ROMA - I BIG DEL TRADIMENTO: NASCE UN PARTITO REGIONALE (CAMPANO) CON PARLAMENTARI CHE NON SARANNO RIELETTI.
Gli elettori, nel 2018, avevano provveduto, con il loro voto, a rendere il M5S il partito di maggioranza relativa sia alla Camera che al Senato. Nel volgere di una sola legislatura Gigino Di Maio, grande ministro degli Esteri ( proiettato dal nulla, grazie all'illuminato Peppe Grillo, ai vertici del movimento e dello Stato) è riuscito, con una banda di napoletani, a cercare di distruggere il movimento e a fargli perdere il primato di partito di maggioranza relativa in Parlamento. Come? tradendo il voto degli elettori e scatenando una scissione, che ha ridimensionato il numero dei parlamentari grillini.
Di Maio, che pure agli inizi della sua attività politica tuonava a favore del vincolo di mandato, ora con molta non chalance abbandona il partito, in cui è stato eletto, e imperterrito continua a fare il ministro e a sedere in Parlamento. Elio Vito, lasciando Forza Italia e il seggio parlamentare, gli ha dato una impeccabile lezione di stile: ma la faccia di Di Maio è diversa da quella di Elio Vito!
Chi è che ha saltato il fosso ed è passato con Di Maio, con un incedere che ricorda il peggio del passato, della " prima Repubblica ", altro che il futuro?
Di Maio ha svuotato il serbatoio parlamentare grillino in Campania: quindi si tratta, in buona misura, di un partito regionale, legato alla regione di origine dell'ancora ministro degli Esteri. Per di più ci trovamo di fronte ad " ascari " parlamentari, che non hanno nessuna speranza di essere rieletti o di personaggi con due legislature alle spalle, quindi (secondo il codice del M5S), non più ricandidabili, a partire dallo stesso Di Maio: ecco allora la mossa disperata della scissione, nel tentativo di afferrare una chance di rielezione.
I cittadini sanno che chi ha tradito una volta tradirà sempre: per questo, se non ci saranno le elezioni anticipate, che manderanno nella pattumiera della Storia chi ha tradito, sicuramente non voteranno quanti hanno deluso, per la poltrona, milioni di elettori (il 34%), che avevano sperato in un radicale cambiamento della politica e della società italiane.
Girolamo Piparo