RAGUSA - CUGNATA FAVOREVOLE AL RIPRISTINO DELLE PROVINCE
Ripartire dalle Province per riorganizzare il territorio
Una delle battaglie che il candidato all'ARS nelle liste di Forza Italia, Giancarlo Cugnata, intende intestarsi, in caso di vittoria alle regionali del 25 settembre, è quella del ripristino delle province. Per Cugnata è arrivato il momento di mettere un punto ai disastri provocati dalla riforma Delrio e di ridare prestigio e decoro, ma soprattutto funzionalità e utilità, a queste realtà, fondamentali nel ruolo di tramite tra i Comuni e la Regione.
“Il ruolo delle province in Sicilia – afferma Cugnata - era quello di braccio operativo della Regione, non a caso la denominazione completa era Provincia Regionale. In quest'ottica, la Regione avrebbe dovuto e potuto spogliarsi di alcuni compiti, demandandoli alle province e ai territori. Soprattutto in piccole realtà come la provincia di Ragusa, l'ente Provincia fungeva da collante tra Regione ed enti locali, che in essa trovavano quell'Istituzione che aveva il potere di risolvere problemi che in ambito comunale non si possono risolvere. Il modello Ragusa che abbiamo pensato e realizzato tanti anni fa serviva proprio a questo: 12 comuni che, insieme, promuovevano la propria realtà grazie al sostegno di un ente sovracomunale che, ad esempio, dava loro le professionalità e la forza economica necessarie per partecipare a grandi eventi promozionali. Poi è arrivata la legge n.56 del 7 aprile 2014, ossia la legge Delrio, mai realmente attuata, ed è stato il caos”.
Secondo Cugnata, nel nome di una spending review che non c'è mai stata, si è deciso di eliminare gli amministratori provinciali e di sostituirli con i sindaci. Era palese che sarebbe stato un fallimento totale, per tutta una serie di ragioni, a cominciare dal fatto che i sindaci hanno già una mole di lavoro enorme da fare per le proprie città e non possono impegnarsi in altro. E che dire delle tante emergenze che vanno necessariamente gestite da tecnici? Inaccettabile, poi, la differenza di peso che ogni comune avrebbe avuto al momento del voto, in base alla propria popolazione, come se il cittadino di un comune piccolo valesse meno di quello che vive in uno più grande. Insomma, uno scempio al quale per Cugnata è arrivato il momento di dire basta con una legge ad hoc. “Annulliamo gli effetti di questa riforma sciagurata e torniamo all'elezione diretta di presidente e consiglieri, magari in numero inferiore rispetto al passato. Io mi batterò per questo, - fa sapere l'esponente forzista - nonchè per la chiarezza di ruoli e competenze. Le province si devono occupare di scuole, strade, rifiuti, sviluppo del territorio e miglioramento di strutture ed infrastrutture. E mentre la Regione si deve preoccupare di emettere bandi inopinabili e creare opportunità, le Province devono impegnarsi a partecipare a questi bandi per poi distribuire le risorse ai territori. Se riusciremo a fare tutto questo, a riorganizzare i territori, a ripulirli, a migliorare i servizi e le strutture ricettive, potremo finalmente iniziare a parlare di economia turistica, che adesso non c'è. Quello che abbiamo in terra iblea è un turismo mordi e fuggi (con qualche piccola eccezione) che non fa girare realmente l'economia e non permette di creare un indotto capace di dare lavoro. Io credo fermamente che per fare tutto questo occorra anche ripartire dalle Province, e per questo mi impegnerò” conclude.
Giancarlo Cugnata
Una delle battaglie che il candidato all'ARS nelle liste di Forza Italia, Giancarlo Cugnata, intende intestarsi, in caso di vittoria alle regionali del 25 settembre, è quella del ripristino delle province. Per Cugnata è arrivato il momento di mettere un punto ai disastri provocati dalla riforma Delrio e di ridare prestigio e decoro, ma soprattutto funzionalità e utilità, a queste realtà, fondamentali nel ruolo di tramite tra i Comuni e la Regione.
“Il ruolo delle province in Sicilia – afferma Cugnata - era quello di braccio operativo della Regione, non a caso la denominazione completa era Provincia Regionale. In quest'ottica, la Regione avrebbe dovuto e potuto spogliarsi di alcuni compiti, demandandoli alle province e ai territori. Soprattutto in piccole realtà come la provincia di Ragusa, l'ente Provincia fungeva da collante tra Regione ed enti locali, che in essa trovavano quell'Istituzione che aveva il potere di risolvere problemi che in ambito comunale non si possono risolvere. Il modello Ragusa che abbiamo pensato e realizzato tanti anni fa serviva proprio a questo: 12 comuni che, insieme, promuovevano la propria realtà grazie al sostegno di un ente sovracomunale che, ad esempio, dava loro le professionalità e la forza economica necessarie per partecipare a grandi eventi promozionali. Poi è arrivata la legge n.56 del 7 aprile 2014, ossia la legge Delrio, mai realmente attuata, ed è stato il caos”.
Secondo Cugnata, nel nome di una spending review che non c'è mai stata, si è deciso di eliminare gli amministratori provinciali e di sostituirli con i sindaci. Era palese che sarebbe stato un fallimento totale, per tutta una serie di ragioni, a cominciare dal fatto che i sindaci hanno già una mole di lavoro enorme da fare per le proprie città e non possono impegnarsi in altro. E che dire delle tante emergenze che vanno necessariamente gestite da tecnici? Inaccettabile, poi, la differenza di peso che ogni comune avrebbe avuto al momento del voto, in base alla propria popolazione, come se il cittadino di un comune piccolo valesse meno di quello che vive in uno più grande. Insomma, uno scempio al quale per Cugnata è arrivato il momento di dire basta con una legge ad hoc. “Annulliamo gli effetti di questa riforma sciagurata e torniamo all'elezione diretta di presidente e consiglieri, magari in numero inferiore rispetto al passato. Io mi batterò per questo, - fa sapere l'esponente forzista - nonchè per la chiarezza di ruoli e competenze. Le province si devono occupare di scuole, strade, rifiuti, sviluppo del territorio e miglioramento di strutture ed infrastrutture. E mentre la Regione si deve preoccupare di emettere bandi inopinabili e creare opportunità, le Province devono impegnarsi a partecipare a questi bandi per poi distribuire le risorse ai territori. Se riusciremo a fare tutto questo, a riorganizzare i territori, a ripulirli, a migliorare i servizi e le strutture ricettive, potremo finalmente iniziare a parlare di economia turistica, che adesso non c'è. Quello che abbiamo in terra iblea è un turismo mordi e fuggi (con qualche piccola eccezione) che non fa girare realmente l'economia e non permette di creare un indotto capace di dare lavoro. Io credo fermamente che per fare tutto questo occorra anche ripartire dalle Province, e per questo mi impegnerò” conclude.
Giancarlo Cugnata