RAGUSA - IN MEMORIA DI SARA DINATALE
Tutto è iniziato una brutta sera del febbraio 2006: Sara Dinatale, studentessa universitaria, mangia una polpetta infarcita di carne trita acquistata presso un macellaio di Catania. Non aveva ancora finito di ingoiare la carne che Sara, figlia primogenita dei proff. Gabriella Occhipinti e Luciano Dinatale, ragusani, presenta segni di malessere ed entra in coma. A nulla sono valsi gli aiuti delle compagne di abitazione di Sara ( tutte studentesse universitarie a Catania ); a nulla è valso l´intervento di un´ambulanza immediatamente intervenuta. Per alcuni attimi, per alcuni lunghissimi attimi il cervello di Sara non ha ricevuto ossigeno e il danno è stato irreversibile: da allora Sara è entrata in coma vegetativo.
Dal febbraio 2006 è iniziato il calvario per Sara, per Gabriella ( la madre ) e per Luciano ( il padre). Le prime cure, il disperato tentativo presso centri specializzati, prima Catania, poi Ferrara, poi Scicli, poi Ragusa, poi ancora il Nord: tutto è stato inutile! La diagnosi è stata terribile e impietosa: coma irreversibile!
A nessuno si augura di provare quello che hanno provato i familiari di Sara: disperazione, speranza, dolore, annichilimento e, poi, ... rabbia. Già, perchè è venuto fuori che la causa di tutto è stata la presenza di solfiti nella carne: un disonesto macellaio aveva inondato di solfiti la carne, per mantenere il colore rosso inalterato e rendere, così, il prodotto appetitoso. Nessuno ( autorità comunali, vigili sanitari etc. ) aveva effettuato controlli, manco quelli di rito .Sara era allergica ai solfiti.
E´ iniziata la trafila del dolore ... e della giustizia, invocata e solo in parte ottenuta. C´è stato, dopo anni, il riconoscimento di un risarcimento danni imposto al macellaio ( ma ancora crediamo non versato ) e non c´è stata nessuna detenzione: il tutto è avvenuto solo dopo le analisi effettuate a Palermo, mentre a Catania si nicchiava.
La vita di Luciano e di Gabriella è, ovviamente, cambiata totalmente: esami, consulti con medici, disperato tentativo di un centro specialistico per ospitare Sara per lunghi periodi, viaggi della speranza o della disperazione, necessità imposta di mantenere tranquillo Edmondo, il figlio minore, laureato all´Orientale di Napoli e in Cina per lavoro. Proprio in Cina Luciano ha realizzato un viaggio interessantissimo,su e giù per le varie province, grazie ad Edmondo, che vi ha sposato Ting-Ting; proprio in Cina Sara ha comperato un bellissimo abito da cerimonia, proprio pochi mesi prima dell´incidente e senza essere presaga del fatto che quell´abito sarebbe stato il suo abito da funerale.
Sara ha vissuto 10 anni in coma. Gabriella e Luciano si sono consumati lentamente, vegliando la figlia immobile, aspettando che si realizzasse, da un momento all´altro, il miracolo raccontato nel film " Risvegli ": hanno sperato che Sara schiudesse le palpebre, muovesse le labbra, in un momento qualsiasi del giorno o della notte, e pronunciasse la parola più bella del mondo: " mamma! ". Invano. Il miracolo non c´è stato ! Il racconto, con belle sensazioni anche se per poco, è avvenuto solo nel film. Sara immobile era e immobile è rimasta, nel suo letto di dolore, nella sua prigione di incoscienza.
Luciano si è impegnato, ha mostrato una forza da leone ( lui, che pure aveva subito poco prima un feroce infarto ), ha scritto a politici,a sindaci, a ministri, al Papa, chiedendo un intervento risolutivo per i pazienti in coma irreversibile, sperando nella creazione di un centro per lungodegenti, anche a Ragusa. Ha animato mille battaglie, mille raccolte di firme, innumerevoli petizioni, tante raccolte di fondi. Ha contattato un altro eroico genitore, Peppino Englaro, che lo ha sostenuto con il suo immenso affetto, bagnato dalle lacrime del dolore per l´immenso amore per la figlia, in coma vegetativo per 17 anni.
Ora Sara non c´è più: è andata via ieri pomeriggio alle 15,45, un anonimo e caldo pomeriggio della primavera siciliana. Sara non c´è più: è passata dal sonno inconsapevole al sonno eterno. E´ passata a una vita, dove non ci saranno medici, consulti, incomprensioni burocratiche, letti da decubito, carceri dell´anima, ipocrisie mosse da guadagno, con solfiti e con finte ispezioni sanitarie.
Ma resta l´esempio della lotta per la vita dei genitori di una ragazza ragusana morta a 32 anni, in coma da 10 anni, composta come una bambola di porcellana, con il suo abito cinese da cerimonia, in un letto di morte accarezzato dall´inconsolabile dolore di parenti e amici. Sara incontrerà - ne siamo sicuri - la figlia di Peppino Englaro: insieme sorrideranno felici per l´affetto dei genitori, anche se non hanno potuto mostrare la loro felicità, e avranno compassione per le nostre miserie, per noi che abbiamo monetizzato tutto, la salute dei giovani, le cure in ospedale e il solfito nella carne.
Girolamo Piparo
Dal febbraio 2006 è iniziato il calvario per Sara, per Gabriella ( la madre ) e per Luciano ( il padre). Le prime cure, il disperato tentativo presso centri specializzati, prima Catania, poi Ferrara, poi Scicli, poi Ragusa, poi ancora il Nord: tutto è stato inutile! La diagnosi è stata terribile e impietosa: coma irreversibile!
A nessuno si augura di provare quello che hanno provato i familiari di Sara: disperazione, speranza, dolore, annichilimento e, poi, ... rabbia. Già, perchè è venuto fuori che la causa di tutto è stata la presenza di solfiti nella carne: un disonesto macellaio aveva inondato di solfiti la carne, per mantenere il colore rosso inalterato e rendere, così, il prodotto appetitoso. Nessuno ( autorità comunali, vigili sanitari etc. ) aveva effettuato controlli, manco quelli di rito .Sara era allergica ai solfiti.
E´ iniziata la trafila del dolore ... e della giustizia, invocata e solo in parte ottenuta. C´è stato, dopo anni, il riconoscimento di un risarcimento danni imposto al macellaio ( ma ancora crediamo non versato ) e non c´è stata nessuna detenzione: il tutto è avvenuto solo dopo le analisi effettuate a Palermo, mentre a Catania si nicchiava.
La vita di Luciano e di Gabriella è, ovviamente, cambiata totalmente: esami, consulti con medici, disperato tentativo di un centro specialistico per ospitare Sara per lunghi periodi, viaggi della speranza o della disperazione, necessità imposta di mantenere tranquillo Edmondo, il figlio minore, laureato all´Orientale di Napoli e in Cina per lavoro. Proprio in Cina Luciano ha realizzato un viaggio interessantissimo,su e giù per le varie province, grazie ad Edmondo, che vi ha sposato Ting-Ting; proprio in Cina Sara ha comperato un bellissimo abito da cerimonia, proprio pochi mesi prima dell´incidente e senza essere presaga del fatto che quell´abito sarebbe stato il suo abito da funerale.
Sara ha vissuto 10 anni in coma. Gabriella e Luciano si sono consumati lentamente, vegliando la figlia immobile, aspettando che si realizzasse, da un momento all´altro, il miracolo raccontato nel film " Risvegli ": hanno sperato che Sara schiudesse le palpebre, muovesse le labbra, in un momento qualsiasi del giorno o della notte, e pronunciasse la parola più bella del mondo: " mamma! ". Invano. Il miracolo non c´è stato ! Il racconto, con belle sensazioni anche se per poco, è avvenuto solo nel film. Sara immobile era e immobile è rimasta, nel suo letto di dolore, nella sua prigione di incoscienza.
Luciano si è impegnato, ha mostrato una forza da leone ( lui, che pure aveva subito poco prima un feroce infarto ), ha scritto a politici,a sindaci, a ministri, al Papa, chiedendo un intervento risolutivo per i pazienti in coma irreversibile, sperando nella creazione di un centro per lungodegenti, anche a Ragusa. Ha animato mille battaglie, mille raccolte di firme, innumerevoli petizioni, tante raccolte di fondi. Ha contattato un altro eroico genitore, Peppino Englaro, che lo ha sostenuto con il suo immenso affetto, bagnato dalle lacrime del dolore per l´immenso amore per la figlia, in coma vegetativo per 17 anni.
Ora Sara non c´è più: è andata via ieri pomeriggio alle 15,45, un anonimo e caldo pomeriggio della primavera siciliana. Sara non c´è più: è passata dal sonno inconsapevole al sonno eterno. E´ passata a una vita, dove non ci saranno medici, consulti, incomprensioni burocratiche, letti da decubito, carceri dell´anima, ipocrisie mosse da guadagno, con solfiti e con finte ispezioni sanitarie.
Ma resta l´esempio della lotta per la vita dei genitori di una ragazza ragusana morta a 32 anni, in coma da 10 anni, composta come una bambola di porcellana, con il suo abito cinese da cerimonia, in un letto di morte accarezzato dall´inconsolabile dolore di parenti e amici. Sara incontrerà - ne siamo sicuri - la figlia di Peppino Englaro: insieme sorrideranno felici per l´affetto dei genitori, anche se non hanno potuto mostrare la loro felicità, e avranno compassione per le nostre miserie, per noi che abbiamo monetizzato tutto, la salute dei giovani, le cure in ospedale e il solfito nella carne.
Girolamo Piparo