RAGUSA - " TERRITORIO " E IL PRG
Raffaele Schembari, Territorio Ragusa: “Un PRG che la città non apprezza, tutto da scoprire, si vuole trasformare Ragusa in un enorme parco cittadino”
“L’unanime dissenso per le scelte e le procedure seguite per l’approvazione del nuovo Piano Regolatore della nostra città, impone delle serie riflessioni” lo sostiene Raffaele Schembari, segretario cittadino di Territorio Ragusa.
“Raramente mi è capitato di assistere ad un coro unanime di dissenso per una iniziativa, senza che ci fosse una sola voce a favore. Se poi i commenti parlano di una città trasformata in un enorme parco pubblico, c’è da preoccuparsi per il futuro di Ragusa.
In un momento nel quale le crisi internazionali e le necessità energetiche ci fanno tornare indietro, per esempio, sulla questione delle perforazioni, dei termovalorizzatori, sollevando dubbi, addirittura sulla economicità, sulle difficoltà di smaltimento e sulla valenza ambientale delle vetture elettriche, leggere di un PRG teso solo a valorizzare l’ambiente, il paesaggio, con una visione spinta delle esigenze del territorio, impone delle attente riflessioni.
Ragusa ha un suo habitat, fatto di enormi spazi verdi inframezzati al tessuto urbano, spesso si incontrano muri a secco fra costruzioni moderne, sembra che si voglia stravolgere tutto con un semplice colpo di spugna ma è un abbaglio se qualificati tecnici parlano poi di PRG espansivo, di eccessivo consumo di suolo, di sfruttamento degli spazi agricoli e di scarse attenzioni per i centri storici, cuore della città.
Troppo generali gli obiettivi di rigenerazione del tessuto urbano ed extraurbano, modalità di intervento di attualità ma per tessuti urbani di diversa natura e ispirazione culturale.
Da noi non ci sono degrado e disuguaglianze, se non in forma minima e agevolmente recuperabili.
Si presta molta attenzione allo spazio pubblico ma non si è fatto nulla, in cinque anni, per rivalutare quelli esistenti, si è detto per cinque anni che il nostro è un territorio assai esteso, con una enormità in metri quadrati di aree di verde pubblico, difficili da curare e da mantenere, con questo PRG si vuole allargare l’area verde della città in maniera esponenziale.
Finiamola con l’eccessiva critica per la forte espansione edilizia per la quale la gente non è stata obbligata ma l’ha sentita, piuttosto, come esigenza. Espansione edilizia che, come pare, continua anche con questo piano regolatore, sia pure in forma apparentemente controllata.
Il PRG si basa, indiscutibilmente su principi ambientali di ineccepibile valenza, gli obiettivi di purificare l’aria, sequestrare CO2 in atmosfera, ridurre le temperature locali e le isole di calore, intercettare e ridurre l’impatto degli eventi pluviali estremi, aumentare la permeabilità dei suoli per ridurre il ruscellamento delle acque piovane, sono, di certo, encomiabili, ma occorre anche stare con i piedi per terra.
Quando si parla anche di nodi di infrastrutture di trasporto pubblico, di metroferrovia, che va molto a rilento nell’iter progettuale, di flussi di utenza che si muovono nell’ambito cittadino, si parla di epoche che vanno molto al di là dei tempi naturali di un prossimo strumento urbanistico.
Leggere che è prevista una struttura ospedaliera e un istituto di istruzione superiore a Marina di Ragusa ci dice quanto il PRG sia frutto di qualificata ma eccessiva teoria che collide con le reali esigenze della città, antica e moderna.
Piuttosto, ci preoccupano due cose, in particolare: tutti si affannano a chiedere momenti di confronto ma senza una precisa fermata da parte dell’amministrazione del treno in corsa, siamo solo alla retorica propagandistica.
La notizia del rigetto del ricorso contro la regione per la bocciatura della variante per il Parco Urbano impone, anzitutto, chiarezza da parte dell’amministrazione sulle reali condizioni dello strumento urbanistico, le cui priorità potrebbero essere stravolte dalla sentenza.
Per cui, più che momenti di confronto che appaiono inevitabilmente tardivi e difficilmente portatori di modifiche al disegno dell’amministrazione, occorrerebbe un altro incontro pubblico per capire cosa sta succedendo e cosa accadrà in città, a seguito dello stravolgimento delle politiche che il Comune ha voluto perseguire nonostante il prevedibile esito delle sentenze del Tribunale Amministrativo.
Per chiudere, molti addebitano al sindaco e al suo entourage come una mossa prelettorale l’approvazione e la presentazione del piano, alla luce degli eventi sembra piuttosto che ci troviamo davanti ad un maldestro autogol che potrebbe tarpare le ali ai sogni di riconferma.
“L’unanime dissenso per le scelte e le procedure seguite per l’approvazione del nuovo Piano Regolatore della nostra città, impone delle serie riflessioni” lo sostiene Raffaele Schembari, segretario cittadino di Territorio Ragusa.
“Raramente mi è capitato di assistere ad un coro unanime di dissenso per una iniziativa, senza che ci fosse una sola voce a favore. Se poi i commenti parlano di una città trasformata in un enorme parco pubblico, c’è da preoccuparsi per il futuro di Ragusa.
In un momento nel quale le crisi internazionali e le necessità energetiche ci fanno tornare indietro, per esempio, sulla questione delle perforazioni, dei termovalorizzatori, sollevando dubbi, addirittura sulla economicità, sulle difficoltà di smaltimento e sulla valenza ambientale delle vetture elettriche, leggere di un PRG teso solo a valorizzare l’ambiente, il paesaggio, con una visione spinta delle esigenze del territorio, impone delle attente riflessioni.
Ragusa ha un suo habitat, fatto di enormi spazi verdi inframezzati al tessuto urbano, spesso si incontrano muri a secco fra costruzioni moderne, sembra che si voglia stravolgere tutto con un semplice colpo di spugna ma è un abbaglio se qualificati tecnici parlano poi di PRG espansivo, di eccessivo consumo di suolo, di sfruttamento degli spazi agricoli e di scarse attenzioni per i centri storici, cuore della città.
Troppo generali gli obiettivi di rigenerazione del tessuto urbano ed extraurbano, modalità di intervento di attualità ma per tessuti urbani di diversa natura e ispirazione culturale.
Da noi non ci sono degrado e disuguaglianze, se non in forma minima e agevolmente recuperabili.
Si presta molta attenzione allo spazio pubblico ma non si è fatto nulla, in cinque anni, per rivalutare quelli esistenti, si è detto per cinque anni che il nostro è un territorio assai esteso, con una enormità in metri quadrati di aree di verde pubblico, difficili da curare e da mantenere, con questo PRG si vuole allargare l’area verde della città in maniera esponenziale.
Finiamola con l’eccessiva critica per la forte espansione edilizia per la quale la gente non è stata obbligata ma l’ha sentita, piuttosto, come esigenza. Espansione edilizia che, come pare, continua anche con questo piano regolatore, sia pure in forma apparentemente controllata.
Il PRG si basa, indiscutibilmente su principi ambientali di ineccepibile valenza, gli obiettivi di purificare l’aria, sequestrare CO2 in atmosfera, ridurre le temperature locali e le isole di calore, intercettare e ridurre l’impatto degli eventi pluviali estremi, aumentare la permeabilità dei suoli per ridurre il ruscellamento delle acque piovane, sono, di certo, encomiabili, ma occorre anche stare con i piedi per terra.
Quando si parla anche di nodi di infrastrutture di trasporto pubblico, di metroferrovia, che va molto a rilento nell’iter progettuale, di flussi di utenza che si muovono nell’ambito cittadino, si parla di epoche che vanno molto al di là dei tempi naturali di un prossimo strumento urbanistico.
Leggere che è prevista una struttura ospedaliera e un istituto di istruzione superiore a Marina di Ragusa ci dice quanto il PRG sia frutto di qualificata ma eccessiva teoria che collide con le reali esigenze della città, antica e moderna.
Piuttosto, ci preoccupano due cose, in particolare: tutti si affannano a chiedere momenti di confronto ma senza una precisa fermata da parte dell’amministrazione del treno in corsa, siamo solo alla retorica propagandistica.
La notizia del rigetto del ricorso contro la regione per la bocciatura della variante per il Parco Urbano impone, anzitutto, chiarezza da parte dell’amministrazione sulle reali condizioni dello strumento urbanistico, le cui priorità potrebbero essere stravolte dalla sentenza.
Per cui, più che momenti di confronto che appaiono inevitabilmente tardivi e difficilmente portatori di modifiche al disegno dell’amministrazione, occorrerebbe un altro incontro pubblico per capire cosa sta succedendo e cosa accadrà in città, a seguito dello stravolgimento delle politiche che il Comune ha voluto perseguire nonostante il prevedibile esito delle sentenze del Tribunale Amministrativo.
Per chiudere, molti addebitano al sindaco e al suo entourage come una mossa prelettorale l’approvazione e la presentazione del piano, alla luce degli eventi sembra piuttosto che ci troviamo davanti ad un maldestro autogol che potrebbe tarpare le ali ai sogni di riconferma.