VITTORIA - PRESSO LA SALA AVIS AFFOLLATA ASSEMBLEA SULL´AGRICOLTURA CON DON GIUSEPPE DI ROSA, CONCETTO SCIVOLETTO E FRANCESCO AIELLO.
Si è svolta ieri sera, presso la sala Avis all´ Emaia, una partecipata assemblea indetta da " Tavolo Verde Sicilia " per discutere delle problematiche relative alla crisi del comparto agricolo e alle proposte di soluzione.
La relazione introduttiva, ricca di spunti e di dati, è stata presentata dal sen. Concetto Scivoletto, mentre le conclusioni, dopo gli interventi dell´on. Francesco Aiello e di molti agricoltori presenti in sala, sono state affidate a don Giuseppe Di Rosa, parroco di Avola, protagonista delle recenti battaglie per risolvere la crisi agricola.
La discussione è stata incentrata fondamentalmente su tre punti, a partire dall´analisi delle cause dell´ attuale crisi dell´agricoltura, che presenta un andamento ciclico, con l´attuale sovrapproduzione del 9%, molto vicina al 10% del 2004, anno " horribilis " per l´agricoltura siciliana.
La concorrenza europea ed extraeuropea, la PAC ( politica agricola comunitaria ),le condizioni meteo ( favorevoli ad altre nazioni europee in questo momento ), la globalizzazione galoppante, sono i fattori alla base della crisi del comparto, per la cui soluzione non si può, ovviamente, pensare a interventi anacronistici o di economia al ribasso, come fermare la globalizzazione o spingere i salari verso il basso, ai livelli dei paesi concorrenti del nord- Africa.
D´altra parte la protesta dei sindaci, sicuramente importante per tenere alto il livello di mobilitazione tra la gente e nel paese, è insufficiente e rischia di trasformarsi in una semplice passerella di primi cittadini, se non si mira ai contenuti della protesta stessa, contenuti che non possono più essere quelli tradizionali.
Occorre aggredira la PAC: nello scontro-confronto tra agricoltura euromediterranea e agricoltura continentale, quest´ultima fa la parte del leone. Basti pensare alla politica europea attenta al latte, al burro e ai cereali ( prodotti continentali e dell´est europeo ), con le quote latte rigidamente imposte all´Italia e agevolate per l´Europa del nord. Per di più i prodotti agricoli euromediterranei, mentre incidono per il 25% sulla produzione generale, ricevono appena il 12% di contributi europei, a esclusivo favore dei prodotti continentali.
Stando così le cose, non si può non rilevare la mancanza di una vera politica agricola da parte dei governi nazionali e regionali, che non hanno saputo difendere la nostra agricoltura e che hanno cancellato i promessi risarcimenti per calamità naturali negli ultimi anni.
La proposta emersa ieri sera è stata quella di un Piano nazionale per l´ortofrutta, con massima attenzione alle agromafie, di cui tutti parlano ma contro le quali nessuno interviene. Se si sciolgono i comuni per mafia - ci si chiedeva ieri sera - per quale motivo lo Stato non interviene a controllare i mercati di Vittoria, di Scicli, di Palermo ? Perchè non si impone per legge una vendita di prodotti ortofrutticoli a prezzi mai inferiori ai costi accertati di produzione ? E´ ovvio che, quando i prezzi sono inferiori, si entra facilmente nella zona del grigio e dell´illecito: è stato sufficiente l´intervento pochi giorni fa delle forze dell´ordine, con il sequestro di prodotti di illecita provenienza, per fare risalire di dieci volte i prezzi dell´ortofrutta presso il mercato di Vittoria nel giro di poche ore.
Tutti sostengono che la provincia di Ragusa è la prima infiltrata dall´agromafia, che controlla tutta la filiera: si parla di 5 miliardi di euro di introiti illeciti, frutto di estorsione, nell´intera Sicilia, a fronte dei 16 miliardi su base nazionale. Basterebbe recuperare queste somme per offrire un serio ristoro a tutto il comparto agricolo.
Allora è bene che a Vittoria sia permanentemente dislocata una sede staccata dell´ Istituto nazionale di vigilanza e di repressione della contraffazione, presente solo a Palermo: sarebbe un serio passo per controllare la filiera e ristabilire un clima di legalità nel settore.
Tra breve le proposte saranno formalizzate al ministro Martina e si porcederà verso la realizzazione di questo Piano nazionale per l´ortofrutta.
Girolamo Piparo
La relazione introduttiva, ricca di spunti e di dati, è stata presentata dal sen. Concetto Scivoletto, mentre le conclusioni, dopo gli interventi dell´on. Francesco Aiello e di molti agricoltori presenti in sala, sono state affidate a don Giuseppe Di Rosa, parroco di Avola, protagonista delle recenti battaglie per risolvere la crisi agricola.
La discussione è stata incentrata fondamentalmente su tre punti, a partire dall´analisi delle cause dell´ attuale crisi dell´agricoltura, che presenta un andamento ciclico, con l´attuale sovrapproduzione del 9%, molto vicina al 10% del 2004, anno " horribilis " per l´agricoltura siciliana.
La concorrenza europea ed extraeuropea, la PAC ( politica agricola comunitaria ),le condizioni meteo ( favorevoli ad altre nazioni europee in questo momento ), la globalizzazione galoppante, sono i fattori alla base della crisi del comparto, per la cui soluzione non si può, ovviamente, pensare a interventi anacronistici o di economia al ribasso, come fermare la globalizzazione o spingere i salari verso il basso, ai livelli dei paesi concorrenti del nord- Africa.
D´altra parte la protesta dei sindaci, sicuramente importante per tenere alto il livello di mobilitazione tra la gente e nel paese, è insufficiente e rischia di trasformarsi in una semplice passerella di primi cittadini, se non si mira ai contenuti della protesta stessa, contenuti che non possono più essere quelli tradizionali.
Occorre aggredira la PAC: nello scontro-confronto tra agricoltura euromediterranea e agricoltura continentale, quest´ultima fa la parte del leone. Basti pensare alla politica europea attenta al latte, al burro e ai cereali ( prodotti continentali e dell´est europeo ), con le quote latte rigidamente imposte all´Italia e agevolate per l´Europa del nord. Per di più i prodotti agricoli euromediterranei, mentre incidono per il 25% sulla produzione generale, ricevono appena il 12% di contributi europei, a esclusivo favore dei prodotti continentali.
Stando così le cose, non si può non rilevare la mancanza di una vera politica agricola da parte dei governi nazionali e regionali, che non hanno saputo difendere la nostra agricoltura e che hanno cancellato i promessi risarcimenti per calamità naturali negli ultimi anni.
La proposta emersa ieri sera è stata quella di un Piano nazionale per l´ortofrutta, con massima attenzione alle agromafie, di cui tutti parlano ma contro le quali nessuno interviene. Se si sciolgono i comuni per mafia - ci si chiedeva ieri sera - per quale motivo lo Stato non interviene a controllare i mercati di Vittoria, di Scicli, di Palermo ? Perchè non si impone per legge una vendita di prodotti ortofrutticoli a prezzi mai inferiori ai costi accertati di produzione ? E´ ovvio che, quando i prezzi sono inferiori, si entra facilmente nella zona del grigio e dell´illecito: è stato sufficiente l´intervento pochi giorni fa delle forze dell´ordine, con il sequestro di prodotti di illecita provenienza, per fare risalire di dieci volte i prezzi dell´ortofrutta presso il mercato di Vittoria nel giro di poche ore.
Tutti sostengono che la provincia di Ragusa è la prima infiltrata dall´agromafia, che controlla tutta la filiera: si parla di 5 miliardi di euro di introiti illeciti, frutto di estorsione, nell´intera Sicilia, a fronte dei 16 miliardi su base nazionale. Basterebbe recuperare queste somme per offrire un serio ristoro a tutto il comparto agricolo.
Allora è bene che a Vittoria sia permanentemente dislocata una sede staccata dell´ Istituto nazionale di vigilanza e di repressione della contraffazione, presente solo a Palermo: sarebbe un serio passo per controllare la filiera e ristabilire un clima di legalità nel settore.
Tra breve le proposte saranno formalizzate al ministro Martina e si porcederà verso la realizzazione di questo Piano nazionale per l´ortofrutta.
Girolamo Piparo