RAGUSA - LE ASSOCIAZIONI COMMERCIALISTI AG/ PA /RG SUL CREDITO D'IMPOSTA
29-11-2021 11:54 -
PARALISI DELLA POSSIBILITA’ DI UTILIZZO DEL CREDITO D’IMPOSTA SUD
LE ASSOCIAZIONI NAZIONALI COMMERCIALISTI DI AGRIGENTO, PALERMO
E RAGUSA SI UNISCONO PER SOLLECITARE IL GOVERNO NAZIONALE
Le Associazioni nazionali commercialisti di Agrigento, Palermo e Ragusa si sono unite per chiedere al Governo nazionale di intervenire su una criticità che sta paralizzando la possibilità di utilizzo del credito d’imposta Sud per gli acquisti effettuati tramite ordine e acconto nel 2021, acquisti che non possono essere consegnati dalle ditte fornitrici entro il 31 dicembre 2021 a causa dei ritardi derivanti dalla mancanza delle materie prime. “E’ una circostanza – scrivono in un documento i presidenti delle Anc delle tre province siciliane, rispettivamente Salvatore Russo (Agrigento), Loredana Lesto (Palermo) e Rosa Anna Paolino (Ragusa) – che danneggerebbe enormemente le aziende che avevano pianificato gli investimenti in virtù della fruizione del credito d’imposta e che in caso contrario si vedrebbero costretti per legge a perfezionare l’acquisto con la consegna dei beni e a dovere pagare e sopportare il costo aumentato dei beni che farebbero saltare tutte le previsioni finanziarie che avevano giustificato l’investimento nel momento in cui era stato firmato il contratto. Tutto ciò, nel caso di un malaugurato mancato intervento del Governo, metterebbe in gravi difficoltà economiche le aziende con l’impossibilità di potere fare fronte agli impegni assunti in fase di programmazione. Occorre anche considerare l'ipotesi di chi ha fatto affidamento sulla ulteriore agevolazione derivante dal credito d’imposta per investimenti in beni strumentali nuovi – Articolo 1, commi da 1051 a 1063, della legge 30 dicembre 2020, n. 178 (legge di bilancio 2021) – che prevede un aumento della percentuale di credito riconosciuto per gli investimenti realizzati fino al 31 dicembre 2021 e la possibilità che il credito possa essere utilizzato interamente nel primo anno, limitatamente agli investimenti in beni diversi da quelli relativi a “Industria 4.0” effettuati nel 2021 da contribuenti con volume di ricavi o compensi fino a 5 milioni di euro”. Le tre associazioni sollecitano, dunque, un intervento chiarificatore in tal senso per consentire il regolare utilizzo del credito d’imposta senza alcuna evidente penalizzazione per chi vi ha fatto ricorso.