30 Settembre 2023

" UN VICERE´ DI FERRO: MARCANTONIO COLONNA E " LOS RICOS DELINQUENTES " DI FRANCESCO EREDDIA

“Il governo di Sicilia è stato fatale a tutti i suoi Governanti, dall’anno 1490 fino al 1571. Perché, in breve spatio di tempo, si son trovati involti in pericolose difficoltà, et la maggior parte di essi ha lasciata in quel Regno sepolta in modo la reputazione, che ne ancho nelle posterità loro ha potuto risorgere mai più”.

Negli “Avvertimenti a Marco Antonio Colonna quando andò viceré in Sicilia” il messinese Scipio Di Castro elaborava acute riflessioni sulla storia della Sicilia attraverso l’avvicendarsi dei vari viceré, sulle principali istituzioni dell’isola, sul carattere dei siciliani (considerazioni, queste ultime, rimaste celebri) e sulla questione frumentaria, da cui dipendevano e i successi dei viceré e le condizioni materiali di vita della popolazione.
Destinatario delle sue riflessioni era appunto Marcantonio Colonna. Luogotenente di Giovanni d’Austria nella spedizione in Levante, il Colonna – padre della contessa di Modica Vittoria Colonna - aveva avuto un ruolo assai rilevante nella battaglia navale di Lepanto (1571), che segnò il trionfo della ‘cristianità’ contro il turco. Una vittoria rimasta da allora indelebilmente impressa nell’immaginario collettivo europeo, ma che non impedì ai turchi, appena tre anni dopo, di attaccare con 300 navi Tunisi e di riconquistarla distruggendo le fortificazioni spagnole.
Il 24 aprile 1577 Marcantonio Colonna, su nomina del re Filippo II, faceva il suo trionfale ingresso da viceré in Palermo. Il suo primo provvedimento fu di porre fine all’epidemia che infuriava ormai da due anni in Sicilia: con piglio decisamente pratico e razionalistico, affatto alieno dalle superstizioni che attribuivano il morbo a malocchi e pratiche di magia nera, e in perfetta sintonia e collaborazione con uno scienziato, il protomedico Filippo Ingrassia, puntò rigorosamente su quanti non distruggevano i panni infetti e le suppellettili, punendoli severamente al pari di quanti, medici e barbieri, non rivelavano al governo le persone sospette. In questo modo contenne e debellò la peste dilagante.
Il suo obiettivo primario nel governo dell’isola era di indebolire e spezzare lo strapotere dei nobili: appena nominato fece giustiziare quattro personaggi di alto rango e ordinò l’arresto del marchese della Favara, che fino a quel momento aveva agito nel totale disprezzo delle leggi e del potere vicereale. In questa direzione promosse e condusse una dura repressione del banditismo, perché era consapevole della connivenza fra i capi delle bande armate e i nobili: così assicurò alla giustizia e mandò alla forca immediatamente due banditi famosi, Girolamo Colloca e Rizzo di Saponara, che godevano della protezione di alcuni personaggi altolocati.
Reduce dal trionfo di Lepanto, più di altri avvertiva la gravità della minaccia barbaresca: “il mare è pieno di corsari, che fanno grandi danni nell’isola”, scriveva allarmatissimo il viceré Colonna nel giugno del 1578, mentre le navi del temibile Aluch ‘Alì (volgarizzato dai cronisti del tempo in Ulucchiali), che sembravano avere il dominio assoluto del Mediterraneo, entravano perfino nel golfo di Gela e saccheggiavano la città di Terranova deportandone come schiavi un’ottantina di persone. Qualche mese prima, in aprile, la galera Sant’Angelo, partita da Palermo, era stata catturata dai pirati barbareschi: a bordo c’era, fra gli altri, il poeta Antonio Veneziano – noto anche per la sua difesa del dialetto siciliano contro il toscano e fiero oppositore della spagnolizzazione della lingua e dei costumi isolani -, che nelle prigioni di Algeri strinse amicizia con Miguel de Cervantes.
Marcantonio Colonna promosse l’agricoltura, considerandola l’unica fonte della ricchezza del regno: per attenuare lo stato di forte indebitamento in cui versavano i nobili, infatti, sostenne e incoraggiò il processo di concessioni di terre in enfiteusi. Né mancò di redarguire con aspre lettere i tanti feudatari che concedevano le loro terre feudali a condizioni troppo esose e inique per i contadini: com’è ovvio, inasprì ulteriormente l’opposizione della classe baronale nei suoi confronti.


Come abbiamo visto, il viceré Marcantonio Colonna si era inimicato tanti nobili con la sua politica fermamente antibaronale, così che questi avevano fatto lega con il Sant’Uffizio. Verso l’Inquisizione, peraltro, il Colonna aveva sempre manifestato una grande avversione, affermando in qualche occasione che preferiva avere duecento eretici in Sicilia piuttosto che vedere alcune persone ingiustamente condannate, e ne auspicava la cessazione di ogni attività in Sicilia. Nel novembre 1577, appena qualche mese dopo essersi insediato, Marcantonio Colonna con piglio duro e polemico aveva sollecitato e ottenuto dal Tribunale dell’Inquisizione la lista di quelli che lui definiva “todos los ricos nobles y los ricos delinquentes”, cioè di tutti gli ufficiali e dei cosiddetti “familiari” del Sant’Uffizio.
Chi erano costoro? Bisogna sapere che, a parte gli Inquisitori, vi erano ben 1.712 dipendenti del Sant’Uffizio: commissari, notai, tenenti di commissari e tenenti di ricevitori sparsi in tutte le città, terre, comuni e casali della Sicilia. A questi si deve aggiungere appunto l’esercito infinito dei “familiari”. Costoro dovevano tener di vista gli eretici e denunziarli, aiutare gli sgherri dell’Inquisizione per imprigionarli, difendere e proteggere la persona degl’inquisitori stessi, e fare insomma tutto quello di cui potevano essere richiesti. In compenso godevano dell’esenzione dalla giurisdizione dei tribunali ordinari e dell’immunità fiscale. Iscrivendosi pertanto a quel Tribunale, solo da esso potevano essere giudicati e perciò costituivano una società a parte.
Si calcola che verso la fine del Cinquecento, considerando tutti i congiunti, i servi, i dipendenti, i commensali di ciascun addetto a quel Tribunale, e poi tutti i vassalli dei feudatari che erano alle dipendenze di quel foro privilegiato con un incarico qualunque, si arriva alla cifra straordinaria di 30.000 unità.
Per quanto riguarda la nostra contea, Modica aveva 20 familiari, Ragusa 15, Scicli 15, Chiaramonte 12, Monterosso 6, Giarratana 6, Comiso 6, Spaccaforno 6 e Biscari 2. Appartenevano a ogni ordine sociale, in quanto c’erano cavalieri e conti, baroni e artigiani, contadini e quanti, avendo in sospeso un conto con la giustizia che prevedeva la tortura e la pena capitale, preferivano sfuggirle e mettersi sotto la protezione di quella grande famiglia. Ché in effetti quella associazione così vasta e capillare, che attraversava tutti i ceti e godeva della esenzione da ogni tipo di contribuzione e di tassa e della più assoluta impunità, che esercitava l’usura ed esigeva un ‘pizzo’ sotto la minaccia di deferire la gente onesta al tremendo Sant’Uffizio, molto assomigliava alle ‘famiglie’ mafiose di tempi ben più recenti.


Lo spirito estremamente razionale e illuministico ante litteram di Marcantonio Colonna scatenò le reazioni degli inquisitori Diego de Haedo e Juan de Rojas, che lo denunciarono al re con un ampio e dettagliato memorandum. Qui si parlava anche di una relazione extraconiugale fra il viceré e la baronessa Eufrosina Zaragossa, moglie di Galcerano Corbera barone di Miserendino, il quale, recatosi a Malta insieme con il fratello di quello Pompeo Colonna, nel corso di una missione presso i Cavalieri gerosolimitani disposta dal viceré nel 1581, era stato trovato in una via della Valletta con il corpo crivellato di pugnalate.
In quel memorandum si lasciava intendere che il viceré fosse il mandante dell’assassinio del barone di Miserendino. Poteva trattarsi benissimo di una montatura degli inferociti inquisitori, come una montatura fu anche l’altra accusa che in quel dossier inviato al Filippo II gli si mosse: che il viceré fosse legato da stretta amicizia al temibile Aluch ‘Alì (Ulucchiali), comandante della flotta turca, e che avesse avviato con lui trattative segrete per uno scambio di prigionieri turchi e cristiani. Fatto è che l’Inquisizione riuscì a sbarazzarsi di quel fiero oppositore. Il re nel 1584 lo richiamò in Spagna, vuoi per chiedergli conto delle accuse mossegli, vuoi per rimuoverlo dall’incarico affidandogli un posto di comando in quella Invencible Armada che di lì a poco (1588) sarebbe stata sconfitta dalla flotta inglese di sir Francis Drake. Nell’estate di quello stesso anno 1584 Marcantonio Colonna moriva durante il viaggio verso la Spagna quasi alle porte di Madrid, prima di poter incontrare il sovrano.
Restò il sospetto che fosse stato avvelenato dai sicari degli inquisitori. “Un fatto rimane certo - scrisse nei primi del Novecento lo storico C.A. Garufi - in queste due accuse: […] che Marcantonio morì di mano assassina e nulla si tralasciò perché la colpa non s’attribuisse a chi reggeva l’Inquisizione in Sicilia o visitava il Regno per ordine di Filippo II. E così per parecchi secoli il più tremendo mistero ha avvolto nelle più infamanti calunie gli ultimi anni d’un vero eroe, che aveva voluto e saputo raffrenare l’opera nefanda del S. Officio a servizio della corte Spagnuola”.



FRANCESCO EREDDIA



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Ragusa, 13 aprile 2023

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12-04-2023 19:40 - Politica
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Apertura Comitato Elettorale a Pedalino

Venerdì 14 aprile alle ore 19:30 sarà aperta in p.zza Gramsci a Pedalino, la sede del comitato elettorale a sostegno del candidato sindaco Salvo Liuzzo.

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Il segretario cittadino

Gaetano Scollo
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06-04-2023 18:56 - Politica
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Oggi 6 aprile, Giornata internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace

IL RILANCIO DEL SETTORE SPORTIVO A RAGUSA UNO PRIORITARIO IMPEGNO PER IL NUOVO GOVERNO DELLA CITTA’

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Sono candidato alle prossime elezioni come socialista nella lista Generazione. Lo Sport...
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06-04-2023 17:25 - Politica
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Territorio ha presentato la sua lista al candidato Sindaco Riccardo Schininà

Nel corso di una riunione assai partecipata, il movimento politico culturale Territorio di Ragusa ha presentato la lista dei candidati al Consiglio comunale, per le prossime amministrative di maggio, a Riccardo Schininà, candidato Sindaco della coalizione riformista e progressista, della quale Territorio fa parte, essendo una delle componenti politiche che l’ha ispirata.

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ANGELO GIGLIO FOTOGRAFIA
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DELLE COSE DI SICILIA
29-04-2023 19:54 - Rubrica DELLE COSE DI SICILIA Uomini e fatti senza tempo
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28-04-2023 19:49 - Angolo della Memoria
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C’è stato un tempo in cui la strada era maestra di vita.
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Avevo poco più di sette anni, appena sveglio saltavo dal letto e dopo un passaggio obbligato in bagno pe...
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27-04-2023 18:46 - Cultura & Arte
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Venerdì 5 maggio 2023, alle ore 18.30, presso i locali del Centro Studi Feliciano Rossitto (Via Ettore Majorana, 5 - Ragusa), sarà presentato il libro del giornalista modicano Marco Sammito “Modica, Storie di vita e altre dolcezze” (2021, Incipit23).

Converserà con l’autore Elisabetta Rizza.

La lettura di alcuni brani tratti dal libro è affidata a: Ornella Cappello e Pippo Antoci del Gruppo Teatro del Centro Studi F. Rossitto.

“Modica. Storie di vita e altre dolcezze” è l’opera d’esordio del gi...
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27-04-2023 18:35 - Eventi
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Concerto di Bernardo Lanzetti VOX 50 a Marina di Ragusa

Nel 1973, veniva pubblicato il primo album del leggendario gruppo ACQUA FRAGILE, band di cui Bernardo Lanzetti è tuttora il leader. È per questo che, nell’anno in corso 2023, Bernardo celebra il suo Giubileo nella Musica, 50 anni di Voce Impossibile, il suo “VOX 50”!

Una serie di concerti vedrà Bernardo impegnato sui vari fronti della vocalità di cui egli è maestro e valente interprete ovvero il Pop, il Folk, il Musical, l’Avanguardia e ce...
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26-04-2023 19:49 - Eventi
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L’unione fa musica, gemellaggio tra l’Associazione Musicale “Luigi Sturzo” di Caltagirone e “l’Escola de Musica i Conservatori” di Sabadell.

Le formazioni musicali suonano a Caltagirone il 14 maggio 2023 alle ore 20.00 all’interno del “Teatro Maria Ausiliatrice”.

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26-04-2023 19:38 - Cultura & Arte
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Archeologia a Cartagine

Convegno e mostra fotografica sull’attività della missione tuniso-italiana nel 2023

Si terrà nella prestigiosa sede dello showroom di Ottica Spoto in piazza Libertà a Ragusa, il prossimo 28 aprile alle ore 19, il Convegno Archeologia a Cartagine con l’inaugurazione di una mostra fotografica sui recenti scavi italo-tunisini condotti nell'antica città romana del nord Africa.

L'iniziativa è sponsorizzata da Ondaiblea, da Ottica Spoto, da Archeoclub sezione di Ragusa e da Sen...
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24-04-2023 19:43 - Cultura & Arte
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Un fotografo di Comiso nella top 30 mondiale
secondo il più importante portale del settore matrimoni.

Si tratta di Antonio Bonifacio, fotografo di Comiso che, secondo il portale MyWed, rientra nella top 30 mondiale, esattamente in 18esima posizione.

Antonio è titolare dello studio MOMM, acronimo di Memories Of Magic Moments, che nasce nel 2016 a Comiso, da un'idea dello stesso.

Lo spinge il desiderio di creare una fucina di talenti che si potesse occupare sia di fotografia che di video. All'inte...
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24-04-2023 19:59 - Cultura & Arte
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Nella prima giornata sulla scuola medica modicana, ripercorsa magistralmente dal dr. Giorgio Cavallo la storia degli antichi ospedali di Modica.

Presentata dal dr. Giovanni Criscione anche una nuova tesi sulla datazione della botte fumigatoria di Tommaso Campailla.

Sabato scorso, 22 aprile, si è svolta la prima giornata, delle tre programmate, dedicata alla “Scuola Medica Modicana”, un evento realizzato dalla Società Modicana per la Storia Patria, presso la Pinacoteca della Fondazione Giovan Pi...
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05-04-2023 17:54 - Angolo dell´Arte
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Sebastiano Mortellaro

THE EARTH TREMBLES

15.04.2023 – 26.05.2023

Opening 15 Aprile h. 19

CLOU - Via Dott. Pluchino, 16 Ragusa

Clou è lieta di presentare la mostra personale di Sebastiano Mortellaro dal titolo The earth trembles.

Il titolo di questa mostra è tratto dal film che Luchino Visconti girò ad Acitrezza nel 1948, “La terra trema”. Visconti, ispirato dal romanzo del Verga “I Malavoglia”, si rifà alla dottrina unanimista di Jules Romains secondo la quale in ogni collettività, in ogni aggregaz...
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