale dedicò diversi saggi scientifici che ancora oggi fanno testo nel mondo dell'archeologia religiosa..
Essa presenta ancora il quadro originario rupestre nonché originali pitture murali che secondo l'archeologa risalgono al XIII secolo, mentre delle greche murali sono riconducibili al XVI-XVII secolo.
La chiesa si trova oggi in uno stato di totale abbandono, in balia degli eventi naturali ed atmosferici, in un ambiente del tutto disastrato e in stato di enorme degrado.
Non si sa di chi è effettivamente la titolarità e cioè se del Comune, che in passato si è limitato solo a fare una scerbatura, tale da permettere almeno che la vegetazione non oscuri completamente il sito, oppure di qualche privato che ne se ne è disinteressato oltremodo non comprendendo appieno le potenzialità storiche e artistiche della stessa, aldilà del valore materiale intrinseco.
Sta di fatto che urge immediatamente un intervento conservativo e di messa in sicurezza, perchè le poche pitture murali che riportano alla Santa, per infiltrazioni d'acqua, oppure per semplici atti di vandalismo potrebbero nell'immediato essere compromessi e persi per sempre.
Per tale motivo la Società Modicana per la Storia Patria, anche su sollecitazione del rappresentante di quartiere del quartiere Vignazza-Catena, peraltro, membro della medesima Società, Francesco Galazzo, si è fatta carico di segnalare ai competenti uffici regionali: l'Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana, il Dipartimento regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana e alla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Ragusa, lo stato di degrado del sito e la pericolosità dello stato dei luoghi così come appare oggi, al fine di suscitare un intervento immediato per la salvaguardia del sito e la conservazione degli importanti resti storici ancora presenti.
Peraltro, la stessa Società di studi rappresenta agli enti anzidetti, il differente trattamento usato per la Chiesa rupestre di Santa Veneranda rispetto a quella omologa di San Nicolò Inferiore che invece, pur essendo di proprietà privata, sta vivendo un periodo florido di attenzioni da parte degli enti preposti a tutti i livelli, tra cui anche il FAI.
Nelle stesse condizioni, se non peggio, infatti ivi non sono più presenti neanche le pitture murali dell'abside, presenti fino a qualche tempo fa, si trova la Chiesa di Sant'Alessandra nella regione Ufra di Modica, unica chiesa, o forse una delle due solo chiese in ipogeo presenti in Sicilia.
Il culto basiliano di Santa Veneranda altrimenti detta anche Santa Venera, è stato nei secoli presente anche nella Città di Modica, trasmigrato poi in quella cristiano-cattolico e rimasto in piedi fino a quasi tutto l'Ottocento.
Santa Veneranda era un protomartire nata nella Gallia romana intorno al 100 d.c., ma secondo gli abitanti di Acireale nacque in quel territorio presso quell'area oggi dedicata alle terme, e martirizzata nel 144, durante le prime persecuzioni ad opera dell'Imperatore Antonino Pio (138-161). Nel Martirologio cristiano la sua ricorrenza cade il 14 di novembre : la devozione e il culto sono diffusi in tutta la penisola, particolarmente in Sicilia e soprattutto ad Acireale (CT), ad Avola (SR) dove è Patrona della Città, a Santa Venerina (CT) centro urbano alle pendici dell'Etna che sembra prenderne il toponimo e in cui insiste la Chiesa Madre di Santa Venere, poi Grotte (AG) dove è ancora Patrona della Città e Barcellona Pozzo di Gotto (ME) dove esiste un tempietto ed una chiesa di periodo bizantino ad essa dedicata.
La Chiesa rupestre di Santa Veneranda o santa Venera a Modica è forse, insieme a quella di Santa Alessandra (in ipogeo) e San Nicolò inferiore (rupestre), una fra le più antiche chiese presenti sul territorio modicano. Le sue origini, considerato l'evidente culto basiliano si fanno risalire tra il VI e VII sec. d.C. .
La stessa fu attenzionata, studiata e descritta negli anni novanta del secolo scorso dalla dr.ssa Annamaria Sammito, la quale dedicò diversi saggi scientifici che ancora oggi fanno testo nel mondo dell'archeologia religiosa..
Essa presenta ancora il quadro originario rupestre nonché originali pitture murali che secondo l'archeologa risalgono al XIII secolo, mentre delle greche murali sono riconducibili al XVI-XVII secolo.
La chiesa si trova oggi in uno stato di totale abbandono, in balia degli eventi naturali ed atmosferici, in un ambiente del tutto disastrato e in stato di enorme degrado.
Non si sa di chi è effettivamente la titolarità e cioè se del Comune, che in passato si è limitato solo a fare una scerbatura, tale da permettere almeno che la vegetazione non oscuri completamente il sito, oppure di qualche privato che ne se ne è disinteressato oltremodo non comprendendo appieno le potenzialità storiche e artistiche della stessa, aldilà del valore materiale intrinseco.
Sta di fatto che urge immediatamente un intervento conservativo e di messa in sicurezza, perchè le poche pitture murali che riportano alla Santa, per infiltrazioni d'acqua, oppure per semplici atti di vandalismo potrebbero nell'immediato essere compromessi e persi per sempre.
Per tale motivo la Società Modicana per la Storia Patria, anche su sollecitazione del rappresentante di quartiere del quartiere Vignazza-Catena, peraltro, membro della medesima Società, Francesco Galazzo, si è fatta carico di segnalare ai competenti uffici regionali: l'Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana, il Dipartimento regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana e alla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Ragusa, lo stato di degrado del sito e la pericolosità dello stato dei luoghi così come appare oggi, al fine di suscitare un intervento immediato per la salvaguardia del sito e la conservazione degli importanti resti storici ancora presenti.
Peraltro, la stessa Società di studi rappresenta agli enti anzidetti, il differente trattamento usato per la Chiesa rupestre di Santa Veneranda rispetto a quella omologa di San Nicolò Inferiore che invece, pur essendo di proprietà privata, sta vivendo un periodo florido di attenzioni da parte degli enti preposti a tutti i livelli, tra cui anche il FAI.
Nelle stesse condizioni, se non peggio, infatti ivi non sono più presenti neanche le pitture murali dell'abside, presenti fino a qualche tempo fa, si trova la Chiesa di Sant'Alessandra nella regione Ufra di Modica, unica chiesa, o forse una delle due solo chiese in ipogeo presenti in Sicilia.
Il culto basiliano di Santa Veneranda altrimenti detta anche Santa Venera, è stato nei secoli presente anche nella Città di Modica, trasmigrato poi in quella cristiano-cattolico e rimasto in piedi fino a quasi tutto l'Ottocento.
Santa Veneranda era un protomartire nata nella Gallia romana intorno al 100 d.c., ma secondo gli abitanti di Acireale nacque in quel territorio presso quell'area oggi dedicata alle terme, e martirizzata nel 144, durante le prime persecuzioni ad opera dell'Imperatore Antonino Pio (138-161). Nel Martirologio cristiano la sua ricorrenza cade il 14 di novembre : la devozione e il culto sono diffusi in tutta la penisola, particolarmente in Sicilia e soprattutto ad Acireale (CT), ad Avola (SR) dove è Patrona della Città, a Santa Venerina (CT) centro urbano alle pendici dell'Etna che sembra prenderne il toponimo e in cui insiste la Chiesa Madre di Santa Venere, poi Grotte (AG) dove è ancora Patrona della Città e Barcellona Pozzo di Gotto (ME) dove esiste un tempietto ed una chiesa di periodo bizantino ad essa dedicata.
A Modica si conosce l'esistenza del culto della Santa a causa della storia e documentata presenza di una chiesa probabilmente di periodo bizantino, che ha dato poi nome all'area urbana presente attorno ad essa e che inizia sotto la Chiesa di San Giuseppe e termina alla confluenza del tratto terminale di via Catena.
SOCIETÀ MODICANA PER LA STORIA PATRIA
via Catena, n. 231 -97015- Modica (RG) C.F.: 90036190883 e-mail: societamodicanasp@gmail.com pec: societamodicanastoriapatria@pec.it
Assessore regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana
pec: assessorato.beni.culturali@certmail.regione.sicilia.it
Dipartimento regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana
pec: dipartimento.beni.culturali@certmail.regione.sicilia.it
Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Ragusa
pec: soprirg@certmail.regione.sicilia.it
Recentemente, a seguito di segnalazione di un nostro socio, si è voluto visitare la Chiesa rupestre di Santa Veneranda o Venera di Modica (RG), sita in vico Cannizzaro nei pressi del civico n. 8, già in passato attenzionata e studiata dalla dr.ssa Annamaria Sammito che ne fece sintesi e accurata descrizione in più interventi. La visita, a questo particolare monumento di origine probabilmente bizantina e la titolazione delle chiesa alla Santa riporta idealmente e direttamente al culto basiliano del periodo, è stata oltremodo sconcertante. Il sito si presenta esternamente disastrato e di pericoloso accesso, nell'incuria e abbandono totale. All'interno, dove si è preservata la struttura originaria, con le rispettive allocazioni scultoree, e tracce importanti di “affreschi” sulla roccia nuda, che secondo la dr.ssa Sammito sono riconducibili al periodo angioino, per la riproduzione dell'abbigliamento presente iconograficamente, scandalosamente l'incuria umana e l'opera stessa della natura, hanno fortemente deteriorato quello che nel tempo si sarebbe potuto preservare e rivalutare, anche attraverso un'opera di conservazione. Sono infatti presenti infiltrazioni di acqua piovana, che provengono dalla sovrastante roccia, un notevole scrostamento delle poche opere di arricchimento murario probabilmente avvenuto nel XVI secolo, un annerimento roccioso con impegno pericoloso delle rimanenti opere pittoriche anzidette. Non si conosce ad oggi la titolarità del sito, anche se in passato il Comune di Modica ha effettuato delle opere di pulizia all'esterno, nell'ottica di permettere un accesso al sito che risulta più complesso anche sotto il profilo storico-urbanistico, ma è certamente un sito da preservare per la sua unicità sia a livello locale che regionale, considerato che può essere considerato omologo di quello titolato della Chiesa di San Nicolò Inferiore sito sempre nella città di Modica, sito rupestre anch'esso probabilmente di origine bizantina e secondo altri normanna. Pertanto, in qualità di Presidente della Società per la Storia Patria di Modica, sentito anche il parere positivo del Direttivo societario, segnalo la predetta situazione di pericolo per l'integrità dell'attuale sito rupestre, suggerendo al contempo un intervento di carattere conservativo e di messa in sicurezza, anche soltanto da atti vandalici estemporanei che potrebbero facilmente avvenire, essendo la struttura accessibile a chiunque. In attesa di un cortese riscontro si porgono distinti saluti e si allegano foto del sito allo stato attuale.
Modica, 27 Maggio 2022
Il Presidente della Società
Dr. Carmelo Cataldi