VITTORIA - PER COMMEMORARE LA " SHOA " MASSIMO LEGGIO TRASFERISCE SULLE SCENE IL PROCESSO DI NORIMBERGA


Il processo di Norimberga a Vittoria per “La Giornata della Memoria”, a mettere in scena questa piece teatrale dal titolo “Norimberga scene per un oratorio” di Lella Colombo, è stato Massimo Leggio con l´Associazione QUATTROEQUATTR8 e con Liliana Stimolo e i CLUB SERVICE DI VITTORIA..
Nello splendido scenario del Teatro Comunale Vittoria Colonna, giurati, vittime e carnefici hanno riportato alla memoria i crimini perpetrati durante la seconda guerra mondiale dal Terzo Reich. E´ stato uno “spettacolo” inusuale, diverso da qualsiasi altra rappresentazione teatrale, per espressa volontà del regista Massimo Leggio infatti, gli spettatori sono stati invitati a non applaudire, poi le storie raccontate dalle attrici e dagli attori accompagnati dalle note del duo I Fratelli La Strada (Anna Garcia e Antonio D´Antoni), e le comparse,interpretate da tanti volti noti della città, avvocati, medici, artigiani, ex giudici hanno restituito al numeroso pubblico ,l´emozione di un dramma consumato settanta anni fa, ma che, come la storia continua ad insegnarci si perpetua nell´attualità. Sono milioni purtroppo ancora oggi nel mondo le persone che fuggono da una guerra o da uno sterminio, piuttosto che da un dittatore.
Il buon regista è riuscito nel suo intento, ha portato in scena quel momento storico che sanciva il no e soprattutto la condanna a quei crimini efferati. La scelta del sito, non a caso Norimberga e non Berlino capitale del Terzo Reich. E lì, davanti a quel tribunale, seduti di fronte: le vittime innocenti, sopravvissute a quelle atrocità e loro, i carnefici del terzo reich, con gli occhi nascosti da grandi occhiali scuri, qualcuno non ebbe il coraggio di guardare le immagini dei loro crimini, qualcun´altro violando ogni legge umana guardò con sfida, qualcun ´altro ancora, non reggendo il peso della propria coscienza , si suicidò.
Quando l´ attore recita l´ultima battuta un lungo, interminabile applauso liberatorio riporta l´attento pubblico ai nostri giorni. In tanti hanno gl occhi rossi, l´opera è riuscita a penetrare nei cuori, l´arte ha vinto sulla cattiveria umana e questo era e vuol essere il messaggio che tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito alla sua realizzazione volevano trasmettere.
Peppe Guastella
Nello splendido scenario del Teatro Comunale Vittoria Colonna, giurati, vittime e carnefici hanno riportato alla memoria i crimini perpetrati durante la seconda guerra mondiale dal Terzo Reich. E´ stato uno “spettacolo” inusuale, diverso da qualsiasi altra rappresentazione teatrale, per espressa volontà del regista Massimo Leggio infatti, gli spettatori sono stati invitati a non applaudire, poi le storie raccontate dalle attrici e dagli attori accompagnati dalle note del duo I Fratelli La Strada (Anna Garcia e Antonio D´Antoni), e le comparse,interpretate da tanti volti noti della città, avvocati, medici, artigiani, ex giudici hanno restituito al numeroso pubblico ,l´emozione di un dramma consumato settanta anni fa, ma che, come la storia continua ad insegnarci si perpetua nell´attualità. Sono milioni purtroppo ancora oggi nel mondo le persone che fuggono da una guerra o da uno sterminio, piuttosto che da un dittatore.
Il buon regista è riuscito nel suo intento, ha portato in scena quel momento storico che sanciva il no e soprattutto la condanna a quei crimini efferati. La scelta del sito, non a caso Norimberga e non Berlino capitale del Terzo Reich. E lì, davanti a quel tribunale, seduti di fronte: le vittime innocenti, sopravvissute a quelle atrocità e loro, i carnefici del terzo reich, con gli occhi nascosti da grandi occhiali scuri, qualcuno non ebbe il coraggio di guardare le immagini dei loro crimini, qualcun´altro violando ogni legge umana guardò con sfida, qualcun ´altro ancora, non reggendo il peso della propria coscienza , si suicidò.
Quando l´ attore recita l´ultima battuta un lungo, interminabile applauso liberatorio riporta l´attento pubblico ai nostri giorni. In tanti hanno gl occhi rossi, l´opera è riuscita a penetrare nei cuori, l´arte ha vinto sulla cattiveria umana e questo era e vuol essere il messaggio che tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito alla sua realizzazione volevano trasmettere.
Peppe Guastella