MODICA - MOSTRA D´ARTE DI NUT E ISO: " DIARIO " A DIECI SCALINI DAL CORSO UMBERTO

A Modica nel non-luogo della sua camera da letto le figure dell´amore
"DIARIO": MOSTRA D´ARTE DI NUT E ISO
Prende il nome di "Diario" ed è installata in un luogo non- luogo, ovvero uno spazio funzionale a servizio del fruitore: è la mostra d´arte contemporanea dell´artista Nut E Iso, come la stessa ama presentarsi al pubblico. Una istallazione visitabile fino al 16 agosto a Modica , "a dieci scalini dal Corso Umberto", nella camera da letto dell´artista. Arte figurativa, nudi e volti appuntati in sequenza su un foglio, quasi un diario, un racconto interattivo, una scansione di pellicola, un dimamismo che ricopre la parete della camera da letto dell´artista. Spunti di verità o di menzogne? Punti vista. La matita la sua arma vincente. Schizzi ? No . Appunti nitidi di viaggio, erotici, privati,stesi su foglietti bianchi, tanti sulla parete della sua camera da letto, intima location tra sogni e realtà. Sono "le figure dell´amore". A parlare della mostra "Diario" è stato un autorevole professore universitario e critico, Giovanni Anceschi, artista delle seconde avanguardie del Novecento dell´arte cinetica e programmata, nonché figlio del filosofo Luciano Anceschi del Gruppo 63. Riportiamo per intero il testo annesso alla brochure-locandina che titola: "L´autrice è l´eroina", di Giovanni Anceschi
"Per l´autrice è un gioco continuo fra vero e falso. Fra semplicemente verosimile e oggettivamente veridittivo. Già il fatto di presentarsi con uno pseudonimo è il segno di una grande scelta di ambiguità..Non è facile parlare di Diario, questa grande opera ed operazione di Nut, rimanendo confinati nel quadro del linguaggio della critica e della teoria normale o specifica dell´arte figurativa. Quello che sta facendo Nut è qualcosa di diverso, di ibrido e di metamorfico. Pur generata come un ventaglio di istantanee in fondo slegate e non sequenziali questa opera è decisamente una narrazione. Una narrazione aperta, interattiva. Una narrazione tabellare.
Ed è narrazione non tanto nel senso metaforico di quella generalizzazione concettuale che attraversa ogni tipo di modalità e di linguaggio (dal romanzo al film), ma è proprio quasi coincidente con la narrazione che si fa a parole, con la narrazione verbale, alla storia raccontata, alla fiaba: le figure, un po´ come fossero emoticons, sono parole che si collegano e si dipanano dentro a una sintassi letterale e letteraria, dentro a una visual literacy.
Un grandissimo letterato, forse il più grande della stagione della neoavanguardia, Giorgio Manganelli, parlava di "letteratura come menzogna" e forse intendeva proprio che dovremmo dire "mentire un segno", ovverosia, con Umberto Eco dovremmo renderci conto che "La possibilità di mentire è il proprium della semiosi (1). O forse dovremmo dire con Peirce che "un segno è ciò che sta per qualcos´altro" in sua assenza. E del resto il termine fiction vuol dire qualcosa di finto.
Dunque vero o falso e contemporaneamente vero e insieme falso. Perché un´altro tratto essenziale di questo lavoro è il carattere di ossimoro. Ossimoro come quando si dice disgustoso piacere o silenzio assordante.
C´è qui qualcosa di davvero eccezionale: il lavoro è molto grande e ha il respiro di un grande affresco pubblico ma è disegnato a matita e ricopre una parete nell´intimo della privatissima camera da letto di Nut. La ricopre con la finzione disegnata di una marea di foglietti applicati, quasi di post-it.
Nut stringe insomma un patto con gli spettatori e promette che il lavoro dice e rappresenta il vero e il titolo "Diario" afferma esattamente questo (oltre che confermare, se ce ne fosse bisogno, il carattere letterario del lavoro). Ma anche la modalità o lo stile del disegno che è quello dell´ appunto grafico, del disegno di campagna, del carnet de voyage, ci dichiara e promette che l´autrice sta dicendo la verità. Una verità intima, privata, personale, erotica e perfino un po´morbosa. Una verità appunto catturata nel flusso del divenire del reale.
Ma invece si può venire addirittura a scoprire che questa enunciazione veritiera è una warme Lüge, una calda menzogna, come dicono i tedeschi: alcuni fra i più intimi e proprio quelli che parlano più chiaro e rappresentano i gesti e le fattezze proprie degli intercorsi fra gli amanti, sono, infatti, disegni ricavati da immagini filmiche di Greenaway tratte dal suo film Drowning by numbers (tradotto con Giochi nell´acqua ma letteralmente Affogamento nei numeri).
La menzogna si rivela in fondo come il massimo della verità. L´eroina che è anche l´autrice si auto-ritrae con modalità di disegno gestuale, dinamico, di schizzo rapido, si raffigura nella propria rete di relazioni, cogliendo se stessa dentro al fluire delle immagini cinematiche e televisive. Si coglie nella fenomenologia degli eidotipi, e dentro al caleidoscopio degli atti e delle figure dell´amore".
L´artista vive a Modica ed ha studiato Arti Visive al DAMS , Bologna.
La mostra si può visitare per appuntamento chiamando il 339-1906600.
Giovannella Galliano
"DIARIO": MOSTRA D´ARTE DI NUT E ISO
Prende il nome di "Diario" ed è installata in un luogo non- luogo, ovvero uno spazio funzionale a servizio del fruitore: è la mostra d´arte contemporanea dell´artista Nut E Iso, come la stessa ama presentarsi al pubblico. Una istallazione visitabile fino al 16 agosto a Modica , "a dieci scalini dal Corso Umberto", nella camera da letto dell´artista. Arte figurativa, nudi e volti appuntati in sequenza su un foglio, quasi un diario, un racconto interattivo, una scansione di pellicola, un dimamismo che ricopre la parete della camera da letto dell´artista. Spunti di verità o di menzogne? Punti vista. La matita la sua arma vincente. Schizzi ? No . Appunti nitidi di viaggio, erotici, privati,stesi su foglietti bianchi, tanti sulla parete della sua camera da letto, intima location tra sogni e realtà. Sono "le figure dell´amore". A parlare della mostra "Diario" è stato un autorevole professore universitario e critico, Giovanni Anceschi, artista delle seconde avanguardie del Novecento dell´arte cinetica e programmata, nonché figlio del filosofo Luciano Anceschi del Gruppo 63. Riportiamo per intero il testo annesso alla brochure-locandina che titola: "L´autrice è l´eroina", di Giovanni Anceschi
"Per l´autrice è un gioco continuo fra vero e falso. Fra semplicemente verosimile e oggettivamente veridittivo. Già il fatto di presentarsi con uno pseudonimo è il segno di una grande scelta di ambiguità..Non è facile parlare di Diario, questa grande opera ed operazione di Nut, rimanendo confinati nel quadro del linguaggio della critica e della teoria normale o specifica dell´arte figurativa. Quello che sta facendo Nut è qualcosa di diverso, di ibrido e di metamorfico. Pur generata come un ventaglio di istantanee in fondo slegate e non sequenziali questa opera è decisamente una narrazione. Una narrazione aperta, interattiva. Una narrazione tabellare.
Ed è narrazione non tanto nel senso metaforico di quella generalizzazione concettuale che attraversa ogni tipo di modalità e di linguaggio (dal romanzo al film), ma è proprio quasi coincidente con la narrazione che si fa a parole, con la narrazione verbale, alla storia raccontata, alla fiaba: le figure, un po´ come fossero emoticons, sono parole che si collegano e si dipanano dentro a una sintassi letterale e letteraria, dentro a una visual literacy.
Un grandissimo letterato, forse il più grande della stagione della neoavanguardia, Giorgio Manganelli, parlava di "letteratura come menzogna" e forse intendeva proprio che dovremmo dire "mentire un segno", ovverosia, con Umberto Eco dovremmo renderci conto che "La possibilità di mentire è il proprium della semiosi (1). O forse dovremmo dire con Peirce che "un segno è ciò che sta per qualcos´altro" in sua assenza. E del resto il termine fiction vuol dire qualcosa di finto.
Dunque vero o falso e contemporaneamente vero e insieme falso. Perché un´altro tratto essenziale di questo lavoro è il carattere di ossimoro. Ossimoro come quando si dice disgustoso piacere o silenzio assordante.
C´è qui qualcosa di davvero eccezionale: il lavoro è molto grande e ha il respiro di un grande affresco pubblico ma è disegnato a matita e ricopre una parete nell´intimo della privatissima camera da letto di Nut. La ricopre con la finzione disegnata di una marea di foglietti applicati, quasi di post-it.
Nut stringe insomma un patto con gli spettatori e promette che il lavoro dice e rappresenta il vero e il titolo "Diario" afferma esattamente questo (oltre che confermare, se ce ne fosse bisogno, il carattere letterario del lavoro). Ma anche la modalità o lo stile del disegno che è quello dell´ appunto grafico, del disegno di campagna, del carnet de voyage, ci dichiara e promette che l´autrice sta dicendo la verità. Una verità intima, privata, personale, erotica e perfino un po´morbosa. Una verità appunto catturata nel flusso del divenire del reale.
Ma invece si può venire addirittura a scoprire che questa enunciazione veritiera è una warme Lüge, una calda menzogna, come dicono i tedeschi: alcuni fra i più intimi e proprio quelli che parlano più chiaro e rappresentano i gesti e le fattezze proprie degli intercorsi fra gli amanti, sono, infatti, disegni ricavati da immagini filmiche di Greenaway tratte dal suo film Drowning by numbers (tradotto con Giochi nell´acqua ma letteralmente Affogamento nei numeri).
La menzogna si rivela in fondo come il massimo della verità. L´eroina che è anche l´autrice si auto-ritrae con modalità di disegno gestuale, dinamico, di schizzo rapido, si raffigura nella propria rete di relazioni, cogliendo se stessa dentro al fluire delle immagini cinematiche e televisive. Si coglie nella fenomenologia degli eidotipi, e dentro al caleidoscopio degli atti e delle figure dell´amore".
L´artista vive a Modica ed ha studiato Arti Visive al DAMS , Bologna.
La mostra si può visitare per appuntamento chiamando il 339-1906600.
Giovannella Galliano