TRIESTE - IL TRATTATO DI OSIMO 46 ANNI FA REGALAVA L'ULTIMO LEMBO D'ISTRIA ALLA JUGOSLAVIA
10 NOVEMBRE 1975, IL NOSTRO LUTTO.
IL TRATTATO DI OSIMO 46 ANNI FA REGALAVA L'ULTIMO LEMBO D'ISTRIA ALLA JUGOSLAVIA DI TITO CON LA CONNIVENZA DELLE ASSOCIAZIONI DEGLI ESULI
Sono trascorsi 46 anni dalla firma del Trattato di Osimo, quando il 10 novembre 1975 l'Italia firmava l'ultimo accordo confinario che regalò, senza contropartita alcuna, l'Istria nord-occidentale alla Jugoslavia di Tito, il quale cinque anni dopo sarebbe morto, avviando il processo di liquefazione della sua creatura, la Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia.
Nel 1977 il Parlamento ratificó il Trattato ed a nulla valsero le proteste dell'Unione degli Istriani, che si battè per due anni invano al fine di evitare che ciò accadesse.
Le partecipate proteste di piazza organizzate dalla nostra Associazione, sempre pacifiche ma rumorose (che le costarono la chiusura d'ufficio per due anni a seguito del decreto prefettizio che la aveva considerata alla stregua di una organizzazione eversiva) non riuscirono a fermare ciò che Aldo Moro aveva già deciso, forte anche del tradimento di buona parte del nostro associazionismo, cosa che pochi di voi conoscono.
Due associazioni del nostro mondo, infatti, - l'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD) e l'Associazione delle Comunità Istriane - totalmente politicizzate ed entrambe teleguidate allora dal Governo e succubi della Democrazia Cristiana, attraverso i loro rappresentanti eletti in Parlamento e negli enti locali, per disciplina di partito votarono a favore, quando non si astennero, della cessione a Tito dell'ultimo lembo di terra istriana, la cosiddetta Zona B del mai costituito Territorio Libero di Trieste (TLT).
L'unico deputato che votò contro le direttive del suo partito, sempre la DC, dal quale venne espulso ventiquattr'ore dopo, fu l'on. Giacomo Bologna, che non poté accettare di dare il proprio consenso alla cessione della sua città natale, Isola d'Istria, alla Jugoslavia.
Una vergogna senza fine, un tradimento che non potremo mai dimenticare e che pesa ancora oggi sui rapporti odierni con le due associazioni (che partitiche continuano ad essere) ma soprattutto sulla coscienza di queste due associazioni, e di coloro che le hanno guidate in quegli anni.
Il paradosso è che oggi, quelle stesse organizzazioni di esuli, hanno pure la spudoratezza di commemorare la data luttuosa odierna, avendo contribuito a renderla vergognosamente immortale.
La verità, seppur mostruosa, va raccontata.
IL TRATTATO DI OSIMO 46 ANNI FA REGALAVA L'ULTIMO LEMBO D'ISTRIA ALLA JUGOSLAVIA DI TITO CON LA CONNIVENZA DELLE ASSOCIAZIONI DEGLI ESULI
Sono trascorsi 46 anni dalla firma del Trattato di Osimo, quando il 10 novembre 1975 l'Italia firmava l'ultimo accordo confinario che regalò, senza contropartita alcuna, l'Istria nord-occidentale alla Jugoslavia di Tito, il quale cinque anni dopo sarebbe morto, avviando il processo di liquefazione della sua creatura, la Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia.
Nel 1977 il Parlamento ratificó il Trattato ed a nulla valsero le proteste dell'Unione degli Istriani, che si battè per due anni invano al fine di evitare che ciò accadesse.
Le partecipate proteste di piazza organizzate dalla nostra Associazione, sempre pacifiche ma rumorose (che le costarono la chiusura d'ufficio per due anni a seguito del decreto prefettizio che la aveva considerata alla stregua di una organizzazione eversiva) non riuscirono a fermare ciò che Aldo Moro aveva già deciso, forte anche del tradimento di buona parte del nostro associazionismo, cosa che pochi di voi conoscono.
Due associazioni del nostro mondo, infatti, - l'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD) e l'Associazione delle Comunità Istriane - totalmente politicizzate ed entrambe teleguidate allora dal Governo e succubi della Democrazia Cristiana, attraverso i loro rappresentanti eletti in Parlamento e negli enti locali, per disciplina di partito votarono a favore, quando non si astennero, della cessione a Tito dell'ultimo lembo di terra istriana, la cosiddetta Zona B del mai costituito Territorio Libero di Trieste (TLT).
L'unico deputato che votò contro le direttive del suo partito, sempre la DC, dal quale venne espulso ventiquattr'ore dopo, fu l'on. Giacomo Bologna, che non poté accettare di dare il proprio consenso alla cessione della sua città natale, Isola d'Istria, alla Jugoslavia.
Una vergogna senza fine, un tradimento che non potremo mai dimenticare e che pesa ancora oggi sui rapporti odierni con le due associazioni (che partitiche continuano ad essere) ma soprattutto sulla coscienza di queste due associazioni, e di coloro che le hanno guidate in quegli anni.
Il paradosso è che oggi, quelle stesse organizzazioni di esuli, hanno pure la spudoratezza di commemorare la data luttuosa odierna, avendo contribuito a renderla vergognosamente immortale.
La verità, seppur mostruosa, va raccontata.
Tutta!
Unione degli Istriani