IL CORSIVO - LA " BUONA SCUOLA ": BURATTINAI E BURATTINI
27-06-2015 21:56 -
Appare evidente che Renzi, come Monti, Berlusconi ed altri, sono meri esecutori di un potere che gli sta dietro. Ha senso festeggiare ancora il 25 aprile - la Liberazione da una dittatura - quando viviamo in un regime falsamente democratico? Il mondo della scuola, ci riferiamo a quella statale, ovviamente, è in subbuglio, come tutti sanno, e, nonostante i tanti attacchi subiti in questi ultimi decenni dai governi che si sono susseguiti, forse mai, come in questo momento, è stato ed è al centro di un progetto che mira a demolirlo a partire dalle fondamenta. Sui mali che affliggono la scuola italiana e sul perché in questi ultimi decenni sia stato fatto di tutto per danneggiarla, dovremmo scrivere un articolo che occuperebbe tutte le pagine del nostro giornale, ma giacché il Direttore non lo consentirebbe, dobbiamo necessariamente ridimensionare le nostre pretese. I guai della nostra scuola sono cominciati nel momento in cui si è deciso di smantellare la riforma gentiliana del 1923, l´unica, finora, che ha inciso a livello strutturale sull´organizzazione didattica, sull´impostazione metodologica e sulle finalità educative di una Istituzione così importante come quella scolastica. Il motivo per il quale occorreva smantellare l´impianto voluto da Gentile è stato ovviamente di natura ideologica e frutto di un demenziale pregiudizio: la riforma fu fatta da un intellettuale legato al regime e in epoca fascista e dunque non poteva che essere una "cattiva riforma". In base a questa logica idiota avremmo dunque dovuto abolire anche l´INPS, l´INAM, il CNR, l´ISTAT, l´INAIL e persino gli assegni familiari, e ci fermiamo qui, per carità di Patria. L´accusa più ricorrente che è stata mossa alla scuola voluta da Gentile - uno dei maggiori filosofi del Novecento, è bene non dimenticarlo - è quella di essere intrinsecamente "classista", in quanto sanciva il primato delle discipline umanistiche - considerate come il principale strumento di educazione della futura élite dirigente - su quelle tecniche. E meno male, diciamo noi, visti i risultati che abbiamo ottenuto grazie alla sistematica demolizione della nostra tradizione umanistica! Quanto all´accusa di "classismo" ci chiediamo come la si possa conciliare col fatto che proprio a quella riforma dobbiamo l´intenzione di risolvere, finalmente, l´atavica piaga dell´analfabetismo che affliggeva il nostro Paese: a quella riforma, infatti, si deve l´istituzione delle scuole serali, per consentire ai lavoratori di conseguire un titolo di studio, e la realizzazione delle scuole rurali, perché anche i ragazzi che vivevano nelle campagne non fossero esclusi dal diritto all´istruzione. E´ evidente, che una riforma varata nel ´23 necessitava di essere rivista e adeguata alle nuove realtà di una società radicalmente mutata oppure cancellata, ma a condizione che ne fosse varata un´altra, strutturale e organica come quella. Abbiamo invece assistito a interventi superficiali e spesso ridicoli effettuati da ministri cui mancavano i requisiti culturali e intellettuali - fatta eccezione per Tullio De Mauro, che però non ha avuto il tempo e la possibilità di fare praticamente nulla - per poter mettere mano ad una autentica riforma della scuola. Si pensi a Berlinguer e alla sua " straordinaria" idea di portare da 60 a 100 il massimo voto agli esami di Stato (si è trattato, com´è facile intuire, di un intervento "epocale") e alla sua sciagurata riforma degli esami di maturità: già prima di lui erano meno impegnativi di un tempo, ma dopo di lui sono diventati un esamino da licenza elementare; i candidati, infatti, hanno ormai capito benissimo che basta imparare quattro nozioni del "famigerato" percorso (e non tesina come molti impropriamente lo definiscono) voluto da Berlinguer per guadagnarsi un diploma senza troppa fatica. Si pensi poi alla Gelmini e alla sua indecorosa gaffe - che fece ridere il mondo intero - sul tunnel costruito per farvi viaggiare i neutrini (sic!). E cosa dovremmo dire poi della Moratti, di Fioroni, della Carrozza e della Giannini? Ma è mai possibile che il nostro popolo non si renda conto del degrado in atto? E mai possibile che non si provi vergogna nel pensare che questi personaggi hanno occupato la stessa poltrona che fu di intellettuali del calibro di De Sanctis, Croce e Gentile? Come si fa a non percepire tale decadenza, nel momento in cui la conoscenza è stata relegata ai margini dell´attività didattica per fare spazio alle competenze e agli innumerevoli e spesso inutili progetti che distolgono i ragazzi dall´apprendimento e dalla riflessione critica, il che è come dire dal processo formativo ed educativo che mai dovrebbe perdere la sua centralità nella realtà scolastica. La faccenda diventa più squallida se si pensa che tali progetti sono stati istituiti non soltanto per distogliere gli studenti dallo studio rigoroso e quotidiano - e di questo diremo più avanti - ma anche per consentire ai docenti meno pagati d´Europa di potere integrare il loro misero stipendio. Anche l´introduzione del registro elettronico, il cui utilizzo è stato imposto dal Ministero alle scuole di questa nostra Repubblica - sempre più sudamericana e sempre meno europea - non ha nulla a che vedere, come si vorrebbe far credere, col miglioramento del sistema educativo: la sua introduzione è da porre in relazione con questioni certamente legati ad appalti milionari che riguardano viale Trastevere a Roma: potranno essere anche appalti puliti e trasparenti, ma ciò non toglie a ciascuno di noi la libertà di poterne dubitare. L´altro motivo è sicuramente legato al fatto di dare agli insegnanti un ulteriore aggravio di lavoro di natura burocratica, come se non bastasse quello che già devono affrontare, con l´obiettivo di sottrarre loro tempo che potrebbero proficuamente utilizzare nell´insegnamento e nella interazione educativa con i loro alunni. E´ evidente che tutto questo fa il gioco del Sistema: un docente impegnato in classe a scrivere al computer, a compilare schede e inserire crocette e via dicendo,in maniera da trasformarlo pian piano in un burocrate, è un punto di riferimento, educativo e culturale, che viene tolto agli alunni, perché al Sistema nulla risulta più sgradito che avere future generazioni colte, mature e responsabili e soprattutto dotate di una salda cultura umanistica. Non ci soffermiamo sui tanti aspetti della riforma voluta da Renzi, sulla quale ci limitiamo a sottolineare la nostra totale contrarietà. Vogliamo invece soffermarci su un altro aspetto che a molti sfugge. I problemi legati al cosiddetto DDL 2994 (La buona scuola!), sono seri e gravi e per tale motivo la scuola sta protestando in maniera forte e decisa. L´errore è, ancora una volta, quello di credere che Renzi e la Giannini siano gli artefici di questa indegna riforma mentre ne sono soltanto gli esecutori; esecutori di un progetto pensato altrove e voluto da chi trama nell´ombra e detiene le chiavi del vero potere. Ciò non riguarda soltanto l´Italia perché si ricollega al tema del Mondialismo e della Globalizzazione. Ci viene in mente quanto sostenuto da Nicholas Butler membro del Council on Foreign Relations: "Il mondo si divide in tre categorie di persone: un piccolissimo numero che fa produrre gli avvenimenti; un gruppo un po´ più importante che vegli sulla loro esecuzione e assista al loro compimento, e infine una vasta maggioranza che giammai saprà ciò che in realtà è accaduto" (1). Ricordo che il Council on Foreign Relations fu fondato con i finanziamenti della famiglia Rockfeller nel 1918; era costituito da 650 membri, ovvero il gotha del mondo degli affari americano, e nacque per contrastare le tendenze isolazionistiche degli americani, contrarie agli interessi delle multinazionali: lo scopo era quello di studiare strategie globali che poi immancabilmente la Casa Bianca adottava come direttive di politica internazionale (2). Attualmente conta circa 1.400 membri, ed è composto da leaders politici e uomini d´affari. Noi crediamo che abbiano perfettamente ragione studiosi come Aronson e Sutton quando affermano che fili della storia si tirano proprio nelle logge massoniche e nei consigli di amministrazione delle multinazionali e delle grandi banche. Un gran numero di persone che contano, dirigenti di grandi multinazionali, banchieri, personaggi dell´alta finanza, sarebbero affiliati a oscuri ordini esoterici. Si pensi al banchiere americano James Warburg che il 17 febbraio 1950 alla Commissione esteri del Senato dichiarava: "Che vi piaccia o no avremo un governo mondialista, o col consenso o con la forza" (3). Insomma, una oscura oligarchia sembrerebbe tirare le fila di burattini; solo apparentemente alla ribalta della scena politica. E´ incontestabile che la mentalità degli individui e delle collettività può essere modificata da un insieme sistematico di appropriate suggestioni. David Rockfeller nel 1991, pensando di parlare a orecchie fidate, ha dichiarato che "una cospirazione esiste da quarant´anni; che essa ha lo scopo di instaurare nel segreto un governo mondiale e la sovranità nazionale dei banchieri; che il nemico dei cospiratori è l´autodeterminazione dei popoli" (4). Perché mai l´Italia dovrebbe fare eccezione? Anche noi, nel nostro piccolo, non ci facciamo mancare nulla, come ha giustamente ricordato una collega, Georgia Corrias, nella sua lettera inviata alla nota trasmissione televisiva Report. Ciò che mette in evidenza la nostra collega - e di cui scrive anche "Il Fatto Quotidiano" in un articolo dello scorso 3 giugno - conferma quel progetto occulto cui facevamo prima riferimento. "La cosiddetta "Buona Scuola" non fa che recepire quanto "consigliato" da un´Associazione che lavora da anni come consulente per la formazione e l´istruzione anche a favore di decisori pubblici. Si chiama TREELLLE ed è un ente privato sovvenzionato da Confindustria e da diverse Banche. Tra i fondatori, Attilio Oliva, Fedele Confalonieri, Giancarlo Lombardi, Luigi Marinotti, Marco Tronchetti Provera e Pietro Marzotto. Gran parte dei soci è formata da imprenditori d´assalto che hanno compreso quale grosso affare è l´educazione. Viene il dubbio che l´idea di istruzione che essi hanno in mente sia solo quella asservita agli interessi delle aziende e alle logiche del mercato. Tra i consigli forniti: eliminare il monopolio dello Stato in materia di istruzione e mettere in competizione le scuole pubbliche e le scuole private; potenziare il potere dei Presidi; aprire alle donazioni di privati e delle aziende del territorio (a cui la scuola fornirà studenti per gli stage gratuiti alias lavoro a costo zero: la tanto sbandierata alternanza scuola-lavoro); aumentare l´orario dei docenti per abbattere i costi e altro ancora. Ad aprile, mentre si delineava il testo attualmente in discussione, l´Associazione è stata invitata ad una audizione con le Camere riunite mentre i Sindacati e le componenti della scuola sono state rigorosamente tenute a distanza. Il 10 aprile la TREELLLE inviava una lettera alla Commissione Cultura della Camera in cui ribadiva i contenuti indispensabili del DDL e invitava ed essere più coraggiosi perché il testo, per quanto positivo, era ancora troppo mite!". Ricordiamo che tale Associazione è sovvenzionata dalla Compagnia di San Paolo di Torino e che specifici progetti sono stati sostenuti dalla Cassa di Risparmio di Bologna, dal Monte dei Paschi di Siena e dalla Cassa di Risparmio di Genova e Imperia. Del Comitato operativo hanno fatto parte anche due ex ministri della Pubblica Istruzione, Luigi Berlinguer e Tullio De Mauro, e nel gennaio 2008 Giuseppe Fioroni intervenne a Roma al convegno organizzato dall´ Associazione, dal titolo "Quali dirigenti per le scuole dell´autonomia?" L´obiettivo dichiarato dell´Associazione è quello di creare un nuovo modello di scuola "caratterizzato da una forte attitudine alla imprenditorialità e leaderschip". Questo cambiamento, ovviamente, non può che passare attraverso il ruolo centrale del dirigente scolastico. Come si vede, la lobby comanda e Renzi obbedisce! Il Sistema, diceva Marcuse, si ammanta di forme pluralistiche e democratiche che però sono puramente illusorie perché le decisioni, in realtà, sono sempre nelle mani di pochi. "Una confortevole, levigata, ragionevole democrazia non-libertà prevale nella civiltà industriale avanzata, segno di progresso tecnico". E´ questo potere finanziario, bancario e industriale che governa l´Europa e pertanto anche il nostro Paese. Un tempo, i nostri governi nazionali si diceva fossero costituiti dalla famosa triade -- FIAT, CIA e VATICANO - adesso, invece, da questo potere meno visibile e pertanto più potente e pericoloso. E´ tale potere che ha imposto a Berlusconi di farsi da parte, che ha insediato Monti e che adesso, tramite Renzi, impone le sue decisioni al popolo italiano, un popolo che festeggia ancora il 25 aprile senza rendersi conto dell´assurdità in cui viene a trovarsi: quale senso può avere festeggiare la fine di una dittatura quando si vive in un regime falsamente democratico e per taluni aspetti peggiore di quell´altro? Appare chiaro che Renzi, come Monti, Berlusconi e gli altri, sono meri esecutori di un potere che li sovrasta e che la logica che sta alla base di tutto ciò è quella indecorosa del do ut des. La nostra scuola è in pericolo perché tale potere ha deciso che bisogna smantellare la cultura umanistica per dare ai giovani una formazione che sia funzionale ai progetti della Confindustria ed è in pericolo perché nello stesso tempo lo smantellamento di ciò che resta del nostro Umanesimo è la condizione per creare una generazione futura che possa essere poi etero diretta e dunque manovrata a piacimento. E´ chiaro che tutto ciò può realizzarsi a condizione di trasformare i docenti da insegnanti ed educatori in una sorta di assistenti sociali e burocrati. Ma non è soltanto la scuola ad essere in pericolo ma le nostre stesse Istituzioni. Il fenomeno del Mondialismo non possiamo abbatterlo, ma tentare di cambiare questa Europa guidata da una " cricca" di affaristi senza scrupoli è un dovere al quale non possiamo sottrarci! #
1) G. Cosco, Introduzione alla microfisica del potere. Ed. La Biblioteca di Babele, Modica 2002, p. 9. 2) Cfr. G. Cosco, ibid. pp. 49-50. 3) G. Cosco, ibid. p. 14. 4) G. Cosco, ibid. p. 20.